I Farnese a Roma. La locuzione è evocativa di un mondo, un tempo e un modo di concepire Roma. Il 1527 era stato l’annus horribilis per l’Urbe, devastata dal Sacco di Roma. Il 6 maggio le truppe imperiali di Carlo V erano entrate nella città, costringendo il Papa a fuggire. Il bilancio fu disastroso per Roma, per la sua reputazione di inviolabilità, per la sua popolazione decimata, in parte uccisa, in parte fuggita. Seguirono anni di ricostruzione. Ed è proprio in questo contesto che la famiglia Farnese comincia a proporre una nuova idea di Roma e un nuovo modo di utilizzare l’arte per accrescere il proprio prestigio. Inizia a collezionare opere dell’antichità e tesori d’arte che costituiranno la Collezione Farnese, la più importante e conosciuta dell’epoca rinascimentale.
La Collezione Farnese, iniziata da Alessandro Farnese che nel 1534 diventa papa con il nome di Paolo III, costruirà negli anni successivi uno straordinario patrimonio artistico. Con l’acquisizione di sculture, dipinti, disegni, gemme, monete, preziosi manoscritti, autentici capolavori dell’arte antica. Roma doveva essere ricostruita, dopo il Sacco ma anche in vista del Giubileo 1550. Papa Paolo III prepara la città al Giubileo, promuove il rinnovamento di Roma, in particolare di Piazza del Campidoglio che affida a Michelangelo. La città si trasforma rapidamente. Cambia l’aspetto urbanistico. E questo racconta come storicamente ogni Giubileo abbia portato con sé trasformazioni e cambiamenti nella città vocata all’accoglienza di pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Una famiglia, un progetto ambizioso, un luogo che ne fosse il simbolo. Al centro di Roma, in Campo dè Fiori, Alessandro Farnese fece costruire Palazzo Farnese, la residenza della Famiglia Farnese. Dove cominciarono a essere collocate tutte le straordinarie opere d’arte acquisite e collezionate. La vocazione museale di Palazzo Farnese nasce proprio per la stupefacente concentrazione di tanti capolavori d’arte nel Palazzo considerato il simbolo del potere e del prestigio Farnese. Oggi Palazzo Farnese esiste ancora. La Collezione Farnese non è più collocata nel Palazzo ma si è dispersa in altri luoghi e musei, italiani e internazionali. Da 150 anni è la sede dell’Ambasciata di Francia in Italia ed è presente con un focus sulla Galleria del Palazzo e i suoi capolavori, nella mostra I Farnese nella Roma del Cinquecento, allestita negli spazi espositivi di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini, fino al 30 maggio 2025.
La mostra rende omaggio a una delle più importanti collezioni d’arte del Rinascimento, a una famiglia che ha un ruolo di prestigio nella storia dell’Urbe, a un periodo aureo che si conclude nel 1600, arco temporale in cui la Collezione ha vissuto il suo massimo splendore. La mostra rappresenta uno degli eventi più significativi dell’anno giubilare organizzati dalla Sovrintendenza Capitolina. Per la quantità e il valore dei capolavori esposti, sono stati fondamentali prestiti provenienti da istituzioni museali italiane e internazionali. Napoli, da cui è arrivato il contributo maggiore, è la città che custodisce il maggior numero di opere della Collezione Farnese, conservate nel Museo Archeologico Nazionale, nel Museo e Real Bosco di Capodimonte e nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III.
Il percorso espositivo si articola in 12 sale e racconta il legame tra la Famiglia Farnese, la città di Roma e la Collezione Farnese. Papa Paolo III, il primo artefice della Collezione, è ritratto da Raffaello Sanzio e Tiziano Vecellio ma ciascuno del 140 capolavori esposti, meriterebbe una trattazione dedicata. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Claudio Parisi Presicce, Cyril Blondel, Gianluca Lo Presti.
Claudio Parisi Presicce
Sovrintendente Capitolino e curatore della mostra con Chiara Rabbi Bernard
Chi è stato e cosa ha rappresentato per Roma Papa Paolo III?
Alessandro Farnese, eletto al soglio pontificio nel 1534, è stato un uomo di grande talento. Ha partecipato a sette conclavi e attraverso le relazioni che è riuscito a tessere, si è conquistato una posizione di grande prestigio diventata una sorta di modello.
In che modo?
Ha costruito il proprio prestigio attraverso la realizzazione di Palazzo Farnese, un luogo simbolico e di grande rappresentanza, dove tutti gli artisti si recavano per vedere le raccolte che lui era riuscito a mettere insieme. Ha creato le condizioni per cui la Famiglia Farnese è stata per oltre un secolo, una delle famiglie più importanti di Roma. Paolo III è riuscito a coinvolgere, come committente, tanti artisti del tempo,Raffaello, Tiziano, Domenichino e soprattutto i Carracci.
Perché il loro coinvolgimento fu importante?
Il coinvolgimento dei Carracci fu molto importante, perché venendo dal Nord Italia, hanno portato un cambiamento abbastanza radicale nella concezione dell’arte. Avevano certamente la capacità di ispirarsi ai due grandi maestri Raffaello e Michelangelo, ma portando una cifra stilistica del tutto nuova, il realismo nella pittura sacra e nella pittura di scene mitologiche.
Palazzo Farnese è presente in mostra con una sezione dedicata…
La decorazione del Palazzo Farnese era straordinaria e in mostra si è cercato di restituire ciò che oggi nel Palazzo non è più visibile. Le Collezioni non sono più presenti e le decorazioni sono solo in parte conservate. Il Camerino, la Sala dei Filosofi, dove c’è stata un’attività di collaborazione molto importante con un antiquario erudito, Fulvio Orsini, non sono più percepibili sul luogo, ma soltanto nelle ricostruzioni che si possono fare, come è stato fatto per questa mostra.
Paolo III promosse il cambiamento urbanistico di Roma in vista del Giubileo 1550 a cui purtroppo non partecipò perché morì nel novembre 1549. È una testimonianza di come Roma abbia sempre ripensato se stessa in vista dei Giubilei?
Paolo III è il primo papa “romano”, pur non essendo nato a Roma, dopo un secolo perché l’ultimo era stato Martino V della famiglia Colonna. Papa Paolo II aveva sicuramente un’idea del rinnovamento di Roma, soprattutto a seguito delle devastazioni che i lanzichenecchi avevano prodotto con il Sacco di Roma nel 1527. Paolo III comincia subito, dalla sua elezione al soglio pontificio nel 1534, a immaginare un rinnovamento complessivo della città. Nomina un commissario dell’antichità, Giovenale Latino Manetti che lo affiancherà nella capacità di tutelare l’enorme patrimonio monumentale, archeologico, culturale che la città aveva ancora conservato.

Papa Paolo III comincia a impostare un piano di rinnovamento delle strade, i collegamenti tra i vari centri della città, la realizzazione di Via Paola tra Via Giulia e Ponte Sant’Angelo di cui si conserva in mostra l’iscrizione celebrativa e i due stemmi che lo affiancavano, l’apertura di Via del Corso, la risistemazione di Piazza Santi Apostoli, la realizzazione di altre strade rimaste alla base della realizzazione del Tridente, alcuni bastioni nelle mura che difendevano la città.
Papa Paolo III cambiò il volto urbanistico di Roma?
Aveva indubbiamente un’idea molto precisa di come la città dovesse essere rinnovata e di come dovesse essere rinnovata Piazza del Campidoglio. La affidò a Michelangelo per restituire al Campidoglio la dignità antica, con un progetto che consentisse il trasferimento della statua di Marco Aurelio dal Laterano al Campidoglio, ma anche il rinnovamento degli edifici e la restituzione di un’idea del centro monumentale della città, nell’ambito del Colle più importante dell’antichità. Fa realizzare anche una seconda residenza del Papa, la residenza estiva sul Colle, la Torre di Paolo III che verrà poi demolita in occasione della realizzazione dell’Altare della Patria. Questa residenza consentiva a Paolo III di sentire il Colle Capitolino come casa sua. Anche questo è un segno di rinnovamento essenziale.
Perché i Farnese nella Roma del Cinquecento ai Musei Capitolini è una grande occasione culturale?
Intanto perché qui sono raccolti tantissimi capolavori di grandi artisti, Raffaello, Domenichino, Tiziano, Carracci. Sono esposte sculture antiche tra le più note, riprodotte da disegni e incisioni antiche. È una mostra che racconta un percorso fatto dalla famiglia Farnese, a partire da Paolo III, di utilizzazione dell’arte in funzione del prestigio personale e famigliare. È una novità importante che avrà poi un seguito, in quanto molte famiglie patrizie romane come i Barberini, gli Albani, gli Aldobrandini, imiteranno questo linguaggio e questo nuovo modo di utilizzare l’arte. Paolo III imposta una idea nuova di uso dell’arte antica e dell’arte contemporanea.
Cyril BLONDEL
Ministro Consigliere Ambasciata di Francia in Italia
Palazzo Farnese, simbolo del prestigio dei Farnese a Roma e luogo dove si è formata la preziosa Collezione Farnese, è da 150 anni sede dell’Ambasciata di Francia in Italia…
Poche settimane fa abbiamo celebrato i 150 anni della presenza dell’Ambasciata Francese a Palazzo Farnese. E’ un luogo magnifico, molto importante per Roma e molto importante per noi che ci prendiamo cura del Palazzo e del suo patrimonio storico e artistico. Attualmente sono in corso importanti lavori, abbiamo appena restaurato la facciata ma sono in corso altri interventi nel giardino del Palazzo. Sappiamo che per noi come Ambasciata di Francia è una grande responsabilità essere a Palazzo Farnese. Per me personalmente, avere il mio ufficio nel Palazzo è ogni giorno un grande onore.
Palazzo Farnese è aperto alle visite?
Certamente, tutti possono visitare questo grande e magnifico Palazzo romano.
In occasione dell’Anno Giubilare saranno più numerose le occasioni di visita a Palazzo Farnese?
Sì, normalmente Palazzo Farnese apre alle visite tre giornate alla settimana. Con il Giubileo 2025 abbiamo registrato un incremento delle prenotazioni, pertanto abbiamo deciso di aprire quattro giornate a settimana. Si tratta di un evento eccezionale in quanto non è poi così frequente che un’Ambasciata sia così aperta al pubblico. Capiamo l’importanza e rispettiamo lo splendore di un palazzo che vogliamo condividere con tutti coloro lo vogliano visitare, italiani e turisti.
La bellezza di Palazzo Farnese racconta la grandezza della famiglia Farnese…
È ciò che vedo ogni giorno nel Palazzo in cui lavoro. Cinque secoli dopo siamo ancora qui a parlare di questa famiglia che ha saputo circondarsi dei migliori artisti e ha dato qualcosa di meraviglioso a Roma e alla storia dell’arte. Oggi Palazzo Farnese conserva i decori originali ma le opere della Collezione Farnese si trovano in importanti musei italiani ed esteri. La mostra ai Musei Capitolini è un’occasione straordinaria per entrare nell’allestimento originario delle sale più importanti di Palazzo Farnese.
Gianluca Lo Presti
Direttore Generale Zetema
ZETEMA assicura accessibilità e fruibilità anche a una mostra impegnativa come I Farnese nella Roma del Cinquecento?
Il tema dell’accessibilità è curato da Zetema anche in questa mostra, accessibile ai sordi attraverso l’intervento di traduttori in lingua LIS. È fruibile anche per i non vedenti e ipovedenti, attraverso visite guidate a ingresso gratuito.
Ci sono progetti pensati per le scuole?
Tutte le scuole hanno la possibilità di visitare gli innumerevoli musei di Roma, alcuni dei quali sono ancora poco conosciuti. La mostra è inserita, come tutte le mostre organizzate da Zetema, in un catalogo che presentiamo alle scuole di ogni ordine e grado, partendo dalle elementari.
I Farnese nella Roma del Cinquecento è una mostra che tende a valorizzare un turismo di qualità?
È un tema importante. Ci sono alcuni aspetti legati al turismo, come il turismo di qualità e la destagionalizzazione, che vanno affrontati con responsabilità. Aver fatto partire la mostra a febbraio, un mese tradizionalmente considerato di bassa stagione per il turismo, è sicuramente utile anche per alzare il livello del turismo a Roma.
Zetema a Roma è dappertutto, gli infopoints sono i primi ad accogliere turisti provenienti da tutto il mondo e pellegrini, in questo Anno Santo Giubilare
Zetema offre una serie di interessanti opportunità che possono essere consultate sul nostro sito dai turisti e dagli italiani all’estero, i primi fruitori dei nostri servizi. Roma, con la sua rete museale, è pronta ad accogliere chi la visita. Zetema offre servizi di informazione e orientamento utili per scoprire anche realtà culturali meno note.
