Roma ha sempre avuto una relazione speciale con il cinema ed è stata spesso definita un set naturale a cielo aperto. La sua bellezza travolgente attraversa le epoche e anche i 120 anni che passano dall’invenzione del cinema. E’ però arrivato il momento di approfondire il ruolo di Roma nel cinema italiano che va oltre l’emozione scenografica e paesaggistica. Roma e l’invenzione del cinema. Dalle origini al cinema d’autore 1905- 1960, una mostra allestita al Museo di Castel Sant’Angelo, riconosce a Roma il ruolo di coprotagonista nei film girati nella città eterna. Il progetto espositivo, promosso da Cinecittà con importanti partner istituzionali in occasione della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, sarà visitabile fino al prossimo 18 gennaio.
La mostra sarà successivamente proposta dalla Farnesina agli Istituti Italiani di Cultura all’estero. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero ha incontrato Gianluca Farinelli, curatore della mostra, Antonio Saccone, direttore generale di Cinecittà e Luca Mercuri, direttore Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo.
Gianluca Farinelli
Una mostra in uno scenario da film…
È una mostra allestita in una location strepitosa. Siamo sulla terrazza di Castel Sant’Angelo e da questo belvedere possiamo apprezzare l’enormità di Roma. Siamo in un film, nel senso che lo scenario è talmente straordinario che potrebbe diventare un film.
Il progetto espositivo cosa racconta?
Il racconto parte dal 20 settembre 1905, la data di nascita del cinema italiano. In quel giorno ci fu la presentazione pubblica della Presa di Roma, il primo film prodotto in Italia. La mostra racconta la storia della relazione tra Roma e il cinema e come la città sia sempre stata centrale nel cinema italiano.
Perché il titolo rimanda all’invenzione del cinema italiano?
Percorrendo la mostra, viene quasi spontaneo affermare che Roma ha inventato il cinema italiano. Roma è stata all’inizio una location straordinaria perché nessuno nel mondo poteva avere scenari incredibili come Roma. Il cinema delle origini non poteva certo contare su effetti speciali o sul digitale, bisognava avere i veri luoghi e Roma ne aveva tantissimi. Pensiamo a Quo Vadis che diventa un successo mondiale. Roma inventa generi e anche il divismo femminile.
Roma resta fondamentale anche nel cinema dei decenni successivi?
Si, nasce Cinecittà che sancisce quanto Roma fosse capitale del cinema ma sin da subito non c’è solo Cinecittà. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si avverte subito l’esigenza di uscire da Cinecittà per girare a Roma. Le strade di Roma diventano protagoniste del cinema mondiale.
Nasce il Neorealismo…
Esattamente e il Neorealismo si incarna a Roma. La corsa di Anna Magnani, il padre e il figlio di Ladri di biciclette, Sciuscià.

Film da Oscar?
Ladri di biciclette e Sciuscià sono i primi Oscar del cinema italiano che hanno come coprotagonista la città. Poi con la commedia, con le invenzioni di Blasetti e Alberto Sordi, straordinario Nando Moriconi in Un Americano a Roma che minaccia di gettarsi dal Colosseo, Roma è sempre più nel cinema.
Vacanze Romane cosa ha significato?
Con il film Vacanze Romane nel 1956, gli Americani capiscono che non era più la Roma del Neorealismo ma c’era un’altra Roma che si stava aprendo al mondo. Gregory Peck e Audrey Hepburn, in questo film, passano da essere ragazzi all’età adulta. Il passaggio è confermato dalla enormità dei luoghi, dalla città eterna che guida il loro destino. Oltre Gregory Peck e Audrey Hepburn, la terza protagonista del film è Roma con i suoi monumenti.
E poi arriva la commedia all’italiana…
Monicelli mostra come Roma può diventare il luogo dove ambientare un noir come I soliti ignoti. Il film è un noir divertentissimo che attraversa tutta la città, non c’è solo la Roma della classicità ma ci sono anche i nuovi quartieri e le periferie.
La Dolce Vita incide nella relazione tra Roma e il cinema?
Dal 1959 al 1962 la Dolce Vita, Accattone, Mamma Roma, la capacità di Fellini e Pasolini di cogliere la grande trasformazione della città. Roma in quel momento è la capitale del mondo, il luogo dove avviene tutto, dove sta avvenendo la trasformazione dall’arcaico al moderno che Fellini e Pasolini, due geni, raccontano in maniera perfetta.
La linea temporale si ferma al 1962?
Si, la mostra racconta i primi sessant’anni della storia del cinema italiano che nel 2025 compie 120 anni.
Dal progetto espositivo emerge il ruolo di Roma come coprotagonista dei film?
Roma è assolutamente unica nella storia del cinema mondiale. Non c’è un’altra città che sia altrettanto incarnata nei film e nella storia del cinema. Neanche Los Angeles e New York. Roma è tante città diverse, tante epoche diverse e ogni regista trova la sua Roma che è coprotagonista del suo film unico e irripetibile.
I successivi sessant’anni della relazione tra Roma e il cinema saranno raccontati con una mostra successiva?
Spero che saranno sviluppati anche per indagare il rapporto di Roma con la modernità. Come far convivere questo grande museo sotto il cielo con la vita quotidiana di milioni di persone? Il cinema è l’arte della modernità e nel cinema Roma è stata totalmente protagonista ed è stata capace di mostrare il suo volto moderno e il suo essere in dialogo con la modernità.
Antonio Saccone
Il mondo è grande ma Cinecittà lo contiene. È ancora valida questa convinzione?
Assolutamente sì. Cinecittà è stata una grande intuizione di Luigi Freddi dopo aver visitato Hollywood. Attraverso la nascita di Cinecittà negli anni Trenta, si è potuto costruire e dare una casa alla creatività e immaginazione degli Italiani. Roma non è solo la capitale delle istituzioni ma è anche la capitale dell’immaginazione. E quindi sì, il mondo è grande ma Cinecittà è capace di contenerlo.

Cinecittà è interconnessa a Roma?
Cinecittà è fortemente interconnessa a Roma e alla storia della capitale d’Italia. Luigi Freddi non voleva una cattedrale nel deserto, per questo fu allungata la linea viaria dei tram per arrivare a Cinecittà. Cinecittà è interconnessa al tessuto cittadino, a Roma e alla sua storia. Cinecittà è stata bombardata durante la seconda guerra mondiale e in quell’occasione gli Alleati diedero casa ai rifugiati. Paradossalmente anche un evento così drammatico, ha stimolato il famoso Neorealismo italiano con cui gli attori e registi italiani sono scesi nelle strade della capitale.
Quali sono le prossime iniziative?
Il prossimo anno si celebrerà l’ottantesimo anniversario di Cinecittà. Sarà un’occasione importante, non per volgere lo sguardo al passato in termini nostalgici ma per dire con forza che Cinecittà c’è e grazie al PNRR ci sarà anche in futuro con tante iniziative. A breve inaugureremo un grande studio di posa, oltre 4mila metri quadrati, il più grande studio di posa all’interno dell’Unione Europea.
E Cinecittà continuerà ad alimentare i sogni…
Cinecittà è la casa dei sogni.
Luca Mercuri
Castel Sant’Angelo sede ospitante di una mostra che parla di cinema?
Castel Sant’Angelo è presente in un doppio ruolo. È un luogo meraviglioso per l’archeologia, l’architettura e la storia ma è anche un luogo iconico per la storia del cinema. Il Castello è stato più volte set di film importanti, fa da contorno a meravigliose opere cinematografiche ma è anche un luogo vivo e dinamico. Certamente non è un luogo rivolto solo al passato, al racconto della sua stessa struttura e delle sue meravigliose collezioni ma è anche un luogo aperto alla città e alle attività del contemporaneo.
Per questo ospita la mostra sulle origini del cinema, collegata alla Festa del Cinema in corso a Roma?
Questa iniziativa vuole rinsaldare il rapporto con la città di Roma, con i cittadini e la società civile. La mostra dà lustro un in questo spazio e si inserisce in un contesto di valorizzazione dell’Istituto in un anno speciale, l’anno del Giubileo ma anche del centesimo anniversario del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, istituito nel 1915.
Con Cinecittà il viaggio era già iniziato con una mostra dedicata a Marcello Mastroianni?
Sì, lo scorso anno il capitolo uno di questa iniziativa è stata la mostra dedicata a Marcello Mastroianni. Una mostra a tema cinema ma dedicata a un personaggio italiano iconico. Dopo il successo dell’esposizione a Castel Sant’Angelo, la mostra sta girando all’estero, Strasburgo, Parigi e il viaggio continuerà. Sono iniziative che migrano negli istituti italiani di cultura all’estero.
Castel Sant’Angelo ha una dimensione internazionale…
Certamente, la dimensione internazionale è propria del Castello. Lo scorso anno Castel Sant’Angelo è stato sede ospitante di una mostra archeologica che prima della tappa conclusiva a Roma, aveva viaggiato per tutta l’America Latina. L’esposizione aveva visitato la rete degli istituti italiani di cultura, raccontando il patrimonio archeologico di una specifica cultura, un popolo italiano pre-romano.

