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Piero Piccioni, musica di ieri scritta per domani

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Una mostra celebra Piero Piccioni, il più avanguardista dei compositori italiani del Novecento, che a 100 anni dalla nascita e a 20 dalla morte, è oggi riscoperto, ascoltato dai giovani di tutto il mondo e considerato il precursore della musica Hip Hop e Trip Hop. In America i suoi brani registrano milioni di ascolti in streaming, condivisioni e reinterpretazioni di successo.

Compositore prolifico, ha realizzato oltre 300 colonne sonore, frutto del sodalizio con registi straordinari, Rosi, Visconti, De Sica, Rossellini, Monicelli, Bertolucci, Comencini, Wertmuller, solo per citarne alcuni, raccontando in musica il cinema italiano.

Uomo colto e raffinato, intellettuale straordinario, musicista autodidatta formatosi ascoltando il jazz americano e la musica di Duke Ellington, fondò la prima orchestra jazz italiana con la quale si esibì a Roma il 4 giugno 1944, il giorno in cui la città fu liberata dall’occupazione nazifascista. L’esperienza americana, visse a New York per un anno e mezzo dal 1948, lo accreditò come eccellente musicista per essere stato l’unico italiano a suonare con Charlie Parker. Le sue colonne sonore hanno accompagnato i film che hanno scritto la storia del cinema italiano, Fumo di Londra, Le mani sulla città, Travolti da un insolito destini nell’azzurro mare d’agosto, Camille 2000, Amore mio aiutami, e quasi tutti i film di Alberto Sordi, l’amico inseparabile.

Nel 1970 Piccioni, Morricone, Trovajoli e Bacalov fondarono i mitici Forum Studios, una sorta di cantina musicale organizzata sotto la Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Gesù a Piazza Euclide, nel cuore dei Parioli, che sarebbe presto diventato il tempio della musica da cinema italiana e internazionale. Ed è proprio ai Forum Studios che per un mese, a partire dal 6 dicembre, 100esimo anniversario della nascita di Piero Piccioni, è allestita una mostra monumentale sulla vita e l’arte del grande compositore, con l’esposizione di oltre 150 manifesti cinematografici d’epoca, bozzetti, locandine, 200 dischi originali, fotografie, lettere, dediche, oggetti personali, premi e una intera parete con oltre 500 registrazioni master che ricostruisce il mondo musicale del Maestro.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi raccontano l’uomo e il musicista con chi lo ha conosciuto, apprezzato e amato.

Jason Piccioni, produttore musicale

Cosa ha rappresentato l’America per suo padre?

Mio padre è cresciuto ascoltando, dall’età di 4 anni, la musica jazz americana che ha conosciuto attraverso i dischi. Autodidatta, suonava il piano con un linguaggio di colori e ritmi jazz degli anni Trenta. Nel 1942 ha formato la prima big band italiana di jazz, che chiamò 013  con la quale si esibì a Piazza Esedra il giorno in cui Roma fu liberata dai nazisti. Nel 1948 si trasferì a New York e riuscì a ottenere il permesso di lavoro attraverso la comunità italoamericana che lo aiutò molto. In mostra sono esposte le lettere americane di quel periodo. Una volta riuscì a suonare fortunosamente in radio perché mancava il pianista e si esibì con Charlie Parker. Ne derivò la consacrazione del suo grande talento musicale. L’America rappresenta il suo linguaggio musicale e i suoi colori.

Sono esposte anche lettere private?

Si, soprattutto quelle che dall’America scriveva a suo padre, Attilio Piccioni, che aveva allora un ruolo di grande prestigio politico come Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana ed era stato l’artefice della vittoria nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948 che avevano sancito la scelta atlantica dell’Italia.

Il papà politico come accolse la scelta del figlio di fare il musicista?

Mio padre aveva cominciato a fare l’avvocato a Roma, ma era appassionato di cinema americano e nutriva un grande  amore per la musica che mio nonno non ostacolò. Dopo l’esperienza americana si è sempre dedicato alla musica, componendo oltre 300 colonne sonore per i registi che hanno fatto la storia del cinema italiano, Bolognini, Comencini, Lattuada, Bertolucci, Petri e tanti altri.

Piero Piccioni e Alberto Sordi sono stati un binomio perfetto. Che ricordi custodisce?

Si, sono stati grandissimi amici. Ho tanti ricordi di Alberto che era di casa da noi, sempre sorridente, profumato, simpatico, con un vocione inconfondibile. Hanno viaggiato molto insieme, in Brasile, America, Russia e queste esperienze le portavano nei loro film. “Finchè c’è guerra c’è speranza” è un capolavoro che riesce a fondere l’Africa con il Brasile, attraverso i ritmi afro-samba, collegati dal jazz.  “Amore mio aiutami” è il tema musicale più suonato al mondo.

Perché l’America è il Paese al mondo dove oggi Piero Piccioni è più ascoltato?

Le statistiche riferiscono questa riscoperta straordinaria, i suoi brani sono ascoltati molto a New York, Los Angeles, in tutte le città americane più importanti e l’età media degli ascoltatori è 19-25 anni, il 61% di sesso femminile. Negli ultimi anni, forse per il sound, gli accordi e le tessiture armoniche di mio padre, molti hip-hoppers e giovani producers hanno campionato i suoi suoni e hanno creato nuovi sound di altri artisti, attraverso i quali i giovani scoprono Piero Piccioni, che era per i suoi tempi proiettato nel futuro, con un sound variegato e sperimentale ancora tutto da scoprire.

Qual è la sua eredità musicale?

Il suo linguaggio musicale proveniva dalla libertà del jazz, era molto sperimentale nei colori e nei ritmi, e quindi i ragazzi oggi che lo stanno scoprendo, sono attratti dal suo sound di colori e armonie, di passaggi tonali e ritmici. Ha lasciato un’eredità moderna, una musica con tonalità potenti. Tra le sue colonne sonore ancora oggi più all’avanguardia ci sono i temi di “Camille 2000”, “Il Dio sotto la pelle”, “Il Caso Mattei”, “Le Mani sulla città” e “Colpo Rovente”.

Come le piacerebbe che Piero Piccioni venisse ricordato?

Era molto schivo, si è sempre tenuto lontano dai riflettori anche se aveva molto sense of humor, era divertentissimo e molto colto.  Aveva tanta gioia di vivere e un grande amore per il sapere che attraversava tutto, dalla filosofia alla fisica. Oggi la sua musica continua a parlare per lui ed è il ricordo più prezioso.

Nicola Vicidomini, attore e musicista

Sorprende il trend in crescita nell’ascolto delle musiche di Piero Piccioni in America?

Nell’immaginario collettivo, soprattutto americano, si sta radicando la cultura space-age exotica, lounge music e i giovani ascoltano Piero Piccioni che è stato l’unico esempio italiano precursore della space-age europea. I numeri sono in crescita, i pezzi più ascoltati sono “Amore mio aiutami”, oggetto di campionamento di importanti dj nazionali e “Camille 2000”.

Come lo spiega?

Perché la sua musica è avveniristica. Piero ha scritto nel 1968 musiche che ancora oggi sembrano scritte domani.

Piero Piccioni incontra o determina le avanguardie musicali?

All’inizio incontra le avanguardie americane fino a quando negli anni Sessanta crea un suo sound particolare legato alla Bossa Nova e al Funky ed esplode nella sua estetica personalissima.

Cos’è la Bossa Nova?

La Bossa Nova nasce dall’incontro scontro tra la samba, che rappresenta la grande tradizione melodica brasiliana, con il jazz classico. E’ un ritmo jazz samba che poi si evolve. Piero  amava il Brasile e la sua musica, ha scritto una colonna sonora per il film “Professor Kranz tedesco di Germania” chiamando Toquinho a suonare la chitarra.

Alessandro Orsucci, collezionista

La mostra è stata realizzata attingendo dalla sua ineguagliabile collezione di manifesti da film

La straordinaria filmografia di Piero Piccioni è rappresentata nella mostra a lui dedicata con quasi tutto il suo corredo pubblicitario, immagini bellissime che nascono dai dipinti realizzati dai pittori per pubblicizzare i film.

Chi erano i pittori da cinema?

Erano artisti che realizzavano i dipinti da cui venivano prodotte le locandine 70×33, le fotobuste 50×70 che erano in set di 12, unico oggetto del corredo pubblicitario esposto all’interno dei cinema e i manifesti più grandi esposti sia all’ingresso delle sale cinematografiche sia sui muri. Il pittore di cinema doveva sintetizzare il film e attirare gli spettatori con una immagine realizzata in pochi centimetri. E’ una forma d’arte collezionata in tutto il mondo che grazie a lui possiamo raccontare.

Quali sono i manifesti più preziosi esposti?

Sono tutte opere d’arte originali, non sono esposte riproduzioni e ognuno ha la firma del pittore che lo ha realizzato. Il manifesto del Dottor Tersilli medico della mutua è firmato da Giuliano Nisti, il manifesto de “La notte Brava” del regista Bolognini è una vera preziosità. Forse il pezzo più importante esposto è la locandina del film “I Tartassati” di Steno con Totò e Aldo Fabrizi.

Il corredo pubblicitario di un film cosa racconta?

L’incontro tra le diverse arti necessarie a realizzare e a lanciare un film.  La mia collezione comprende oltre 8mila pezzi che raccontano il cinema italiano attraverso la bellezza di questi capolavori. Le opere realizzate dai pittori di cinema narrano un’altra forma d’arte, bella e importante da conoscere.

Gloria Paul, attrice

Come ricorda suo marito Piero Piccioni?

Piero è da 60 anni nel mio cuore, l’ho conosciuto nel 1961, è il padre di mio figlio Jason. Era un uomo straordinario, unico, coltissimo, una enciclopedia vivente, sapeva tutto di tutto. Posso ricordarlo come un uomo pieno di qualità, di entusiasmo, con un lato comico davvero sorprendente. Sono stata legata a lui da un amore speciale.

Le piace la mostra a lui dedicata?

E’ una mostra bellissima, che mi emoziona molto. C’è tutto il suo mondo, le 200 colonne sonore composte per il cinema, oltre 100 per la televisione, ci sono i suoi effetti personali ma soprattutto c’è la sua musica che vivrà per sempre. Era un musicista completo e gli sono molto grata per averci regalato l’emozione della sua musica meravigliosa e struggente.

 Piero Piccioni nasceva 100 anni fa

Si, è nato a Torino, poi ha vissuto a Pistoia e a Firenze, in seguito è arrivato a Roma e la città lo ha conquistato, è diventato romano. Ha avuto, dopo la fine della guerra, una esperienza newyorkese dove ha fatto incontri musicali importanti. La mostra racconta la sua vita e al sua arte e sono felice che sia stata inaugurata nel giorno del suo compleanno, un giorno che rimarrà sempre di festa.

Valentina Piccioni, cantante

Lei è custode dell’archivio di suo padre che in questa mostra ha un ruolo importante

Ogni giorno scopriamo nuovi tesori, in una sterminata produzione di manoscritti e partiture, appunti e fotografie. E’ un corpus importante da cui si può ricostruire tutta la sua vita personale e musicale.  Mio padre aveva un approccio molto scientifico e sistematico nel conservare non solo la musica che componeva ma anche le riflessioni personali, gli appunti preparatori che portavano poi alla stesura definitiva. C’è tanto materiale per costruire una corposa biografia utile a raccontare la storia di mio padre e del tempo in cui ha vissuto.

L’Archivio è cartaceo o digitalizzato?

Stiamo procedendo alla digitalizzazione per arrivare a costruire un database che possa essere fruibile da tutti, musicisti e appassionati alla sua musica. E’ un lungo lavoro perché mio padre ha prodotto tanto e conservato tutto. Era un uomo che aveva un cervello incredibile, spaziava dall’astronomia, alla fisica, alla filosofia, alla storia. Il suo modo di scrivere musica è interessante perché prendeva spunto dal suo mondo delle idee.

Che papà è stato?

E’ stato un papà meraviglioso, con un carattere molto giocoso.  Con lui si rideva tanto e si imparavano tantissime cose, in ogni campo della cultura e del vivere quotidiano. E’ stato immenso, come uomo, papà e musicista.

Fulvio Abbate, scrittore

La mostra Piero Piccioni 100 Experience cosa racconta?

La mostra e i Forum Studios che la ospitano raccontano un paradiso di questo nostro Paese, l’Italia post bellica che scopre all’improvviso la bellezza della quadricromia sui manifesti, sulle fotobuste collocate all’ingresso delle sale cinematografiche e nei film. La stessa quadricromia è nella musica e nelle colonne sonore di Piero Piccioni, “Fumo di Londra”, “Il dottor Guido Tersilli primario della Clinica Villa Celeste”, il seguito del film Il Medico della mutua. Questo colore, questo tempo felice, questa marcia verso la gioia degli anni del boom, è un luogo magico che ancora adesso ci dà la misura che è esistito un tempo felice e l’Italia brillava sotto questo cielo musicale, con i suoi ombretti splendenti.

Piero Piccioni ha sottolineato in musica la stagione della Dolce Vita?

Piccioni ha aggiunto alla Dolce Vita il suo stile, la sua immediata riconoscibilità, nei fiati, nelle percussioni, nella pasta sonora che utilizza per la sua musica con uno stile musicale che custodisce anche le maracas e gli strumenti del Samba e della Bossa.

Un musicista che custodiva 6mila volumi, che uomo era?

Un uomo del Novecento. Gli Illuministi dicevano “la curiosità è filosofia”. Speriamo che i suoi volumi trovino la giusta destinazione in una biblioteca dove possano essere consultati e possano continuare a mostrare la funzione del pensiero.

L’immersione tra le immagini e la musica di Piero Piccioni che effetto fa?

E’ uno spazio che racconta non solo la storia, ma l’estate del Novecento, soprattutto l’estate cinematografica anche quando mostra immagini drammatiche. Un tempo meraviglioso illustrato dagli storici artisti che facevano i manifesti. E’ un diorama felice del nostro cinema, di quello che eravamo e che poi siamo diventati.

Giovanna Ralli, attrice

Il suo ricordo di Piero Piccioni

Il mio ricordo abbraccia Piero e Alberto Sordi, con cui eravamo molto legati. Ci siamo frequentati per tanto tempo, Piero ha composto la colonna sonora del mio primo film importante “La fuga”, con cui vinsi il Nastro d’Argento. Era un compositore eccezionale, ma anche un uomo di grande fascino.

Piero Piccioni e Alberto Sordi. Il loro rapporto nei suoi ricordi

La musica di Piero nei film di Alberto era perfetta. Ascoltavi la musica e vedevi Alberto, Piero sapeva rappresentarlo come nessun altro. Il loro è stato un rapporto molto importante, di grande amicizia.

Qual è la sua colonna sonora preferita?

Le sue colonne sonore sono tantissime e bellissime, è difficile scegliere, ma “Fumo di Londra” è stupenda ed è quella che forse mi emoziona di più.

Che Roma racconta Piero Piccioni?

Una Roma bellissima, la Roma di allora, una città che non possiamo dimenticare. Piero ha avuto un rapporto straordinario con Roma e ha composto tanta musica per film girati a Roma che raccontano la città. La sua musica è una grande opera d’arte che sopravvive a una Roma che non c’è più.

Enrico Vanzina, regista

Chi è stato Piero Piccioni?

Chi è stato Piero Piccioni lo raccontano la sua storia, i suoi film, le sue musiche. Con Morricone, Trovajoli e Rustichelli è stato uno dei grandissimi compositori della musica italiana, un uomo elegante, perbene, simpaticissimo. La sua musica è straordinaria perché è sufficiente ascoltare due note per riconoscerla subito. E questa immediata riconoscibilità appartiene soltanto ai grandi musicisti e compositori. Visitare la sua mostra è immergersi nel mondo del cinema italiano e riviverlo attraverso la musica con la quale Piero Piccioni lo ha accompagnato.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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