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Viaggio nei Musei Civici

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Se Roma è la città d’arte italiana più amata dai visitatori di tutto il mondo, come conferma una recente ricerca presentata dal Ministero del Turismo e da Enit agli Stati Generali del Turismo, il merito è anche dello straordinario patrimonio archeologico, storico e artistico custodito nei suoi musei. I Musei Capitolini, il primo e più antico museo pubblico del mondo, sono al centro di una rete museale coordinata da una nuova Direzione dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina diretta da una studiosa di museologia, professoressa ordinaria di Storia della critica d’arte, Museologia e Storia del collezionismo. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Ilaria Miarelli Mariani.

Direttrice, cosa rappresenta per la collettività un museo civico?

I musei civici sono musei che dipendono dai comuni e quindi dalle città. Roma è l’unica città in Italia ad avere, oltre a una Soprintendenza speciale statale, una Sovrintendenza Capitolina, un organismo comunale che dall’Unità d’Italia e soprattutto da quando Roma diventa capitale, si occupa del patrimonio romano e della sua storia gloriosa, a partire dai  Musei Capitolini, i più antichi tra i musei, fondati nel 1471 quando Papa Sisto IV dona al popolo romano statue bronzee, tra cui la Lupa capitolina, diventata il simbolo della città.

I musei civici romani rappresentano l’apice dei beni culturali non solo di Roma ma di tutto il patrimonio storico artistico italiano

 Roma, dopo l’elezione del sindaco Roberto Gualtieri, si è dotata di una nuova Direzione che riunisce dodici musei civici. I Musei Capitolini, il museo leader con la Pinacoteca custodita al loro interno, rappresentano un modello di museo esportato prima in tutta Europa e poi in tutto il mondo che propone un’idea di museo non basata su collezioni principesche o di famiglie nobili, ma aperto alla popolazione e quindi pubblico. I Musei Capitolini sono stati fondati anche per non disperdere le opere che venivano vendute all’estero dalle grandi famiglie nobiliari in disuso e da chi le recuperava scavando. Per questo il Pontefice decise di istituire un museo dove collocare tutte le collezioni salvate. I Musei Capitolini rappresentano il prototipo del museo pubblico, conservano al loro interno ancora l’allestimento settecentesco e sono il fiore all’occhiello della museologia mondiale.

Come è organizzata la rete dei Musei Civici?

Roma ha riunito per la prima volta i musei archeologici e i musei storico artistici di Roma, dodici musei tutti straordinari, sotto un’unica Direzione. Ogni museo ha la sua storia e merita di essere visitato e vissuto con grande attenzione. Il Museo di Roma a Palazzo Braschi su Piazza Navona è il museo sulla storia di Roma, eccezionale per le collezioni che custodisce, quasi tutte accessibili attraverso il SIMART WEB, il catalogo online dei beni culturali di Roma. È nel bellissimo Palazzo Braschi, ospita al primo piano mostre temporanee importanti, al secondo e terzo piano accoglie l’unico museo della città che esiste su Roma. Le opere esposte rappresentano solo una parte delle Collezioni e del patrimonio archeologico custodito nei depositi, da cui attingiamo per allestire mostre temporanee e dare visibilità al patrimonio nascosto. A pochi passi c’è il Museo Archeologico Giovanni Barracco che rientra nel circuito dei musei gratuiti come il bellissimo Museo Napoleonico dove sono custoditi capolavori del periodo Neoclassico francese, abiti originali, collezioni di opere d’arte, cimeli e memorie che costituiscono il patrimonio più importante in Italia dedicato al culto di Napoleone e della sua famiglia, parte della quale visse a Roma. Straordinario è il Museo di Zoologia a Villa Borghese, il primo museo scientifico italiano. Ha una storia importante, svolge attività di ricerca, custodisce collezioni di animali ma è anche un punto di riferimento culturale fondamentale per studiosi della biodiversità e per giovani naturalisti, per questo è molto frequentato dalle scuole.  I Mercati di Traiano sono un museo e un luogo straordinario assolutamente da visitare per capire come funzionavano le terme romane perché scendendo nel Foro sottostante, si entra proprio in una terma romana completamente ristrutturata. È un museo molto frequentato anche perché ospita mostre molto belle legate alla storia del territorio. La Galleria di Arte Moderna ospita capolavori legati alla Scuola Romana da fine Ottocento a metà Novecento, custodisce opere di Morandi, Carrà, Balla, capolavori finora esposti a rotazione per problemi di spazio che si stanno risolvendo con l’acquisizione di un vicino deposito AMA che consentirà di ampliare lo spazio espositivo destinato alle collezioni permanenti e di continuare al contempo ad allestire le mostre temporanee alle quali teniamo molto perché permettono il ricambio e  stabiliscono un dialogo  con i visitatori. Tra i dodici musei civici c’è la Centrale Montemartini, un eccezionale esperimento di archeologia industriale che ospita opere della classicità. La Pinacoteca capitolina ospita due dipinti di Caravaggio, tra cui il San Giovanni Battista considerato forse il suo capolavoro più importante, una serie di opere tarde di Guido Reni acquistate direttamene nello studio del pittore, tra le quali Anima Beata ora in mostra al Prado e altri capolavori che spesso prestiamo ad altri musei per l’allestimento di mostre in Italia e all’estero. Attualmente abbiamo un dipinto di Velasquez in prestito al Metropolitan di New York. Il Museo di Roma in Trastevere, nato come museo del folklore, è diventato un punto di riferimento internazionale come museo della fotografia contemporanea, ospitando mostre dedicate soprattutto a fotografe. È un museo nel cuore di Trastevere, molto frequentato e vissuto anche dai giovani perchè coniuga contemporaneità e tradizione. È un luogo bellissimo che ospita anche la casa del poeta Trilussa con tutto il suo lascito. L’Ara Pacis ha un bellissimo spazio espositivo che verrà reinaugurato con una mostra sulla Giustizia, a cui seguiranno una mostra su Helmut Newton e altri progetti importanti.

I cittadini romani conoscono come dovrebbero i musei civici?

I cittadini romani amano i loro musei e li frequentano. Il dato emerge dal numero di biglietti di accesso collegati alla MIC card, lacarta dei musei in comune che consente ai residenti a Roma l’ingresso gratuito in tutti i musei e la partecipazione a tutte le attività che vi si svolgono, come le visite guidate e i concerti. La pandemia, con le limitazioni ai viaggi, ha comportato un ritorno del pubblico di prossimità nei musei della città e una riscoperta del piacere di andare al museo.

Il desiderio di approfondire la conoscenza della città d’arte vale anche per i turisti?

La sfida è proprio riuscire a catturare l’attenzione dei turisti stranieri in modo che dopo aver visitato i centri di maggior attrazione, programmino un viaggio per approfondire la conoscenza dei nostri musei. Lavoriamo per allestire mostre interessanti non solo dal punto di vista scientifico ma anche per il grande pubblico e siamo giù impegnati nella programmazione di eventi culturali in vista del Giubileo 2025 per offrire un programma all’altezza di una grande capitale europea.

La riflessione su come gestire il tema controverso tra la necessaria promozione del patrimonio artistico, la sua valorizzazione ma anche la tutela dai rischi connessi a un turismo di consumo, coinvolge i musei civici?

Nella nuova definizione del museo, il museo esiste anche per il piacere del pubblico, non solo per le tradizionali funzioni di conservazione e valorizzazione. L’idea è che il museo entri nella vita della città, compresi i turisti. Credo che con il concetto di turismo di consumo dobbiamo un po’ imparare a fare i conti. Il museo deve diventare uno spazio più aperto, deve essere percepito non come un luogo tempio e affinchè ciò accada, dobbiamo raccogliere la sfida di coniugare ciò che piace al vasto pubblico con qualcosa di più scientifico e specifico. L’obiettivo è garantire l’accessibilità culturale attraverso pannelli didattici e didascalie che consentano al pubblico di visitare il museo anche da soli, sentendosi a proprio agio in un luogo che deve appartenere a tutti.

Chi si occupa di cultura dei beni museali decide che aspetto ha il mondo e chi ha la responsabilità dei Musei Civici di Roma a quale compito è chiamato?

Il museo deve partecipare in maniera etica e sociale ai temi che vengono posti dalla società. Sergio Mattarella, nel suo primo discorso di insediamento da presidente della Repubblica, citò anche i musei tra i luoghi che devono far parte della vita di ogni cittadino. Questa considerazione mi commosse molto e la ricordo sempre ai miei studenti. I nostri Musei Civici organizzano tutta una serie di attività gratuite e aperte al pubblico in occasione di appuntamenti importanti, come per l’8 marzo giornata mondiale dedicata alla donna, per il 21 Aprile il Natale di Roma che ci avviamo a celebrare.

Come si arriva all’allestimento di una mostra? È  l’argomento che incontra il museo o viceversa e qual è il ruolo del curatore?

La mostra sceglie il museo e il museo sceglie la mostra, in  uno scambio vicendevole. La curatela è importantissima. A noi piace produrre mostre internamente, per valorizzare le Collezioni che non sono esposte e per questo accogliamo le idee dei nostri bravissimi funzionari ma accettiamo anche proposte dall’esterno di curatori che hanno una loro idea, la esaminiamo e se a noi piace, troviamo il modo di finanziarla e allestirla.

Obiettivi immediati della sua Direzione?

 Mi piacerebbe riuscire ad aprire alla mostra temporanea di valore anche spazi meno usi a ospitare mostre. L’idea di allestire mostre di arte contemporanea in musei più antichi  può avere molto il senso del dialogo. Sarebbe interessante collaborare anche con altri enti culturali della zona,  abbiamo già contatti con Palazzo Altemps, una delle sedi del Museo Nazionale Romano, collocato alla parte opposta di Piazza Navona rispetto al Museo di Roma e con la Quadriennale di Roma a cui abbiamo dato in gestione alcune sale al piano terra. E’ una sinergia che funziona benissimo perché consente anche di valorizzare il bellissimo cortile del Museo di Roma, uno spazio pubblico che collega direttamente Corso Vittorio a Piazza Navona, fruibile da cittadini e visitatori.

Cosa rende più attrattiva una mostra, l’artista famoso o un’opera inedita?

Se parliamo di numeri, vincono ancora le mostre che propongono opere di artisti molto famosi. Il grande nome è ancora più attrattivo, ma anche il tema di una mostra ha grande importanza. Le mostre che presentano inediti, magari solo per un breve periodo, possono essere molto visitate grazie al passaparola.

Le politiche culturali sono molto importanti, l’arte, la sua fruibilità, i musei di Roma sono entrati nei programmi politici dei candidati alle ultime elezioni amministrative…

La costituzione della Direzione unica dei Musei Civici deriva proprio dai programmi delle ultime iniziative. Siamo convinti, con il sindaco Gualtieri, che il museo unico non abbia motivo di esistere e che vada valorizzata e fatta conoscere la straordinaria rete di musei già esistente. Fare un museo unico non avrebbe senso, ci sono tante realtà da valorizzare e mettere in rete, sotto un’unica regia, rispettando la specificità di ogni museo e l’allestimento che è già musealizzato. La nuova Direzione istituita nella Sovrintendenza Capitolina lavorerà per valorizzare, mettere in rete e far capire che esistono queste realtà, facendo in modo che i musei più famosi facciano da volano a quelli più piccoli e meno conosciuti.  Roma non è solo archeologica,  ha tante voci che devono essere rappresentate, è antica ma anche medievale, barocca, napoleonica, ottocentesca.

Una studiosa come lei che dedica la propria vita all’arte, insegna museologia, scrive saggi e libri, come affronta le sfide di un incarico prestigioso in una città dove tutto parla di arte e storia?

Insegno museologia all’università da 21 anni ed essere risultata idonea a questa selezione, mi offre l’opportunità di applicare gli studi e le esperienze condivise nei tirocini con i direttori dei più grandi musei italiani e internazionali con i quali spero di poter collaborare. Lo scambio di esperienze tra docenti universitari e funzionari dei musei è importante per proporre riflessioni su punti di vista diversi.

C’è un museo che ancora manca a Roma e le piacerebbe  istituire nel corso del suo mandato?

Mi piacerebbe organizzare una grande mostra sulla storia della moda a Roma dall’inizio del ‘900, come preludio del Museo della Moda, per valorizzare un patrimonio di saper fare che ha visto grandi sarti e stilisti conquistare il mondo. I musei della moda sono un capitolo molto importante della nuova museologia, hanno un loro linguaggio e fanno parte del nostro patrimonio. La moda è arte.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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