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Le fotografie di Vincent Peters a Palazzo Bonaparte

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Timeless Time è una mostra che appare in dialogo perfetto, fin dal titolo, con Roma. Senza tempo sono le fotografie di Vincent Peters, il fotografo di moda tedesco formatosi a New York e allievo di Giovanni Testino e senza tempo è il fascino della città eterna. Palazzo Bonaparte si conferma una attrattiva sede espositiva di mostre che lasciano il segno e si apre per la prima volta alla fotografia. Il primo artista che ospita è il fotografo delle celebrities diventato lui stesso una celebrità. Il nome di Vincent Peters è legato a scatti iconici e a campagne fotografiche leggendarie che hanno cambiato la fotografia contemporanea. Monica Bellucci, Laetitia Casta, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Angelina Jolie, Emma Watsnon, Charlize Theron sono alcune delle star ritratte ed esposte a Roma, Armani, Celine, Hugo Boss, Adidas, Bottega Veneta, Hermes, Louis Vuitton, Netflix sono alcuni dei brand che si sono affidati alla creatività di Vincent Peters. In cosa consiste lo stile fotografico che colloca Vincent Peters in uno spazio personale e definito nel patinato mondo della fotografia di moda? È uno stile timeless time, senza tempo che sottrae la fotografia di moda alla sua intrinseca fugacità e la consegna a un presente destinato a essere anticipato da un prima e un dopo lo scatto, come una pellicola in movimento. Ma è una foto o è un film? La domanda ha il suo perché e nasce dalla considerazione che Vincent Peters è un fotografo che la sa lunga, vuole raccontare una storia nell’attimo che precede e poi segue il click di un ritratto destinato a rimanere sulla soglia del tempo. I suoi ritratti attraggono perché riescono a raccontare, la storia e non solo il momento che accompagna lo scatto, entrano negli occhi di chi osserva e vi rimangono per sempre. La mostra fotografica, realizzata in bianco e nero, è visitabile fino al 25 agosto ed espone una galleria di personaggi ritratti in 20 anni di produzione artistica, gli anni venti del Duemila. È il racconto per immagini del nostro tempo, una contemporaneità interpretata con l’approccio umanistico di un grande fotografo. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra l’artista Vincent Peters, la presidente di Arthemisia Arte Iole Siena e la curatrice di Timeless Time Gabriela Nobile.

Vincent Peters

“Le foto sono visibili ma possono anche essere toccate”. Come è possibile?

È possibile perchè c’è un processo di auto-rivelazione, le immagini portano le emozioni in superficie, non avresti provato quelle emozioni se non avessi visto quelle foto e attraverso le emozioni che tu provi, oggi diremmo che innescano qualcosa, trovi qualcosa  che riguarda te stesso. Quando guardi un’opera d’arte, hai una reazione e quella reazione è molto vera, puoi pensare che non ti piace, che la trovi molto strana oppure puoi pensare che ciò che vedi è bellissimo. La tua reazione dice qualcosa di te stesso, qualcosa di invisibile che è dentro di te ed esce fuori proprio attraverso le foto. In ogni foto che tu vedi, incontri qualcuno, un personaggio e la sua storia. Ognuno custodisce un giardino dove incontra le persone conosciute che non ci sono più ma anche quelle che ancora si devono conoscere. Il mio giardino personale mi ha fatto sentire sempre meno solo, soprattutto quando ero bambino.

C’è più emozione, più bellezza o più corpi esposti nelle 100 opere in mostra?

L’idea del Timeless Time è un po’ ciò che ho appena detto, riguarda le reazioni che possiamo provare osservando immagini risalenti a 300 anni fa. Oggi se vai in una chiesa romana e vedi un dipinto, tu provi qualcosa anche se magari non conosci nemmeno il pittore, che potrebbe essere Michelangelo  o un altro artista ma non importa, ciò che importa è che tu provi qualcosa. Questo sentimento viaggia nel tempo ed è lo  stesso sentimento che provi anche ora ed è reale. C’è qualcosa in quel sentimento che è senza tempo ed è incredibile, non c’è niente di simile a quando provi un sentimento guardando un’opera risalente a 200, 400 o 500 anni fa. Quando ascolti Puccini o guardi un’opera di Caravaggio, provi qualcosa e il tuo sentimento viaggia, questo è  Timeless Time, il tempo senza tempo. Il tempo si ferma e le emozioni restano per sempre, in uno spazio senza tempo.

Iole Siena

È la prima mostra fotografica allestita a Palazzo Bonaparte?

È la prima mostra fotografica, perché la fotografia è ormai a tutti gli effetti una delle più importanti forme d’arte. A Palazzo Bonaparte mancava ancora questa esperienza e quest’anno abbiamo deciso di iniziare con due fotografi di grandissima eccellenza che vengono dallo stesso mondo,  la moda, ma che hanno preso strade completamente diverse. Vincent Peters, l’artista delle star, della moda, della bellezza, della seduzione è il primo fotografo a esporre. Le sue foto sono magnifiche, credo che tutti al mondo vorrebbero essere fotografati da Vincent Peters. Sono state definite foto cinematografiche per la qualità e l’intensità e anche perchè  hanno tanto di artistico,  dentro  c’è il cinema, il teatro, lo studio della luce, sono effettivamente  arte.

Timeless Time cosa offre al visitatore?

Bellezza, seduzione, attenzione per tutto il mondo delle donne. E’ una mostra che ha anche un grande potere consolatorio in un momento in cui se ne avverte particolarmente la necessità.

Vincent Peters e Mario Testino, protagonista del nostro prossimo racconto. Palazzo Bonaparte si apre alla fotografia esordendo con la fotografia d’autore?

Vincent Peters deve parte del suo successo a Giovanni Testino, fratello di Mario Testino che non ha bisogno di presentazioni e che proprio a Roma presenta, per la prima volta al mondo, un lavoro completamente diverso dalle sue esperienze artistiche precedenti. La mostra espone opere frutto di un lavoro sociale su gruppi etnici. E lui è andato in giro per tutto il mondo per fotografare, quindi vedremo due cose completamente diverse. Vincent Peters deve parte del suo successo a Giovanni Testino, fratello di Mario Testino. Una bellissima stagione dedicata alla grande fotografia.

Nelle opere di Vincent Peters c’è grande attenzione alla bellezza, alla seduzione, alle donne?

Sì, sono questi i temi importantissimi e attualissimi che troviamo nelle sue opere. Vincent Peters riesce a esaltare la bellezza delle donne anche quando sono spogliate e fotografate nude.

Cosa traspare dai suoi ritratti?

Traspare sempre un enorme rispetto del corpo umano e  della bellezza, non c’è mai un passo oltre la linea di demarcazione, non c’è nulla di volgare. La mostra è un inno alle donne, alla bellezza delle donne, alla seduttività, alla morbidezza delle linee. È una esposizione molto importante e di grande rispetto nei confronti delle donne.

Come lavora Vincent Peters e quali sono le caratteristiche che lo rendono molto diverso dagli altri fotografi?

È  un fotografo che produce in maniera diversa intanto perché ha una sorta di maniacalità verso il lavoro, segue ogni dettaglio delle sue foto, non c’è ombra o piega che sia casuale, nessun particolare, neanche lo smalto nelle unghie, è mai casuale. Vincent Peters ha una visione estremamente cinematografica e i suoi ritratti sembrano scatti rubati da un film, più  che una foto in posa. Le donne sono piene di vita, ogni personaggio sembra  che esca dalla foto e venga verso chi osserva. Il risultato è molto particolare e unico proprio perché si perde completamente la dimensione della modella e del fotografo.  Le foto sembrano davvero scatti rubati in un momento qualunque della vita.

Gabriella Nobile

Come raccontare, a chi non lo conosce ancora, l’artista che espone?

Vincent Peters è un fotografo che ha iniziato la sua carriera con la moda, ha scattato per i giornali più famosi al mondo, come Vogue Italia e Vogue America, per specializzarsi in seguito nei ritratti delle celebrities.

Lei ha presentato la fotografia di Vincent Peters come arte…

Io sono un’agente di fotografi da più di 25 anni e adesso mi occupo di mostre fotografiche, proprio perché mi piacerebbe, arrivando dalla fotografia d’autore, quando le foto si scattavano in pellicola, non c’era photoshop e le foto si post producevano spuntinando a mano, quindi ogni foto era un’opera d’arte. Oggi che c’è Instagram, tutto è digital e veloce, sto cercando di raccontare un’altra storia.

Quale storia?

 La bellezza di appendersi in casa non solo un’opera d’arte di un autore famoso che può essere un pittore, ma anche un di un fotografo. Con le mie mostre giro il mondo proprio per raccontare quanto sia bello avere un artista fotografo che parla della sua arte. Infatti Vincent scatta solo in pellicola, ancora oggi.

A chi si deve la scelta del titolo?

Il titolo lo abbiamo studiato insieme quando è nata la prima mostra a Palazzo Reale a Milano, circa un anno fa. Proprio il tempo senza tempo, proprio perché queste immagini fermano il tempo in un passato e in un futuro. Queste immagini non scadranno mai non saranno mai immagini vecchie, Timeless Time, ecco il perché di questo titolo.

Qual è la linea narrativa del progetto espositivo?

Sono circa 100 scatti, selezionati su un totale di 200. Vincent ne parla come ‘i suoi bambini’. Non è stato facile scegliere, abbiamo selezioato quelli più iconici, quelli che sappiamo daranno più emozione. Iconici sia per i personaggi ritratti che per lo stile narrativo, che è sempre uno, quindi sempre bianco e nero, sempre cinematografico, non c’è mai un flash, non c’è mai una posa che non sia stata sentita sia dal fotografo, sia dall’attore o dall’attrice.  Molte di queste foto nascono per caso, come quella di Charlize Theron. Peters ha fatto una campagna di un brand famoso di moda con lei e poi ha detto: dai, ti faccio un ritratto. I vestiti che aveva addosso, non le piacevano, Ss è messa addosso un lenzuolo e così è nata la foto.

Diventata talmente iconica da essere scelta come foto di copertina per la mostra romana?

Esattamente, è una foto nata per caso che viaggia nel tempo.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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