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Biodiversità a Roma

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Cinghiali, lupi, volpi, falchi, cormorani sono solo alcuni degli esemplari animali più noti che popolano Roma, ai quali si aggiungono 5200 specie di insetti, 80 specie di uccelli nidificanti, 1300 specie vegetali.

Tutto è possibile a Roma, città più verde d’Europa e tra le più verdi del mondo, dove anche le specie animali apprezzano le aree archeologiche,  considerano i reperti come surrogati delle pareti rocciose e delle falesie proprie degli ambienti naturali e scelgono di abitarli. La città diventa luogo di cittadini e concittadini, concetto che supera la definizione di clandestini consegnatoci da una storia, anche recente, poco benevola nei confronti degli esseri viventi non umani. La biodiversità a Roma scrive una pagina molto ricca, ancora non completamente raccontata a tutti, nota solo agli studiosi e agli appassionati, ma già fonte di grande interesse  scientifico internazionale. Per sensibilizzare sul tema della biodiversità e sulle tante specie che popolano una città da raccontare anche per i suoi aspetti naturalistici di grande pregio, Villa Torlonia e la Casina delle Civette, il cui nome si deve alla passione del proprietario Giovanni Torlonia junior per civette e pipistrelli, ospita una mostra fotografica intitolata “Biodiversità a Roma”. Trentadue scatti fotografici e 11 acquerelli, che confluiranno in un libro catalogo a fine mostra, invitano cittadini e turisti a immergersi con curiosità, spirito di osservazione e tanto stupore, nel mondo meraviglioso delle aree verdi e negli ambienti umidi di una città capace di traghettare dal tempo degli antichi Romani ai giorni nostri, perfino una popolazione relitta di granchi di fiume.

Si può non amare Roma anche per la sua biodiversità?

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi lo chiedono a Bruno Cignini, zoologo, studioso, scrittore e curatore scientifico della mostra, per la quale ha realizzato fotografie di grande effetto, a Danilo Selvaggi direttore della LIPU e a Eva Villa, pittrice romana che ha realizzato gli acquerelli esposti in mostra.

Bruno Cignini

La biodiversità a Roma è un tema adeguatamente conosciuto?

Molti non sanno quanto Roma sia ricca di biodiversità, habitat, biotipi particolari e di tante specie vegetali e soprattutto animali. A Roma non ci sono solo piccioni, passeri e cornacchie come è consuetudine credere, perché è una città che ha una grande quantità di aree naturali protette, è estesa su 130mila ettari, ha 22 parchi, tante ville storiche, Villa Borghese, Villa Ada, Villa Doria Pamphili, un reticolo idrografico fatto di fiumi e fossi, il Tevere e l’Aniene, tante aree agricole, tutto questo fa sì che tante specie animali scelgono di vivere in città.

Cosa trovano a Roma?

Trovano ambienti adatti e tanto cibo.

La mostra cosa vuole rappresentare?

La ricchezza di biodiversità di questa città, a cominciare dal centro storico dove sono stati censiti 1.300 specie di vegetali, 80 specie di uccelli nidificanti, 5.200 specie di insetti. Abbiamo diviso la mostra in tre ambienti prevalenti, ambienti umidi per le acque e lungo le sponde, le aree verdi e le aree edificate. Tra i ruderi, soprattutto del centro storico dove sono presenti vaste aree archeologiche, Foro Romano e Palatino, Colosseo, per molte specie animali questi rappresentano surrogati di pareti rocciose presenti nell’ambiente naturale. Molte specie di falchi nidificano in città. La mostra racconta la particolare ricchezza di Roma, capitale della biodiversità, una delle città più ricche di biodiversità in tutta Europa.

Gli animali si sono riappropriati di Roma durante il lockdown. Prima c’erano, non c’erano o non li avevamo attenzionati?

Gli animali a Roma ci sono sempre stati, ma nel lockdown sono diventati più visibili perché quando noi siamo molto attivi, loro stanno più nascosti. Quando noi eravamo tutti chiusi in casa, abbiamo lasciato più spazio agli animali che sono usciti di più, anche quelli che solitamente escono solo all’alba o solo al tramonto. Bisogna anche considerare una nostra maggiore attenzione, nel senso che stando in casa, avendo più tempo, ci affacciavamo alla finestra e vedevamo più animali, quelli che c’erano ed erano tantissimi.

Cosa caratterizza i differenti ambienti rappresentati in mostra?

Uno degli ambienti più particolari è l’ambiente umido, intorno ai fiumi Tevere e Aniene, dove vivono molte specie, come i cormorani che si nutrono unicamente di pesce e il fatto che ci siano centinaia di cormorani che mangiano 6/7 etti di pesce al giorno, significa che il fiume non è morto ma al contrario è ricco di biodiversità. Ci sono tantissimi pesci che vivono nei due fiumi, come testimonia anche la presenza degli aironi cenerini, predatori di pesce più piccoli.

È una mostra fotografica con scatti bellissimi. La sua foto preferita?

Sono belli gli animali ritratti, il martin pescatore, le rondini, le specie esotiche come la nutria, originaria del Sud America, adesso diffusa anche sul Tevere. La foto che mi piace molto ritrae un gheppio, un piccolo falco, che si nasconde nella basilica di Santa Sabina al Giardino degli Aranci, mimetizzandosi tra i ruderi.

La nutria che sotto Castel Sant’Angelo sembra bere da una cannuccia è la foto simbolo di questa mostra?

E’ una nutria, che ha le zampe anteriori prensili e il dito opponibile, ritratta mentre riesce a prendere steli d’erba per mangiarli e dà l’impressione di bere da una cannuccia. E’ una foto molto simpatica.

L’ambiente verde cosa racconta?

La straordinaria ricchezza verde di Roma, i 45mila ettari delle sue 22 aree naturali protette. Le aree protette di Roma hanno una estensione pari a 3 volte la città di Torino, un  patrimonio paesaggistico notevole. Sono tantissimi gli animali che vivono in questo ambiente, 80 sono solo le specie di uccelli nidificanti a Roma. Ci sono rettili, anfibi, volpi, c’è la foto di una volpe che sta a Villa Pamphili, gli scoiattoli a Villa Borghese.

Sono pericolosi questi animali?

La volpe non è assolutamente pericolosa.

E i cinghiali?

I cinghiali sono entrati a Roma attraverso corridoi di aree verdi, escono da queste aree, trovano cibo nella spazzatura e considerano l’ambiente adatto a loro perché mangiano senza difficoltà. I cinghiali sono onnivori, mangiano di tutto, tra i rifiuti trovano ciò di cui hanno bisogno e  per questo sono portati a tornare nello stesso luogo per comodità.

Perché i lupi stanno tornando a Roma?

I lupi sono i predatori per eccellenza dei cinghiali, arrivati i cinghiali, stanno arrivando anche i lupi. Abbiamo trovato tracce di lupo alla fine di Corso Francia, nella propaggine estrema del Parco di Veio. I lupi sono tornati a Roma, ma non rappresentano un problema o un pericolo perché sono attenti, schivi, ci sentono da lontano, non si avvicinano a noi.

Le aree archeologiche come incontrano la biodiversità?

Ai Mercati di Traiano, all’altezza di Piazza Venezia, alla fine del Foro Romano, c’è una colonia relitta di granchi di fiume che vivono lì dove un tempo passava un torrente che confluiva nel Tevere. Oggi c’è ancora acqua sotto i Mercati di Traiano e una popolazione relitta di granchi di fiume vive lì dal tempo degli antichi Romani e non è presente in alcun altro luogo di Roma. L’Università di Tor Vergata, dove insegno, ha studiato come questa popolazione relitta ha sviluppato caratteristiche anatomiche che ci danno indicazioni di colonia relitta perché gli esemplari hanno il carapace un pò più grande, segno che si tratta di una popolazione isolata.

Quali specie prediligono le aree archeologiche?

I falchi, ci sono foto di falchi a Santa Sabina, un gheppio che nidifica al Giardino degli Aranci, ci sono due coppie di gheppio che nidificano stabilmente sul Colosseo.  Per loro un reperto archeologico rappresenta un surrogato delle pareti rocciose che si trovano nell’ambiente naturale. Roma ne è ricca e queste specie hanno scelto di vivere in città.

Gli abitanti di Roma hanno consapevolezza di avere una ricchissima biodiversità?

Alcune volte dimostrano consapevolezza e sensibilità, altre meno. La mostra serve proprio a dare informazioni, trasmettere conoscenza, per imparare a guardare con più attenzione gli habitat e gli animali che vivono in città, a sensibilizzare sulla straordinaria ricchezza di biodiversità a Roma, la città più verde d’Europa. L’invito, rivolto anche a coloro che visitano Roma da turisti, è quello di conoscere non solo l’aspetto storico e archeologico della città, ma anche la sua parte naturalistica. Girare nelle ville, nei parchi, camminare lungo il Tevere e l’Aniene, offre una esperienza e possibilità di conoscenza bellissima e incredibilmente affascinante.

Danilo Selvaggi

Cos’è la LIPU?

La LIPU è una organizzazione italiana nata nel 1965 che si occupa della protezione degli uccelli selvatici ma anche di conservazione della natura, della biodiversità e di promozione della cultura ecologica. E’ parte di un network mondiale, Bear Life International ed ha anche delle LIPU negli Stati Uniti.

Qual è il ruolo della LIPU a Roma?

E’ un ruolo importante e storico perché la LIPU nasce a Roma nel 1965, dove nel corso del tempo ha sviluppato molte attività in una città ricca di natura. Abbiamo oasi naturali, attività per la gente e le scuole, per far conoscere la bellezza della natura e abbiamo un ospedale per gli animali selvatici, nel cuore di Villa Borghese, dove ogni anni ricoveriamo e curiamo circa 7mila animali selvatici, anche di grande pregio naturalistico e incontriamo tante persone per parlare di natura e di come convivere con la biodiversità urbana.

La cultura paesaggistica e naturalistica è ora riconosciuta e sancita dalla Costituzione

Il Parlamento ha finalmente modificato la Costituzione inserendo all’art. 9 la tutela della biodiversità, dell’ambiente, degli ecosistemi, inserendo la natura tra i principi fondanti della Repubblica Italiana.

È un cambio di passo sostanziale?

È un atto storico che tutela le generazioni future, è un passo importante dal punto di vista culturale, giuridico e materiale, perché le nostre società umane avranno tanto più futuro, quanto più tratteranno bene e avranno cura della natura e riusciranno a preservare i beni materiali e spirituali che la natura ci regala.

Iniziative come la mostra alla Casina delle Civette come aiutano a sensibilizzare sul tema della biodiversità?

Intanto ci ricordano che non siamo soli e che le città non sono soltanto i luoghi degli esseri umani, ma sono i luoghi di molti altri esseri viventi, uccelli, mammiferi, insetti, forme di vita vegetali che sono in grandissima maggioranza e ci abbracciano con i loro servizi sistemici. Le mostre ci aiutano a notare la bellezza di questi nostri concittadini non umani e sono un invito a tenerne conto, a rispettarli e a considerare, anche nelle politiche cittadine, quanto sia importante programmare affinchè tutti gli esseri viventi di una città possono vivere armonicamente.

Un invito ai turisti?

L’invito è a visitare Roma nelle sue zone naturalistiche, a visitare la mostra sulla biodiversità, a conoscere una Roma bellissima e diversa. Fatevi questo regalo.

Eva Villa

Raccontare la biodiversità a Roma con gli acquerelli

Ho realizzato acquerelli a doppia pagina per raccontare la biodiversità a Roma che sono esposti nella mostra alla Casina delle Civette e poi confluiranno in un libro che racconterà questa straordinaria esperienza. Un acquerello presenta ciascun ambiente e aprirà ogni capitolo.

Quali ambienti sono ritratti?

Vedute di Roma, Ponte Milvio, i grandi parchi di Villa Borghese, Villa Pamphili e Villa Torlonia, le zone archeologiche del Palatino, la Tomba di Cecilia Metella al Parco dell’Appia Antica, il Museo Zoologico per la cura degli animali feriti e i tetti di Roma dove vivono molti animali.

Le emozioni di una pittrice e di una romana affidate alla poesia degli acquerelli?

Io sono nata a Roma, dove vivo da sempre, per questo è stato molto emozionante cercare di restituire i colori, la luce, l’atmosfera di posti che ho vissuto fin da bambina. Ho cercato di ritrarre i parchi dando l’idea della primavera, dell’estate, con i colori del primo mattino o del tramonto. Ho studiato e osservato molto, utilizzando la tecnica del plein air, molto cara ai pittori viaggiatori. Ho cercato di realizzare illustrazioni molto dettagliate, in ogni particolare. E’ stata un’esperienza impegnativa ma affascinante.

Prima di essere chiamata a realizzare questo progetto, era consapevole della ricca biodiversità di Roma?

Solo in parte, perché non essendo una illustratrice naturalista, non sono molto esperta di specie animali e vegetali. Ho appreso molto da Bruno Cignini e Alessandro Troisi, editore del libro, che mi hanno aiutato a conoscere lo straordinario e ricco mondo della biodiversità a Roma.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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