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Nuove opportunità del Made in Italy

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L’Italia come Paese diffuso, l’Italialogia culturale come ambito per la ricerca delle radici del Made in Italy, finalmente tutelato da una legge quadro definita dagli osservatori più attenti rivoluzionaria, originale e necessaria. Le strategie di rafforzamento e la tutela di un marchio globale, l’istituzione del Liceo del Made in Italy come nuovo percorso di formazione scolastica e della Giornata Nazionale del Made in Italy, sono state al centro di un convegno organizzato dalla Associazione Culturale Eccellenze Italiane, nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il Ministro Adolfo Urso ha richiamato la nuova politica culturale di cui la legge è espressione,  con strumenti e mezzi che per la prima volta consentono di affrontare in maniera organica e a 360°, le problematicità del Made in Italy, individua le opportunità di sviluppo e ne esalta le qualità. La Legge 206/23 segna un passaggio straordinariamente significativo nella sua dimensione culturale, prima ancora che politica perchè cambia la narrazione e sostanzia il concetto di Made in Italy con consapevolezza e conoscenza. Il Made in Italy nasce da lontano, è la nostra storia, scritta da generazioni di Italiani ingegnosi e operosi che hanno fatto del genio italico, virtù e lavoro. Il Made in Italy è cultura ed economia, identità e globalità, riconoscibilità e unicità, un sistema valoriale e un know-how sempre più diffuso nel mondo e percepito come garanzia di qualità dal consumatore globale. Per promuoverlo nel mondo servono professionisti preparati e consapevoli. Nasce da questa necessità il Liceo del Made in Italy, di recente istituzione ma di meditata progettazione.

Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra l’on. Paola Frassinetti, Sottosegretario all’Istruzione e Merito, la professoressa Rossana Pace, Presidente dell’Associazione Culturale Eccellenze Italiane e  Fabrizio Lobasso, Ministro Plenipotenziario Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese.

Paola Frassinetti

Il Liceo del Made in Italy nasce da quale ambizione?

Nasce dall’ambizione di costituire una classe dirigente di ragazzi e ragazze che abbiano le competenze e le conoscenze per andare nel mondo a promuovere i nostri prodotti e tutelare le nostre eccellenze.

L’informazione può avere un ruolo nel presentare l’offerta formativa del nuovo Liceo?

Occorre una necessaria informazione per aiutare le famiglie a capire cosa propone il Liceo del Made in Italy e attraverso quale percorso formativo. Finora se ne è parlato poco e sono state mosse critiche che considero ingiuste. Il Liceo del Made in Italy ha 90 scuole, avrà 90 indirizzi nel prossimo anno scolastico e potrà avere ancora ma con tanti margini di miglioramento. Le famiglie e i ragazzi non hanno avuto il tempo necessario, tra l’approvazione della legge 206 e l’inizio dell’iscrizione nelle scuole, per conoscere bene l’essenzialità del nuovo indirizzo di studio. L’orientamento sarà fondamentale per promuovere la crescita di questa scuola.

Con l’istituzione del Liceo del Made in Italy cosa cambia nella preparazione culturale dei ragazzi?

Il Liceo del Made in Italy non cambia ma aggiunge, colma un vuoto dove non esisteva una cultura umanistica, giuridico- economica e imprenditoriale al tempo stesso che potesse essere la base per diffondere le nostre eccellenze nel mondo. Il nuovo liceo istituisce un nuovo percorso che mancava nel nostro sistema scolastico.

Il Ministero dell’Istruzione e Merito con quali istituzioni collabora per sostanziare la nuova offerta formativa?

Il Ministero deve collaborare con le imprese del settore che  sono fondamentali anche perché continueranno le esperienze delle scuole nelle imprese ma dobbiamo collaborare anche con le amministrazioni locali che hanno un loro ruolo in tutto ciò.

L’idea di borgo globale che il Presidente Meloni ha lanciato in occasione del G7 Italia, con la valorizzazione del saper fare bene cose belle, aiuta la diffusione del Made in Italy?

Aiuta sicuramente perché il borgo globale deve essere anche formato da identità culturali e artistiche. La ricchezza del nostro patrimonio culturale, l’inventiva nel design, nella moda, nell’ingegneria meccatronica e negli indirizzi scientifici, ci pone nella condizione di non dover invidiare nessuno.

Rossana Pace

Come nasce l’idea di porre una legge al centro di un convegno?

L’Associazione Eccellenze Italiane si occupa da 24 anni di promuovere il meglio dell’Italia, in Italia e all’estero. Finalmente è arrivata una legge che aspettavamo da tanto tempo e il primo pensiero è stato diffondere e far conoscere questa legge alla platea più ampia possibile.

Qual è oggi il livello di conoscenza della Legge?

La Legge non è ancora molto conosciuta, altrettanto poco conosciuto è il Liceo del Made in Italy istituito dalla legge, pertanto abbiamo pensato che come il Parlamento e il Governo hanno fatto il loro lavoro emanando una Legge importante, innovativa e originale come la 206/23, noi come società civile, dobbiamo fare qualcosa per promuoverne la conoscenza.

Era una legge necessaria?

Si, assolutamente necessaria e per molte ragioni. Innanzitutto offre sostegni finanziari alle aziende strategiche per il Made in Italy e poi ha la caratteristica di mettere insieme  e armonizzare finanza e cultura e questa è una cosa che è nel Dna degli Italiani, profondamente radicata nella nostra storia.

La mercatura italiana cosa ha rappresentato storicamente?

La mercatura ha rappresentato la presenza degli Italiani nel mondo, i mercanti, che erano uomini colti, sono andati nei monasteri a cercare le opere di Cicerone, Lucrezio, dei grandi classici e insieme agli umanisti non mercanti, hanno investito tempo ed energie per far emergere la cultura. I mercanti italiani sono stati artefici dell’Umanesimo, pensavano che la mercatura fosse un’arte e non solo hanno scovato gli scrittori classici con i quali è nato l’Umanesimo, ma hanno creato gli strumenti delle finanze e un’ampia strumentazione in materia di contabilità. Le prime 7 banche sono nate in Italia, così come la partita doppia, le cambiali, la partita di credito, la Borsa, sono tutte cose italiane che gli Italiani hanno dato al mondo.

Il Made in Italy nasce da lontano?

Il Made in Italy nasce da lontano e viene dagli Italiani.  Made in Italy sei tu è un libro che scriverò per dire agli Italiani che sono loro a costituire lo zoccolo duro del Made in Italy. Una recente ricerca giapponese fa emergere che il prodotto italiano non avrebbe lo stesso successo se non emergesse che il prodotto si basa su come sono fatti gli Italiani.

Cosa significa esattamente?

Significa che dietro la giacca ben fatta,  il cibo buono, c’è un immaginario che gli Italiani propongono al mondo. E’ la ricerca della qualità della vita, un fatto filosofico che gli altri Paesi ci ammirano.

Gli altri Paesi ammirano l’Italia o la copiano?

Gli altri Paesi vorrebbero stare dove gli Italiani sono già.

Cosa si deve intendere per italialogia culturale?

È una materia di studio, una scienza dinamica di ricerca e consapevolezza per capire e spiegare il successo dei prodotti Made in Italy. Un prodotto italiano bello, buono e bel fatto per affermarsi nel mondo deve andare oltre la materialità, deve evocare lo stile di vita degli Italiani, la loro qualità della vita, l’arte di vivere italiano. L’italialogia è cultura e consapevolezza.

L’Italia cosa rappresenta nel mondo?

L’Italia è un Paese diffuso perché non è stato mai chiuso nei suoi confini. I cinesi hanno un Millennium Monument che simboleggia il benvenuto al nuovo millennio, dove ci sono soltanto due stranieri e sono entrambi italiani, Marco Polo e Matteo Ricci, un mercante veneziano e un missionario marchigiano. Non a caso Marco Polo era un mercante.

Fabrizio Lobasso

La dimensione umanistica del racconto sul Made in Italy quanto è importante?

Direi che è fondamentale, dobbiamo tornare all’essenza e l’essenza è l’essere umano, la sua grandezza interiore e la sua unicità nella sua imperfezione. Può sembrare un paradosso ma dentro di noi c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno e nella parte più profonda vivono i nostri valori. E’ proprio sul livello valoriale che noi incontriamo gli altri e raccontiamo noi stessi in modo vero e genuino. E’ questo il vero mondo del Made in Italy, un’azione di soft power, ovvero la capacità di stimolare gli altri, per attirarli nella nostra sfera d’influenza e condividere qualcosa di importante, come una iniziativa commerciale, un’impresa, un evento o un incontro di interessi. Attraverso l’incontro dei valori, stabiliamo con gli altri partnership durature e sostenibili.

L’Italia cosa racconta?

L’Italia racconta i suoi valori che sono bellezza, creatività, ingegno, affidabilità, solidarietà, dialogo, gentilezza, valori insostituibili che ci caratterizzano a livello planetario. L’Italia significa credibilità quando gli altri realizzano che sei italiano, dicono a loro stessi mi fido. E’ su queste basi di profonda credibilità che bisogna lavorare per rafforzare tutte le iniziative di promozione del Sistema Paese perché se siamo ben consapevoli dei nostri perché, dopo arrivano a catena ottimi come e ancor migliori cosa. Il valore è la base, il prodotto l’effetto finale. L’Italia è un campione globale di multilateralismo, siamo precursori dell’arte del dialogo inteso come rispetto delle identità altrui e noi Italiani, nelle cose che facciamo, rispettiamo le identità altrui e sappiamo includerle generosamente. L’Italia in questo momento di grande positività paese esporta valore, le istituzioni concorrono coordinandosi per lo stesso obiettivo, tenendosi per mano, insieme agli imprenditori e al mondo delle associazioni,  tutti più interessati a cooperare con noi per aumentare i livelli di esportazioni e investimenti nel mondo. In questo scenario, il Ministero degli Esteri diventa un pilastro centrale di una sorta di diplomazia ibrida, fatta dalla collaborazione del mondo istituzionale e non, unito verso lo stesso progetto di promozione dell’interesse nazionale e al contempo di un benessere condiviso.

La legge sul Made in Italy esordisce nell’anno delle Radici italiane nel mondo…

Noi abbiamo una Direzione Generale precipua che si occupa di questo ambito, sotto la guida del Ministro degli Esteri che ama in modo particolare questo tema, come più volte ha dichiaratoTurismo delle radici significa recuperare ed evidenziare valori italiani fondamentali come tradizione, cultura, amicizia e accoglienza. Il punto centrale è suscitare ricordi, emozioni, momenti emozionali, pensieri positivi, evocare passioni che danno l’impulso allo straniero a rivolgersi all’Italia e che gli danno voglia d’Italia. Se noi riusciamo a collegarci con quel tipo di turismo fatto di oriundi, simpatizzanti, di quelli che sentono un qualche legame con il nostro Paese e desiderano ravvivare quella scintilla di bellezza per rievocare e ritrovare qualcosa di gioioso, allora abbiamo fatto centro. Nelle radici c’è il nostro perché. Si può ritrovare il nostro perché con un sapore, con una musica, con una brezza estiva, con un tramonto, con una vista davanti al mare o lungo montagne innevate, nelle nostre viuzze, nelle case d’epoca, nei dialetti, nelle usanze ancestrali. Rievocare emozioni, significa desiderare passare del tempo nel luogo che ci ha dato gioia, tornare nel posto che ci ha regalato felicità. Questo è il turismo delle radici, questo significa esportare valore e influenzare gli stranieri a volere sempre più Italia.

Perché è necessario il confronto delle identità?

Una volta che abbiamo consapevolizzato al meglio chi siamo e cosa siamo, è nostro compito incontrarci con gli altri in un mondo globalizzato e multidimensionale, è anche negli altri che riscopriamo parti di noi stessi. Nella ricerca e nel rafforzamento della propria identità, non dobbiamo dimenticare di aiutare chi ci chiede di essere aiutato a riscoprire la propria identità. L’interesse nazionale non è contrapposto al benessere condiviso, ne è semplicemente parte. Io sto bene se stai bene anche tu.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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