La cucina italiana riuscirà a essere iscritta nella Lista Unesco Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità? Unesco lo renderà noto il prossimo 10 dicembre a Nuova Delhi, in India. L’Italia spera di ottenere l’iscrizione a patrimonio dell’umanità per la cucina italiana, candidata in forma globale. Sarebbe la prima cucina al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento. La cucina italiana è conosciuta e diffusa a livello planetario. Nel mondo un locale su cinque serve piatti italiani ed è già questo un parametro significativo. A ciò si aggiunge che la cucina italiana nel mondo vale 251 miliardi di euro l’anno, al netto della contraffazione di prodotti italiani (Italian sounding) che sottrae fino a 120 miliardi di euro.
La cucina italiana è un patrimonio con numerose declinazioni. L’aspetto economico è stato accennato nelle sue linee generali, ma non si può parlare di cucina italiana se non si considera la complessità di fenomeni storici, culturali e sociologici a essa connessi. La cucina racconta la storia e l’identità dell’Italia, la ricchezza delle tradizioni regionali, il sapore dei prodotti tipici, il gusto delle stagioni e la creatività delle ricette. La straordinaria capacità di non buttare via niente non è riciclo ma arte culinaria. La cucina italiana è anche tavola apparecchiata con la tovaglia, riti, consuetudini, gesti e utensili che il mondo conosce e apprezza.
La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità, sostenuta dal Ministero delle Cultura e dal Ministero dell’Agricoltura, è accompagnata da una canzone che fa da colonna sonora. Vai Italia, un titolo beneagurante, è un brano scritto da Mogol, arrangiato da Fio Zanotti e cantato da Al Bano insieme al Piccolo Coro di Caivano, in collaborazione con l’Antoniano di Bologna. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero ha incontrato Gianmarco Mazzi, Mogol, Al Bano, Fra Giampaolo Cavalli e Fio Zanotti.
Gianmarco Mazzi
Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura
La cucina italiana è la prima cucina al mondo candidata a diventare patrimonio Unesco. Qual è il significato?
La cucina italiana ha per noi un grandissimo valore culturale ed è questo il senso della candidatura a Patrimonio Unesco, la più importante istituzione culturale al mondo. Ma la cucina italiana ha anche un valore strategico, si calcola che nel mondo valga 251 miliardi di euro l’anno. C’è poi il fenomeno dei prodotti contraffatti che cercano di copiare la nostra cucina con una scarsissima qualità, sottraendo al nostro Paese fino a 120 miliardi di euro ogni anno. Per noi la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco è una sfida da correre con grande decisione.
La candidatura è accompagnata da una canzone…
Sono felice che abbiamo avuto l’idea originale di accompagnare la candidatura con una canzone. È una cosa inusuale e credo rappresenti una novità anche per Unesco perché non era mai accaduto prima. Vai Italia è una canzone scritta da Mogol, cantata da Al Bano insieme ai bambini del Piccolo Coro di Caivano e dell’Antoniano. Credo sia un buon biglietto da visita per rappresentare bene il nostro Paese.
Con la canzone italiana che rappresenta bene l’Italia nel mondo?
La canzone italiana ci rappresenta nel mondo ma l’Italia ha tutto il patrimonio lirico che è stato già riconosciuto Patrimonio Unesco. Speriamo di portare a termine anche questa sfida con lo stesso successo riconosciuto alla lirica. Incrociamo le dita e aspettiamo cosa deciderà Unesco il prossimo 10 dicembre a New Delhi. L’Italia nel mondo è soprattutto cultura e la cucina rappresenta e racconta il carattere degli Italiani.
Fra Giampaolo Cavalli
Direttore Antoniano di Bologna
Il Piccolo Coro di Caivano e l’Antoniano come entrano nella candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco?
Nel nostro percorso abbiamo incontrato una bellissima canzone scritta da Mogol. Vai Italia è il brano cantato con Al Bano che accompagnerà il percorso della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità.
La collaborazione con il Ministero della Cultura nasce per questa occasione?
È antecedente, da circa due anni stiamo lavorando a Caivano. Abbiamo formato un piccolo Coro con i bambini di Caivano che ripete in parte la storia dell’Antoniano di Bologna. Per questa occasione i bambini dell’Antoniano e i bambini di Caivano hanno un ruolo importante nella canzone, sono il Coro delle voci bianche.
Il cibo cosa rappresenta nella tradizione dell’Antoniano?
Crediamo che il cibo sia una opportunità per tutti, anche per i poveri che ogni giorno accogliamo nelle nostre realtà.

Al Bano
Cantante
Vai Italia è un invito potente, possente come la sua voce che canta una canzone destinata a diventare inno?
Ed è giusto che sia così perché l’Italia è un Paese potente, per radici, storia, cultura. Gli Italiani hanno fatto nei secoli cose lodevoli e straordinarie. Bisogna solo continuare su questa strada.
Nei prossimi mesi ha un impegno importante perché deve portare nel mondo una canzone che accompagna la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco…
Cantare per l’Italia e portare nel mondo la tradizione italiana, la cultura e la musica è una cosa che faccio da sempre. In questa occasione ho un compito preciso, canto per far conoscere la cucina italiana nel mondo ma fa parte anche questo delle tante cose che ho fatto, cantando, per far conoscere l’Italia.

Mogol
Mogol autore del testo di Vai Italia ma anche scenografo e regista in pectore del video che accompagna il brano?
Il video con i bambini che cantano insieme ad Al Bano è stato girato nella mia scuola, al CET, il Centro Europeo Toscolano che ho fondato in Umbria. Sono riprese realizzate nel mio giardino, un posto bellissimo. Ho apparecchiato io, ho messo la tovaglia e tutto quel che si vede nel video. È stata una giornata bellissima.
Cosa si aspetta da questa nuova attenzione sulla cucina italiana?
Mi aspetto maggiore attenzione all’Italia e un incremento del turismo. Tutta l’Italia è bellissima da visitare. Sono sicuro che l’Italia farà ancora tante cose e si svilupperà sempre più produttivamente. Per questo cantiamo forte Vai Italia.

Fio Zanotti
Musicista, arrangiatore e produttore discografico
La produzione di Vai Italia che sapore ha?
Ho i brividi di emozione solo a sentire Vai Italia, perché io sono davvero un patriota. Il mio lavoro mi porta a girare il mondo ma ogni volta che viaggio, non vedo l’ora di tornare a casa. Solo in Italia posso assaporare i gusti e riappropriarmi dei nostri sapori. Mogol, uno dei più grandi parolieri del mondo, ha composto una poesia bellissima. Farla cantare dai bambini è stata una operazione difficilissima ma riuscitissima. I bambini hanno cantato con ritmo, velocità e tonalità. La fine culmina con un Oh, Oh, Oh che sa di liberazione ed emozione.
I bambini come hanno cantato?
Già dalla prima volta che li ho fatti cantare sulla base, ho notato che avevano una musicalità pazzesca. Li ho fatti provare tante volte e quando siamo arrivati al risultato che mi ero prefisso, mi hanno abbracciato in cinquanta. È un’emozione che custodirò nel cuore.
E Al Bano?
Siamo stati insieme un giorno e la voce giusta è venuta dalle 10 a mezzanotte. Una meraviglia!
Il progetto mette insieme cucina e musica…
Credo in questo progetto di promozione della cucina italiana e penso che la musica, la cucina e soprattutto la cultura, salveranno il mondo.


