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Festival Tulipani di Seta Nera con RAI Per Il Sociale

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I Tulipani di Seta Nera sono gli Oscar del cinema sociale che saranno consegnati a Roma, nel corso di una serata evento trasmessa a giugno su Rai2, alle opere vincitrici del Festival Internazionale di cinematografia sociale, presentate, insieme alla piattaforma digital che le veicolerà, alla Casa del Cinema. Un Tulipano per il miglior cortometraggio, il miglior documentario, la migliore clip musicale, la migliore digital serie, la migliore fiction e il miglior film.

Il Festival Tulipani di Seta Nera è una pregevole iniziativa che racconta storie d’autore di interesse sociale, attraverso opere di audiovisivo breve, italiane e straniere. La rassegna è il racconto cinematografico di tematiche legate alle fragilità che appartengono alla società civile, sovente sottaciute o derubricate a necessità secondarie. La potenza del linguaggio cinematografico passa attraverso canali diversi, dal grande schermo alle piattaforme digital, arriva al cuore della gente e informa, educa, emoziona e responsabilizza sui grandi temi sociali. Tra gli autori e gli spettatori si instaura una circolarità empatica e virtuosa, attraverso le 400 opere iscritte all’edizione in corso. 260 cortometraggi, 63 documentari, 37 digital serie e 40 videoclip fotografano le fragilità di un tempo, ferito da pandemia e guerra, che è necessario cominciare a raccontare, per contrastare derive di abbandono e sollecitare l’attenzione della collettività. La RAI attribuisce al Festival della cinematografia sociale una importante connotazione valoriale e attraverso RAI Cinema Channel e RAI Per Il Sociale supporta i Tulipani di Seta Nera.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Giovanni Parapini Direttore di Rai Per Il Sociale, Diego Righini Presidente del Festival Tulipani di Seta Nera e Janet De Nardis Direttore delle digital serie.

Giovanni Parapini

Cosa rappresenta la divisione RAI Per il Sociale?

RAI Per il Sociale rappresenta una grande sfida del servizio pubblico, per portare i grandi valori che accompagnano il crescere di ogni società nell’ambito dell’opinione pubblica italiana e di tutti i residenti nel nostro Paese. Stiamo lavorando su 4 direttrici, una presidia le raccolte fondi e le campagne di sensibilizzazione sociale per l’opinione pubblica, una seconda si occupa di ambiente e sostenibilità in modo concreto, una grande scommessa che deve essere attuata praticamente, al di là delle tavole rotonde o dei convegni dove si affronta il tema solo a livello teorico. Una terza direttrice riguarda l’inclusione, le diversità, la parità di genere, la violenza contro le donne e le disabilità. Un’altra direttrice riguarda i temi sociali, la lotta alle diseguaglianze, il tema della pace, della democrazia, della protezione degli anziani, dell’infanzia, dei rifugiati, dei migranti, dei detenuti che sono persone private della loro libertà. Noi presidiamo tutti questi temi e cerchiamo di diffonderli, promuovendoli verso i nostri editori che sono Reti e Testate, Tg1, Tg2, Tg3,  e i Canali Rai1, Rai2 e Rai3 e dal prossimo secondo semestre con le Direzioni di Genere che fanno parte del nuovo piano industriale. RAI Per il Sociale è l’anima sociale del gruppo RAI che batte forte e batte sempre unicamente in favore del Paese. Noi dal settembre dell’anno scorso pubblichiamo sul nostro sito il progress sociale, in modo che qualunque italiano può vedere sul sito www.rai.it/raiperilsociale, che cosa fa settimanalmente e quotidianamente tutto il Gruppo RAI in favore dei temi che ho raccontato.

Sono i temi delle fragilità contemporanee

Assolutamente, sono temi che riguardano lo spirito e il corpo. Il corpo è più conosciuto perché esprime disabilità più evidenti che si manifestano con menomazioni o difficoltà nell’autonomia personale, ma il nostro tempo ha grandi fragilità di spirito che impattano sui giovani. La pandemia ha condizionato fortemente i giovani e ha creato squilibri, ansie e depressioni che abbiamo potuto fotografare in modo chiaro, pur senza essere degli specialisti. A queste fragilità evidenti, abbiamo cercato di dare risposte, offrendo pillole di psicologia e numeri utili ai quali rivolgersi per avere conforto in questo tempo ancora purtroppo sospeso anche per via della guerra che sta colpendo la confort zone di ciascuno, aggiungendo uno shock molto forte alle difficoltà acuite dalla pandemia.

 RAI Per il Sociale parla al cuore delle persone?

Parlare al cuore delle persone è il pregio che in questo momento tutti ci stanno riconoscendo perché oltre a parlare, facciamo i fatti. Abbiamo prodotto tanti progetti concreti in favore della comunità nazionale e ne siamo molto orgogliosi. Parlare alle persone con ogni modalità e con i migliori linguaggi come quello cinematografico e digitale, è la nostra bussola.

Come nasce il sostegno al Festival Tulipani di Seta Nera?

È un sostegno a un Festival che rappresenta un momento di inclusione, coesione ed eccellenza di saperi e conoscenze rimasti fino a oggi rimasti a latere, perché il cinema è considerato ancora un mondo patinato ed esclusivo, da red carpet. Il Festival Tulipani di Seta Nera ha il grande merito di portare questi temi nel cuore degli Italiani, anche grazie al supporto della RAI.

Perché il Festival Tulipani di Seta Nera è per la RAI un evento valoriale e sociale?

Lo è in quanto unisce e coniuga i valori cari al servizio pubblico, anche rispetto al contratto di servizio che noi come RAI abbiamo siglato con il Governo. La piattaforma presentata insieme al Festival rappresenta un unicum nel panorama cinematografico italiano, perché capace di promuovere un ruolo sempre più delicato e importante della cinematografia italiana, in grado di smuovere le coscienze, costruire momenti di pensiero e riflessione, creare nuove forme di educazione e apprendimento della  nostra comunità nazionale. La piattaforma e il Festival valorizzano il lavoro prezioso dei giovani, dando loro l’opportunità di fare sperimentazione e innovazione, sviluppando nuovi progetti che possano competere in un mercato meno effimero e più etico. Il Festival Tulipani di Seta Nera è un esempio concreto dove si può costruire uno spazio senza confini, in grado di guidare il pubblico in una diversa prospettiva del mondo, alla riscoperta di quei valori sociali la cui memoria e identità vanno protette e salvaguardate perché senza memoria e senza identità il futuro e la transizione economica, ambientale e digitale rischiano di perdersi nel vuoto dei valori che abita sempre di più il cuore delle nostre coscienze.

Creare una catena del valore nel cinema sociale cosa significa?

È questo il nostro obiettivo ed è per questa ragione che RAI Per Il Sociale supporta con convinzione il Festival e la piattaforma. La catena del valore nasce dal lavoro che fanno i ragazzi, passa per la necessità di trovare chi poi apprezzi questo lavoro, chi ha la capacità di inserirlo in un circuito positivo, chi poi seleziona i lavori che hanno una coerenza, una poetica e un valore culturale e spetta poi al servizio pubblico raccogliere questo patrimonio e renderlo disponibile a tutti. Noi lavoriamo in modalità multipiattaforma su Cinema Channel e questo viaggia su RAI Play e su tutte le nostre capacità di parlare con il pubblico italiano, con il quale comunichiamo attraverso la Tv lineare, la radio, la piattaforma digitale. Stiamo facendo un grande lavoro con i territori, da dove occorre ripartire per ricostruire il nostro Paese, come hanno sottolineato il Presidente Draghi e il Santo Padre. La RAI, attraverso le sedi regionali, i centri di produzione, l’organizzazione di eventi, porta le produzioni come quelle che arrivano dal Festival dei Tulipani di Seta Nera nei territori di tutta l’Italia.

Diego Righini Presidente Festival Tulipani di Seta Nera

Il cinema sociale internazionale e il Festival Tulipani di Seta Nera cosa raccontano?

Siamo contenti che il cinema sociale internazionale ha organizzato come appuntamento importante in Italia, a Roma, il Festival Tulipani di Seta Nera, un punto di riferimento per tutti gli altri Paesi del mondo. Abbiamo rappresentato quello che andrà in piattaforma, il concorso digitale su www.tulipanidiseranera.rai.it, insieme a RAI Cinema e RAI Per il Sociale, le opere in cortometraggio, in documentario, in clip sociali e in digital serie. La rassegna vedrà partecipare 60 Paesi del mondo, con tante opere in concorso che hanno affrontato quasi tutti i temi.

Quando e perché nasce il Festival Tulipani di Seta Nera?

La rassegna, giunta alla 15esima edizione, nasce inizialmente per far concentrare le università italiane su come includere le persone più svantaggiate, in particolare i disabili. In seguito abbiamo capito che lo strumento del racconto cinematografico funzionava per garantire diritti di visibilità a queste persone e abbiamo esteso i temi a tutto ciò che riguarda la fragilità, la diversità, l’unicità delle persone e dei luoghi. Molta attenzione è stata posta al tema dell’ecologia e ai territori, con particolare attenzione all’abbandono dei borghi e dei piccoli comuni che costituiscono la ricchezza del nostro patrimonio artistico e culturale. Il nostro progetto traguarda la transizione sociale e la transizione ecologica e vede coinvolti la RAI e altri partners culturali, il World Food Program Italia della FAO, l’Alleanza Sostenibile che si occupa dell’agenda 2030, l’Associazione Mutilati e Invalidi del Lavoro, l’Ente Nazionale Sordi e la Fondazione Univerde che si occupa di temi ecologici.

Com’è il rapporto con le istituzioni italiane?

Nella manifestazione che si svolgerà tra il 5 e l’8 maggio, interverranno tutti e 5 i ministri italiani che toccano i temi della rassegna, il ministro della Cultura Dario Franceschini, del Lavoro Andrea Orlandi, delle Disabilità Erica Stefani, delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. La presenza dei ministri testimonia quanta sensibilità ci sia da parte delle istituzioni ad assumere impegni precisi dopo aver visto storie ben raccontate. Il cinema propone storie di difficoltà e fragilità attraverso linguaggi diversi che sono molto espressivi.  In questa edizione il ministro Orlando prenderà con noi impegni precisi sul tema delle morti bianche sul lavoro, soprattutto nei cantieri edilizi.

“Il talento emerge se si offrono opportunità”. A chi è rivolto il suo messaggio?

Una società chiusa non permette ai migliori di emergere ma dobbiamo intenderci sul concetto di apertura, perché una società non è aperta in quanto iperconnessa  e presente sui social, ma lo diventa quando le persone che hanno ruoli di responsabilità danno la possibilità di esprimere il loro talento a chi non ha ruoli di responsabilità, alle persone comuni. Questo è un passo obbligato da fare in ogni società civile, altrimenti le società civili muoiono se a decidere sono solo le elites , che solitamente decidono solo in funzione di loro stesse.

Il Festival incontra la rete e i social?

Certamente ma dopo aver effettuato una selezione di qualità. I direttori artistici delle singole sezioni, Gianfranco Pannone per i documentari, Grazia Di Michele per le social clip, Janet De Nardis per le digital serie, sotto la regia del direttore artistico del Festival Paola Tassone, fanno una accurata selezione dei temi che poi il web renderà virali. Il nostro fine è emozionare, sollecitare interrogativi e riflessioni, per far sì che le persone siano più attente, solidali e inclusive nel dare disponibilità al prossimo, integrandolo e proteggendolo.

Janet De Nardis Direttore delle Digital serie

Le digital serie  arrivano all’interno della rassegna del cinema sociale?

La novità della 15esima edizione del Festival sono le digital serie, per dare uno spazio e una voce a un formato che implica una visione diversa. I creativi che parlano di temi sociali attraverso questo formato, sono spesso irriverenti, ironici e ciò alleggerisce molto la visione e la percezione di temi drammatici, che permeano la nostra società nonostante gli sforzi per contrastarli.

L’introduzione delle digital serie come è stata accolta?

Abbiamo avuto molte adesioni, anche dall’estero, su temi e malesseri della nostra società che sono stati amplificati dalla pandemia e dal Covid. Il razzismo è stato raccontato molto bene in opere italiane e straniere, ma anche la disabilità che in questo momento è retrocessa nella sfera delle priorità perché la società sembra essere assorbita da altre esigenze.

Il Festival a cosa serve?

A creare empatia, a porre i bisogni dei più deboli al centro delle attenzioni della società attraverso l’immedesimazione  con storie di persone che sono accanto a noi. Il cinema serve a creare emozione, a non far sentire solo nessuno e a creare una sensibilità che può aiutare a diventare più empatici, soprattutto i ragazzi che vivono spesso nei confini di uno schermo, isolati e distratti e hanno bisogno di una scossa per aprire gli occhi sul mondo e sulla vita reale che li circonda.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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