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Il Made in Italy è legge

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L’Italia tutela il Made in Italy con una legge, entrata ufficialmente in vigore l’11 gennaio 2024. Perché è importante e come cambia la valorizzazione del fare bene italiano, oggetto finora di apprezzamento e riconoscibilità nel mondo ma privo di una concreta strategia di protezione e promozione industriale? Il concetto di industria comprende anche le imprese culturali e creative, un multiforme e straordinario patrimonio di competenze e talenti che traghettano il made in Italy nel mondo.

Cinema, editoria, discografia, audiovisivo, moda, videogiochi, botteghe artigiane e marchi storici e tante altre categorie connesse, hanno finalmente strumenti, mezzi, risorse e soprattutto norme per operare: un albo, un piano nazionale strategico e un fondo sovrano. La legge sostanzia il racconto dell’identità italiana e della sua eccellenza, la mette a sistema, indirizza la costruzione di competenze specifiche, istituisce il Liceo del Made in Italy come nuovo percorso di formazione scolastica e la Giornata nazionale del Made in Italy che ricorre il 15 aprile di ogni anno.

L’istituzione di una legge riconosce al made in Italy, finora oggetto di appassionata narrazione ma privo di sistematicità giuridica e di adeguata protezione legislativa, la centralità nelle politiche industriali di un Paese che ha molto da tutelare perché gli Italiani sanno fare bene cose belle che piacciono a tutti.

Il Ministero della Cultura ha organizzato nella sede del Collegio Romano, una giornata di ascolto e confronto con gli operatori del settore creativo, esteso anche a rappresentanti delle altre amministrazioni coinvolte nella promozione del made in Italy nel mondo, per approfondire istanze e mettere a sistema esperienze e competenze, in vista della elaborazione e scrittura dei decreti attuativi.

Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Lucia Borgonzoni, sottosegretario al MIC, Cecilia Piccioni, direttrice centrale per la promozione della lingua e della cultura italiana al MAECI e Amedeo Teti, capo dipartimento del Ministero delle Imprese e Made in Italy.

Lucia Borgonzoni

Qua è l’impatto culturale della legge sul made in Italy e quale l’impatto economico?

La legge costituisce la cornice legislativa che rafforza, con un insieme di norme pensate ex novo, la filiera del settore che vede protagoniste le imprese culturali e creative. Il settore è strategico, ha un ruolo da protagonista nell’economia del Paese e finalmente  comincerà a essere messo a sistema, tutelato e valorizzato come merita.

La legge sul made in Italy è una novità che traccia una nuova storia?

Si, è un momento storicamente significativo perché per la prima volta viene dato un riconoscimento importante al patrimonio delle imprese culturali e creative e messo a sistema un mondo che avrà norme, fondi, strumenti nuovi. La legge introduce novità che segnano un importante cambio di passo. Si introduce la definizione di impresa culturale e creativa, si predispone un piano nazionale strategico e si stabilisce un fondo dedicato di 30 milioni di euro in dieci anni.

Tra i nuovi strumenti c’è un albo per dare riconoscibilità e appartenenza anche alle piccole e medie imprese culturali e creative?

È una importante forma di riconoscimento che tutela le imprese piccole e medie, con pochi dipendenti ma con valori e tradizioni importanti da proteggere e promuovere perché costituiscono una grande ricchezza culturale e produttiva del nostro Paese.  

Cecilia Piccioni

Qual è oggi l’immagine dell’Italia da proiettare all’estero?

Un’immagine contemporanea a tutto tondo, che tenga conto delle specificità ed eccezionalità del nostro saper fare e che viene costantemente presentata, al di fuori dei confini nazionali, attraverso la rete consolare degli Istituti di Cultura all’estero e di tutti gli uffici del Sistema Italia che operano all’estero.

È corretto parlare di promozione integrata?

È più corretto parlare di politica della crescita con la quale cerchiamo di promuovere all’estero il nostro Paese e il sistema imprenditoriale che lo sostiene, in modo da incorporare tutte le dimensioni del nostro saper fare.

Quali esattamente?

Tecnologia, scienza, cultura, creatività, ingegno imprenditoriale ma anche un importante patrimonio valoriale. Siamo il Paese di Leonardo e di Michelangelo, delle arti e della letteratura ma anche quello che oggi contribuisce in modo significativo al successo della missione spaziale internazionale.

Amedeo Teti

Un Ministero per il Made in Italy, una legge sul made in Italy, una giornata nazionale che lo celebra. Cosa cambia per l’Italia?

L’Italia si tinge di bianco, rosso e verde. Il 15 aprile, la prima Giornata nazionale del Made in Italy, sarà una giornata piena di sorprese. Ci saranno eventi importanti e diffusi, come le lezioni che i nostri Cavalieri del Lavoro svolgeranno presso le scuole e le università.

La sua definizione di made in Italy?

È qualcosa di troppo grande, difficile da spiegare, il made in Italy è un abbraccio di tante cose, storie, talenti, competenze. Ogni Italiano che vive all’estero si sente ed è ambasciatore del suo Paese, avverte l’orgoglio di portare voglia di fare, capacità, benessere. Questo è il made in Italy, la forza dell’Italia e il sapersi riconoscere anche quando siamo fuori dal nostro Paese.

La legge sul made in Italy come sviluppa le potenzialità delle imprese culturali e creative?

Le potenzialità sono infinite e finora poco espresse. Chiunque visita Parigi, visita il Louvre e chiunque visita il Louvre è interessato a visitare la Gioconda, un piccolo quadro italiano. Questo rende l’idea delle potenzialità che abbiamo, moltiplicate per tutto il nostro patrimonio artistico e culturale.

La legge è un buon punto di partenza per attrarre investimenti stranieri?

Esattamente, è un punto di partenza, non di arrivo. Ma se saremo capaci di fare rete, riusciremo ad attrarre investimenti esteri in Italia anche in luoghi ancora poco conosciuti e valorizzati. La legge sul made in Italy offre una grande occasione.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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