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Borghi antichi e centri storici. Tutela e valorizzazione a tre anni dal sisma di Amatrice

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Il 24 agosto 2016 un terremoto ha ferito il Centro Italia, offeso vite, distrutto paesi, cancellato storie, oltraggiato tesori d’arte, testimoni preziosi di epoche lontane. 283 vittime, famiglie distrutte, paesaggi sconvolti hanno  presentato al mondo uno scenario apocalittico.  Epicentro del sisma Amatrice, borgo antico in provincia di Rieti, poco lontano da Roma, eletta a buen retiro da molti romani che la sceglievano come luogo di vacanza, alimentando un turismo, anche straniero, in netto aumento dopo che nel 2015, era entrata a far parte del club “I Borghi più belli d’Italia”.  

La Basilica di San Francesco, risalente al Trecento, la Chiesa di Sant’Agostino, con il suo bellissimo portale tardo-gotico del 1428, il Museo Civico, la bellezza paesaggistica del luogo, la rendeva meta turistica interessante e piacevole. Il sisma ha distrutto Amatrice e tanti  borghi e centri storici ricchi di storia e di arte, nel Lazio e nelle vicine regioni delle Marche e dell’Umbria, località tutte ad alta densità di patrimonio storico e artistico custodito.

A Norcia, in provincia di Perugia, dove nacque San Benedetto, patrono d’Europa, è andata distrutta la Basilica di San Benedetto, costruita proprio sopra la casa natale del Santo e della sorella Scolastica, che hanno dato origine al monachesimo occidentale la cui attività ha consentito, nei secoli, la sopravvivenza della cultura classica attraverso l’opera appassionata dei monaci amanuensi. A Tolentino, uno dei borghi più belli delle Marche, il patrimonio artistico delle chiese è stato seriamente danneggiato, i merli del torrione e le mura duecentesche hanno ceduto e oggi il centro storico e i monumenti sono solo parzialmente fruibili. A Civita di Bagnoregio, nell’Alto Lazio, considerato uno dei borghi più belli d’Italia, a elevata capacità attrattiva di un turismo straniero interessato alla storia della località, alle sue origini etrusche e al centro storico che risale alla fine del Medioevo, il sisma ha aperto crepe, purtroppo insanabili, nello storico campanile. Contestualmente alla tragedia umana, si apriva l’emergenza legata al recupero e alla salvaguardia dei beni culturali di grande pregio in una zona diventata improvvisamente terra dei campanili spezzati, con chiese, torri e palazzi storici crollati. 5.000 edifici di rilevanza storica sono stati colpiti dal terremoto, gioielli archeologici e architettonici si sono interamente sbriciolati.

I “Caschi Blu della Cultura”, la task force dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, nata nel 2015 e denominata “Unite4Heritage”- formata da trenta militari del Comando, insieme a funzionari del Ministero per i Beni Culturali, pronti ad intervenire in aree colpite da catastrofi naturali – hanno effettuato in quella occasione il loro primo intervento di recupero svolto con altissima professionalità, salvando un numero considerevole di opere nelle zone colpite dal sisma. In occasione della mostra celebrativa L’Arte di salvare l’Arte. Frammenti di storia d’Italia” organizzata per il cinquantennale del Nucleo dei Carabinieri dell’Arte e ospitata recentemente al Quirinale, una intera sala espositiva è stata allestita con le opere recuperate dai Caschi Blu della Cultura, interamente provenienti dalle zone dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2016. Tesori d’arte grandi e piccoli, più o meno noti ma che rivestono un grande valore per le comunità da cui provengono e nelle quali saranno ricollocate in condizioni di sicurezza, auspicabilmente in tempi brevi, attualmente custoditi nei depositi del Ministero dei Beni Culturali. L’opera certamente più conosciuta è la grande tela del Tiepolo, raffigurante L’apparizione della  Madonna con Bambino a San Filippo Neri recuperata nella Chiesa di San Filippo Neri a Camerino, in provincia di Macerata e già ricollocata nella Chiesa del Seminario. Tra le opere d’arte recuperate ed esposte, Il Crocifisso, Il Sant’Antonio Abate, la tela con La Crocifissione dei dolenti, trovata accartocciata e sottoposta ad una complessa opera di valorizzazione di quanto è stato possibile salvare, La Madonna con Bambino, provengono da Norcia, mentre un importante dipinto di Cola dell’Amatrice (pittore vissuto tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500), proviene da Amatrice.

I dati del Mibac contenuti in una relazione del novembre 2017, danno contezza di 20.254 beni storico-artistici e archeologici recuperati, 4.623 metri lineari di beni archivistici, 9.780 volumi di beni librari. Un’opera di recupero imponente. A distanza di tre anni dall’evento, si impone, con altrettanta urgenza, il tema della tutela e conservazione dei centri storici che costituiscono la memoria delle città, di chi le ha costruite e abitate nel corso delle diverse epoche storiche.

L’Osservatorio Roma e America Oggi ne parla con il prof. Alfredo Morrone, docente di diritto amministrativo e studioso di diritto dei Beni Culturali e Paesaggistici, per delineare il profilo, storico e giuridico, dei centri storici oggi, in un Paese come l’Italia ad alta densità di borghi antichi, da tutelare e valorizzare con attenzione e cura.

Professor Morrone, cosa si intende esattamente per centro storico borgo antico?

Per centro storico si intende il nucleo urbano ove, nel tempo, si è insediata una comunità e si sviluppata. Il complesso dei beni immobili che attraverso le epoche storiche sono stati realizzati, portano in sé la loro testimonianza avente valore di civiltà. La tutela e la conservazione dei nuclei e delle città storiche, esprime la necessità di conservare la memoria della comunità che vi si è insediata e successivamente sviluppata. Non sempre vi è stata attenzione verso questi temi e, nel passato, i centri storici sono diventati luoghi di degrado urbanistico con conseguenti ricadute sociali. Per questi motivi la prima attenzione che il Legislatore unitario del neo nato Regno d’Italia ha rivolto a queste realtà, fu influenzata da necessità di salvaguardia igienico-sanitaria, senza alcuna attenzione a esigenze di tutela culturale. Oggi i centri storici costituiscono delle “enclavi” all’interno delle città o dei paesi italiani e meritano adeguata salvaguardia a tutela dei principi paesaggistici e storici che esprimono.

Gli eventi sismici del 2016 come hanno cambiato la percezione dei centri storici in Italia?

Purtroppo in nessun modo vista la necessità di assolvere all’emergenza abitativa che non consente di ipotizzare, in molti casi, il recupero delle strutture preesistenti. L’abbandono dei centri storici, dopo il verificarsi di calamità naturali, è purtroppo un fenomeno diffuso.

La ferita inferta al cuore artistico dell’Italia dei Borghi ha portato all’adozione di provvedimenti legislativi specifici a tutela dei centri storici?

Il Legislatore nazionale, non ha ancora percepito la necessità di introdurre norme specifiche a tutela dei centri storici, intesi quali testimonianza dell’evoluzione socio-culturale della comunità insediata storicamente su un determinato territorio. L’unica forma di tutela, significativamente attenuata, è quella di natura paesaggistica riservata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, esclusivamente per i borghi e i nuclei storici dichiarati di notevole interesse pubblico dal MIBAC.

Le immagini dei capolavori archeologici, architettonici e artistici feriti dal sisma hanno fatto il giro del mondo, suscitando sentimenti di vicinanza e partecipazione emotiva. La tutela dei territori ricchi di storia e arte ci accomunano ad altre realtà internazionali?

Il nostro sistema legislativo in materia di tutela, rappresenta una delle migliori espressioni, a livello mondiale, di normativa. Storicamente l’Italia ha sviluppato una concezione di tutela assai sofisticata, volta a ricomprendere un’ampia gamma di fattispecie. Tuttavia, le emergenze non si conciliano, o si conciliano male, con la funzione amministrativa della tutela che, di sovente, può essere posta in posizione subordinata.

La valorizzazione dei centri storici attraverso quali modalità attualmente avviene e quali sarebbero, a suo  parere, le azioni di sostegno da attuare per la promozione di tali realtà nel mondo?

Un elemento di fondamentale importanza per la valorizzazione dei centri storici è il miglioramento dell’offerta turistica e procedure amministrative volte al mantenimento delle realtà commerciali e artigianali che nei secoli hanno animato i centri storici, intesi quali vera testimonianza avente valore di civiltà. Anche le manifestazioni artistiche, di qualsiasi natura – location per film con produzioni internazionali, organizzazione di eventi, congressi, ecc.- possono contribuire alla valorizzazione e alla fruizione dei nuclei storici delle città.

Gli Italiani hanno adeguata consapevolezza del valore storico artistico dei loro centri storici?

Domanda impegnativa e complessa. Gli Italiani hanno sicuramente la consapevolezza di vivere in un Paese ove è presente la più alta concentrazione mondiale di patrimonio storico, artistico e archeologico. Ciò però contrasta con altri fenomeni, patologici e negativi quali, ad esempio, l’incontrollata attività edilizia, che spesso sfocia in fenomeni di degrado e abusivismo edilizio. La speculazione edilizia, che ha segnato lo sviluppo della nostra nazione, ha lasciato ferite indelebili sul nostro territorio, sulle nostre città e sul paesaggio.

Iniziative come “Il Lazio è una favola da raccontare”, premio regionale dedicato ai borghi e ai luoghi del Lazio promosso dall’Unione delle Pro Loco e dall’Assessorato regionale al Turismo, contribuiscono a diffondere la conoscenza dei centri storici e la promozione del patrimonio storico, artistico e culturale di cui sono espressione?

Ciò che auspico è una politica del turismo culturale che oggi in Italia è assente. Basti pensare che attualmente le competenze amministrative in materia di turismo, sono state attribuite al Ministero delle Politiche Agricole, sottraendole al Ministero dei Beni Culturali: tutto ciò è apparso di assai difficile comprensione. L’iniziativa cui fa riferimento può essere certamente considerata meritevole di interesse.

L’auspicabile valorizzazione e promozione dei borghi antichi e dei centri storici quali   ricadute può avere sul turismo italiano e internazionale?

Il turismo internazionale considera l’Italia una meta di primo livello per l’importante combinazione di patrimonio culturale e bellezze naturali. Le ricadute possono essere notevoli con una saggia azione politica e amministrativa.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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