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La città, la sua cura, il suo sviluppo

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Il 70% della popolazione mondiale vive in città e le proiezioni demografiche concordano nell’estensione del dato futuro. L’analisi del fenomeno coinvolge saperi e scienze multidisciplinari ma uno sguardo d’insieme su una realtà già consolidata, restituisce la chiara indicazione di come la città sia modello attrattivo e traino dell’economia mondiale

Una città cos’è, cosa esprime, come nasce, come cambia, come accoglie, quando si trasforma e verso quali direzioni?

E se la città è Roma, paradigma di tutte le altre  ma con specificità che appartengono solo alla città eterna e  la incoronano regina del patrimonio simbolico immateriale nelle arti e nella letteratura, il discorso come si affronta?

Un convegno promosso dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina, il consiglio comunale di Roma Capitale, trae spunto dal saggio “Il diritto nelle città e nei centri storici”, presentato nella Sala Laudato Si’ in Campidoglio ed elabora il concetto di città oltre la dimensione urbanistica, con approcci di psicologia sociale, sociologia urbana, storia, economia, comunicazione e soprattutto identità. Il libro definisce il concetto di città come frutto della cultura ed evoluzione sociale dei suoi abitanti, nel valore delle identità locali, dei borghi e dei centri storici oggi minacciati dalla globalizzazione, si chiede cosa sia la città per il diritto e che posto occupa il diritto nella città, per concludere su cosa la città e i suoi abitanti devono fare per non perdere la memoria di sé.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina, Mario Morcellini, presidente del Consiglio Scientifico Fondazione Roma Sapienza e Alfredo Morrone, autore del libro presentato e professore di diritto amministrativo.

Svetlana Celli

Presidente, Roma è sempre la grande bellezza?

Roma è la grande e complessa bellezza di una città con un  patrimonio storico e artistico immenso che va però governato in funzione dell’ obiettivo prioritario di renderla fruibile a tutti i cittadini che hanno diritto a viverla e ad abitarla pienamente.

Come?

Con una riforma necessaria per la disomogeneità dei territori. Il nostro obiettivo è realizzare una “città dei 15 minuti”, sul modello di Parigi, per riuscire a dare a ogni cittadino tutti i servizi di cui necessita, con una distanza dal luogo della loro erogazione che rientri nei 15 minuti. E’ un obiettivo ambizioso e complesso che stiamo cercando di realizzare.

“Roma è tutta Roma” è la sua dichiarazione di attenzione nei confronti dell’intera città metropolitana, periferie comprese?

Si, portare tutti i servizi anche nelle periferie più lontane dal centro è l’obiettivo della nostra Giunta e mio personale, per una forma di rispetto nei confronti dei cittadini che credono convintamente nelle istituzioni.

Il turismo e Roma

Il turismo serve, è un volano fondamentale per l’economia di una città che attrae e accoglie. La pandemia, con il blocco dei flussi turistici, ha determinato due anni di difficoltà che si spera ora di recuperare con una particolare attenzione alla promozione di grandi eventi culturali e sportivi attraverso politiche mirate. La città deve poter essere vissuta dai suoi cittadini e visitata dai turisti, con l’adozione di regole chiare.

Roma ospita molti set cinematografici di produzioni italiane e straniere che la raccontano in Italia e all’estero. È un settore da valorizzare?

Certamente, Roma è essa stessa un set cinematografico, uno scenario meraviglioso a cui dobbiamo assicurare servizi e opportunità.

I cittadini romani amano la loro città?

La amano ma devono ritrovare la forza di collaborare con le istituzioni per fare comunità, attraverso un patto di collaborazione che unisca, nello stesso progetto, cittadini, istituzioni, professionisti, studiosi e realtà associative. Dopo due anni di chiusura Roma deve tornare a vivere.

Mario Morcellini

Roma continua a essere fonte di stupore, come per Leopardi ieri e per i tanti poeti e letterati che la hanno rappresentata come una narrazione inesausta

Aggiungerei “Roma, non basta una vita”, un libro che racconta tutto. Abbiamo la prova che anche persone a basso tasso di letterarietà e conoscenze, rimangono profondamente stupiti dai paramenti urbani di Roma, come se quello skyline facesse parte di un sistema che è depositato nella nostra coscienza, che non si sa di avere, è come un sogno che si avvera perché si riesce a esplorarlo. Roma, come nessun’altra città al mondo, è entrata nel patrimonio simbolico della letteratura, delle arti, delle religioni, di tutto ciò che è immateriale. Roma è colta e compresa soprattutto da chi ha un po’ di metafisica dentro di sé, cioè è al di là delle cose fisiche. Questo conferma la ricchezza delle testimonianze letterarie che ha ispirato.

A Roma vengono non solo poeti e letterati ma anche turisti

I turisti traggono continuamente nel tempo cartoline illustrate che sono il primo elemento con cui un soggetto comincia a percepire la centralità del bello, quello per cui Roma diventa la grande bellezza, una città indimenticabile.

Roma accoglie turisti che trasforma talvolta in viaggiatori?

Tutti arrivano a Roma da turisti e con il tempo diventano viaggiatori. Roma non è una città fast, per capirla bisogna rallentarla, farla diventare città slow. Ogni turista ha il diritto di venire a vedere la bellezza di Roma e ciascuno va rispettato in considerazione dello sforzo romantico che lo porta a percepire i significati simbolici di Roma, scomodandosi, partendo da lontano, solo per godere del bello che la città offre, sempre ma soprattutto di notte. “Il segno del comando” era un programma televisivo del passato tutto legato al mistero di Roma, costruito nella penombra, nella notte, con il linguaggio che hanno i monumenti quando si placa il movimento dei turisti. Roma è una città un po’ onirica, sognante, che si apprezza molto di notte.

Il brand urbano a Roma che significato assume?

Un significato ben diverso da quello delle altre città europee, che parte dal numero di civiltà che su Roma si sono incrociate, cattolicesimo compreso e si scontra con la scarsezza delle politiche sviluppate per il turismo e l’accoglienza. Amsterdam, che è una bella città ma certamente non è Roma, ha inventato I LOVE AMSTERDAM, creando il brand urbano con una comunicazione geniale, Roma invece ha vissuto finora di rendita per la sua bellezza.

Roma oggi cosa deve fare?

Deve dinamizzare la rendita.

È in atto una nuova consapevolezza della città?

Ci sono segni, ma la politica è in difficoltà a fare riforme tempestive rispetto a bisogni culturali che sono più raffinati. La politica deve collaborare con le università, soprattutto a Roma che è la città con il maggior numero di università al mondo, tra pubbliche, private e pontificie. Sono moltissimi gli studenti che arrivano da tutto il mondo per frequentare le università e si domiciliano emotivamente a Roma.

Quanto ha senso ed è importante parlare di città?

E’ fondamentale perché la modernità porta a privilegiare la città come il luogo in cui ciascuno diventa abitante della città senza essere costretto, come nei paesi, al vicinato, al chiacchiericcio, agli aspetti teatrali della vita in paese. Parise scriveva che “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via…ma anche perché c’è sempre qualcosa che, anche quando non ci sei, resta ad aspettarti”. La città è la più ampia trama di relazioni, ha dentro un capitale immateriale che fa diventare un luogo un significato spirituale, non solo fisico.

Quando si parla di città, cosa prevale?

L’appartenenza. Le polemiche arrivano dopo ma sono sempre una forma di amore che porta all’appartenenza.

Alfredo Morrone

Il turismo nelle città d’arte pone un tema controverso?

Il turismo è una grande opportunità per le città e i centri storici ma allo stesso tempo può essere fonte di pericolosità perché deve essere accompagnato da una politica integrata da parte delle diverse autorità competenti che supporti la mobilità, i servizi, i parcheggi. L’accesso indiscriminato  ai centri storici dei flussi turistici può comportare danni evidenti alla città e alla tutela dei beni culturali in essa contenuti.

Quali dinamiche si intrecciano tra città d’arte, commercio e turismo?

Il rapporto tra città d’arte e commercio è problematico. Il commercio va valorizzato, in quanto  motore propulsivo per  lo sviluppo di un centro urbano. Non a caso il foro, l’antico centro commerciale, dove si concentravano attività pubblica e privata, coniugava le esigenze commerciali con quelle di natura pubblica. Un tema molto delicato e attuale è il commercio negativo, quello che non osserva la necessaria compatibilità tra attività commerciali e contesto storico e urbanistico nel quale vengono collocate. Ne consegue un danno di immagine e di prospettiva che colpisce profondamente i luoghi nei quali queste attività si collocano.

Come contrastare questo fenomeno?

Il ruolo delle distinte autorità è fondamentale, perché il Comune deve individuare la regolamentazione nelle aree ad alto interesse culturale, in accordo con il Ministero della Cultura, competente per la tutela dei beni culturali.

Gli orrori della speculazione edilizia che hanno devastato le città nei decenni precedenti oggi sembrano superati e si registra una accresciuta sensibilità nei confronti del patrimonio ambientale e paesaggistico. A cosa si deve?

L’ambiente oggi è entrato a pieno titolo nell’ambito e nell’alveo della tutela costituzionale, perché di recente è stata revisionato l’art. 9 della Costituzione. L’ambiente entra a pieno titolo nella nozione più ampia di patrimonio culturale e i valori ambientali, culturali, estetici del paesaggio sono concepiti in un percorso comune tra cultura, ambiente, paesaggio e territorio, che si realizzerà  attraverso una profonda rivisitazione delle competenze amministrative.

Il valore identitario registra analoga attenzione?

Certamente perché la tutela del paesaggio oggi ha senso e significato solo se connessa a un valore identitario, come modo di tramandare la storia di una comunità e dei valori che si sono sviluppati con essa.

Cosa devono fare i cittadini “per non perdere la memoria di sé”?

I cittadini devono riconoscersi nel luogo in cui vivono, averne cura e rispetto, iniziare ad approcciare un rapporto con l’ambiente in cui abitano che sia sempre più abituato al rispetto delle regole, per la auspicabile riconquista di un senso civico che assicurerà lo sviluppo di ogni città,  paese e borgo antico.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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