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LaPresse: la comunicazione multimediale mondiale parla italiano

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La quinta edizione del Business Care by Learn Italy 2023, il premio istituito come riconoscimento alle aziende e ai talenti italiani che operano tra Italia e Stati Uniti, presentata nella Sala Stampa della Camera, omaggia una grande azienda italiana, diventata la prima agenzia multimediale al mondo. LaPresse racconta una straordinaria storia italiana e un protagonista visionario e perspicace, che parte da Torino per studiare in America, incontra per caso Gianni Agnelli mentre corre una mattina a New York, riceve un invito a cena, si danno del tu e inizia un rapporto di amicizia mai interrotto che negli anni lo porterà a essere l’unico incaricato a gestire per il Lingotto gli affari e i rapporti più delicati con i media italiani e internazionali. Il giovane Marco Durante cresce accanto all’avvocato Agnelli e apprende i segreti dell’imprenditoria e le basi sulle quali costruire relazioni personali e professionali, e mentre nuota, corre e studia fonda una agenzia di media a diffusione internazionale che oggi produce 2.200 lanci al giorno, un flusso di notizie 7 giorni su 7, 24 ore su 24, per un totale annuo di circa 2 milioni di foto, 80 milioni di immagini fotografiche e 48mila videonews.

Un capolavoro di intuizione e perspicacia con cui custodisce il passato, acquisendo archivi fotografici che digitalizza in 60 milioni di scatti e costruisce memoria futura, superando il concetto tradizionale di agenzia stampa testuale, puntando sulle immagini fotografiche e video che diffonde simultaneamente su satellite. Marco Durante, fondatore e presidente dell’azienda che ha conquistato l’America, acquisito la leggendaria AP/ Associated Press con una operazione che ha sorpreso ed emozionato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, capisce prima di tutti che la storia contemporanea si scrive informando e connettendo il mondo istante per istante. Fondazione Osservatorio Roma e ICN Radio incontrano l’editore che osserva il mondo con sguardo internazionale, lo racconta con immediatezza, restando fedele testimone della migliore italianità e del vero saper fare italiano.

Presidente Durante, come è nata LaPresse?

LaPresse nasce nel 1994 con mio fratello Massimo, molto più giovane di me che due anni dopo, il 31 agosto 1996, viene investito al Lido di Venezia mentre faceva le foto per il Festival del Cinema di Cannes e muore lasciandomi unico proprietario di questa azienda. Mia figlia era nata solo da 20 giorni, avevo investito molto nell’azienda e nel suo progetto, mi sono trovato da solo in un momento di grande difficoltà ma non ho mai pensato di mollare. Avevo imparato moltissimo dall’avvocato Agnelli con cui ero stato molto a contatto e che è stato una figura fondamentale nella mia vita, ero allenato alla resistenza e alla perspicacia, non ho mai mollato nei momenti di difficoltà anche quando nel 2004 mi è stato diagnosticato un tumore con la prospettiva di tre mesi di vita. Ho lottato, sono guarito e sono tornato quello di prima, continuando a perseguire l’ obiettivo di far realizzare un salto di qualità alla mia azienda. E’ per questo che nel 2014 ho voluto fare una ristrutturazione che ho chiamato Il Sorpasso e che ha portato a ciò che rappresenta oggi LaPresse.

Oggi LaPresse cos’è?

E’ la più grande azienda multimediale al mondo, insieme all’Associated Press che abbiamo acquistato in America. E’ una grande struttura che con 540 uffici nel mondo, 11 in Italia,  riesce a coprire tutto quello che succede nel mondo con fotografie, video e testi. Ogni televisione non può far a meno di ricevere il flusso di notizie de LaPresse, tutti i telegiornali italiani sono fatti con i materiali de LaPresse.

Avevo imparato moltissimo dall’avvocato Agnelli con cui ero stato molto a contatto e che è stato una figura fondamentale nella mia vita

Come è stata costruita?

E’ una grande azienda costruita su una visione pluralista, nel senso che non c’è uno che comanda, ma ciascuno apporta il proprio fondamentale contributo. Se l’azienda è oggi così importante, è perché non c’è un solo fuoriclasse, ma una intera squadra che lavora ottimamente. Abbiamo investito tanto in America, proprio quando nessuno lo faceva, approfittando del sostegno statale alle aziende durante la pandemia perché vogliamo che gli italiani che vivono in America siano informati e coinvolti in quello che accade in Italia e viceversa.

In due anni ha scalato posizioni a New York

LaPresse a New York ha una struttura molto importante, occupa 40 piani di un edificio a Liberty Street, dove prima c’erano le Torri Gemelle, cura le rassegne stampa più importanti, distribuisce la comunicazione della Casa Bianca, ma abbiamo aperto anche sedi a Washington, Los Angeles, Detroit, Miami. Lavoriamo in stretto contatto con l’ambasciatrice italiana in America e con i consoli, per i quali realizziamo foto e video e li distribuiamo nel mondo. La nostra forza è proprio questa, una notizia, un video, una foto viene messa nel circuito via satellite e circa 80mila testate nel mondo e circa 47mila broadcaster la ricevono immediatamente. Abbiamo siglato un accordo di partnership internazionale con Business Care, operativa a New York da molti anni per rafforzare la comunicazione con la gente italiana.

Cosa ha significato acquisire AP/Associated Press?

Quando ho comprato Associated Press c’è stata una lunga trattativa, sembrava quasi che non fosse possibile, sono andato a trattare da solo con 10 persone, riuscendo ad acquisire il 56% di una azienda americana leader della comunicazione mondiale il cui socio di minoranza, con il 13%, è  Jeff Bezos, proprietario di Amazon e secondo uomo più ricco al mondo. Nel corso del mio primo incontro, Bezos offese gli italiani, definendoli ladri e altro ma solo pochi giorni dopo si offrì di farmi venire a prendere a Los Angeles da un jet privato per riportarmi a New York. Mi ha ricevuto nel suo attico, presentato la compagna, raccontato le sue cose, con un atteggiamento totalmente diverso. Questa operazione ha un significato straordinario, economico e culturale, al punto che anche il presidente Sergio Mattarella, al quale andai a comunicarlo personalmente appena conclusa l’operazione, si commosse e mi abbracciò perché non è semplice per una azienda italiana riuscire ad acquisire una azienda americana di quel livello. Oggi operiamo in un mercato florido dove, se si è capaci, il business diventa realtà.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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