BEYOND WORDS è una mostra fotografica allestita al Museo di Roma, nelle sale terrene di Palazzo Braschi, visitabile dal 2 al 21 Aprile. Sono foto artistiche di grande formato, realizzate prevalentemente in bianco e nero. Trentacinque ragazzi ritratti da un fotografo di moda, sorridono, osservano, scrutano, pensano e fanno pensare. Sono bellissimi, sono autistici.
In occasione della Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo, Roma Capitale apre per tre settimane le porte di una sede espositiva prestigiosa e istituzionale, per accogliere un progetto di altissimo valore sociale. BEYOND WORDS, Oltre le Parole, racconta il mondo dei ragazzi autistici esattamente come va rappresentato. La spontaneità dei gesti, le pose autentiche, la relazione non filtrata dalle convenzioni sociali. Ed è per questo che tutto, ma proprio tutto, sa di verità.
L’ Assessorato allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi di Roma Capitale sostiene concretamente il progetto espositivo e le sfilate di moda in contesti suggestivi, proposti dalla Associazione Modelli si Nasce, a cui appartengono i trentacinque giovani protagonisti della mostra e delle sfilate. Sono tutti modelli autistici specificamente formati per abitare la scena della moda, arricchendola di bellezza ed espressione.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Alessandro Onorato, Federica Trotta Moreau, Danilo Falà.
Alessandro Onorato
Assessore allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi di Roma Capitale
Roma Capitale apre il Museo di Roma per un tema di grande rilevanza sociale…
BEYOND WORDS è un progetto espositivo che durerà tre settimane e che invitiamo tutti a visitare. È una mostra bellissima che cambia il punto di vista e il modo di vedere le cose. I ragazzi autistici sono protagonisti, sono modelli positivi, espressivi, belli. La moda arriva senza parlare e con le foto diventa un veicolo dirompente per far capire che esiste un mondo che va rappresentato.
Qual è il messaggio?
Far riflettere e far capire a tutti che se questi ragazzi possono fare i modelli, possono sfilare e posare per foto artistiche, evidentemente possono avere un ruolo nella nostra società.

Ci sono altre iniziative connesse alla mostra che Roma Capitale sostiene?
La mostra è un importante occasione perché non capita tutti i giorni di essere esposti per tre settimane a Palazzo Braschi, in uno dei luoghi più importanti e belli di Roma e quindi del mondo. Il 1 Aprile Roma ha accolto una sfilata con 53 abiti che ha coinvolto 19 ragazzi autistici e tante maisons, arrivate da ogni parte d’Italia per vestirli. Questo è senza dubbio un messaggio molto forte.
BEYOND WORDS. Cosa c’è Oltre le Parole?
I fatti.
Federica Truppa Moreau
Curatrice e direttore creativo della mostra
Come nasce BEYOND WORDS?
Nasce dal nostro legame profondo con Rossano Giuppa, impegnato con l’Associazione Modelli si nasce per sostenere mostra e sfilata. Io e mio marito Danilo Falà, il fotografo che ha realizzato le foto, ci occupiamo di moda e abbiamo accettato con piacere la proposta perché abbiamo Modelli si nasce nel cuore e anche perché siamo romani ma viviamo a Milano.
Quanto e in cosa sono stati originali i modelli?
I ragazzi ci hanno regalato qualcosa di vero, una verità difficile da trovare sui set fotografici delle campagne pubblicitarie o degli editoriali di moda. Con loro abbiamo trovato la verità, l’autenticità. Nella moda siamo abituati a lavorare con chi rappresenta l’ideale…una particolare tipologia di modella, l’ideale di un corpo o di un viso. Con i ragazzi autistici abbiamo trovato l’autenticità, qualcosa di reale che oggi è difficile trovare.

I protagonisti come hanno lavorato?
Con naturalezza. I ragazzi non si sono preoccupati di essere davanti a un obiettivo, ma sono stati quello che sono. La loro verità ci ha regalato grandi emozioni ed è proprio la loro verità che vogliamo trasmettere con questa mostra.
Danilo Falà
Fotografo
Fotografare modelli autistici cosa significa?
Per chi lavora nella moda, significa ricevere un dono enorme. Sono riuscito a farli parlare, bloccando momenti e cogliendo parole senza che aprissero bocca. E’ stato il lavoro più emozionante che abbiamo realizzato negli ultimi vent’anni. Normalmente i clienti chiedono a noi di portare il nostro valore aggiunto. In questo caso il valore aggiunto lo hanno portato questi ragazzi.
E il fotografo cosa ha fatto?
Ha raccontato momenti, movimenti, i loro stati d’animo, le loro esplosioni di gioia o di tristezza. E’ stata un’esperienza forte che mi auguro sia trasmessa attraverso queste immagini.
Perché è stato scelto il bianco e nero?
Non abbiamo voluto assolutamente distrarre da cromie diverse dal bianco e nero che credo sia, a livello emozionale, il canale più potente per arrivare agli occhi di chi guarda. Abbiamo lasciato la concentrazione su loro, i modelli, senza troppe distrazioni a livello cromatico. Il bianco e nero è prevalente ma ci sono anche alcune foto a colori.
Anche nelle foto a colori, il colore appare accennato, con una predominanza di scuro. È una scelta artistica?
Sì, è uno stile utilizzato per questa tipologia di racconto. Abbiamo lasciato i ragazzi molto liberi ma la direzione artistica della mostra aveva già dall’inizio chiara l’idea di un bianco e nero che toccasse il cuore.
