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Il cinema dei borghi

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Il cinema ha raccontato luoghi e aperto finestre su mondi sconosciuti, fin dai suoi esordi. Alla fine dell’800, quando gli operatori dei Fratelli Lumiere andavano in giro per il mondo a filmare monumenti per realizzare cortometraggi e prime vedute cinematografiche, avvicinavano gli spettatori ad attrazioni turistiche lontane e sconosciute, destinate a restare per molti solo immagini da cartolina. La Tour Eiffel, Il Colosseo, Il Nilo, Le Cascate del Niagara, la Grande Muraglia, la Sfinge si aprivano al mondo, per lo più immobilizzato, proprio grazie al cinema che ha cominciato a indicare luoghi e suggerire destinazioni. L’evoluzione contemporanea del racconto cinematografico legato ai luoghi è il cineturismo, un fenomeno arrivato in Italia solo negli ultimi decenni ma che costituisce oggi una delle prime motivazioni al viaggio. Il cinema italiano ha raccontato l’Italia nel mondo, alimentando il sogno del viaggio in Italia, il mito delle vacanze romane, ma si è prevalentemente concentrato nelle grandi città che sono attrazioni e mete turistiche per viaggiatori di tutto il mondo. Roma ha catalizzato l’attenzione delle produzioni cinematografiche italiane e internazionali, per una molteplicità di ragioni legate al centro di produzione internazionale di Cinecittà, alla straordinaria stagione della Dolce Vita che l’ha resa la Hollywood sul Tevere, alla ricchezza delle sue vestigia storiche che ne fanno un set di impareggiabile bellezza. Tuttavia esiste una cinematografia non metropolitana, che racconta i piccoli borghi, le aree interne e le località poco conosciute che quando entrano nel racconto di un film o di una serie televisiva, vengono scoperti, apprezzati, visitati. È a questo cinema che è dedicato il Cilento Fest, un evento culturale che si è svolto ad agosto a Perito, piccolo borgo in provincia di Salerno, per la promozione del cinema nazionale e internazionale dei borghi e dei paesi. Il film I basilischi, opera prima di Lina Wertmuller  che esordì come regista nel 1963, è stato scelto come film simbolo di una rassegna che celebra il cinema dei borghi. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Marco Grossi, storico del cinema e docente di storia del cinema, per approfondire il ruolo del cinema italiano nella valorizzazione di borghi e paesi.

Il Cilento Film Fest in cosa è diverso e innovativo rispetto ai festival e alle mostre dedicate in Italia al cinema?

La rassegna organizzata da Max De Francesco, direttore artistico del Cilento Fest, accende un faro sul cinema che non arriva nelle sale, corti, docufilm, lungometraggi realizzati in Italia che trovano la loro strada attraverso iniziative meritorie come questa. Il Cilento Fest è una delle ultime realtà italiane a promuovere il cinema sui borghi e nei borghi, una manifestazione che riesce a coinvolgere personalità importanti del cinema italiano. Rocco Papaleo, che ha ricevuto il Premio speciale Cilento Fest 2023,ha presentato il suo ultimo film Scordato e ha dialogato sulla sua visione di cinema,Anna Pavignano, sceneggiatrice con Mario Martone del documentario Laggiù qualcuno mi ama dedicato a Massimo Troisi, premiata con il Cilento Fest Cinema e Scrittura, Maurizio Lastrico che con il suo show ha inaugurato la rassegna, Massimo Wertmuller premiato con il Cilento Fest 2023 alla carriera e tanti altri protagonisti del cinema e del teatro. La rassegna ha promosso anche proiezioni, mostre, concerti, presentazioni di libri, visite guidate per scoprire il territorio, percorsi enogastronomici dedicati ai sapori locali. È una manifestazione innovativa e necessaria per l’attenzione che riserva ai borghi e al cinema che li racconta.

Da sinistra: Massimo Wertmuller e Marco Grossi.

È ancora tempo de I basilischi, il film di Lina Wertmuller scelto come simbolo della cinematografia sui paesi?

Il Cilento Fest ha dedicato un tributo speciale a Lina Wertmuller, Viva Lina! per celebrare i 60 anni del film I basilischi, un film importante dal punto di vista cinematografico che segna uno degli esordi più significativi del cinema italiano negli anni Sessanta. I basilischi è uno dei film che ha innovato il nostro cinema, diretto da una regista esordiente, un’opera prima che a distanza di 60 anni è ancora bella, fresca, girata in un bianco e nero contrastato.

Come nasce il film e perché è legato ai borghi?

L’idea del film nasce nel 1961, nel corso di un viaggio che Lina Wertmuller e Tullio Kezich, il critico cinematografico del Corriere della Sera, organizzano per andare a trovare Francesco Rosi impegnato in un set in Sicilia.  Una sosta in Basilicata per visitare Palazzo San Gervasio, paese natale del padre di Lina Wertmuller, suscitò nella regista il desiderio di riscoprire le sue origine lucane, raccontando la sua terra in un film. Scrisse la sceneggiatura per un film che ricevette solo un terzo dei finanziamenti richiesti, ma il progetto fu ugualmente realizzato, con un cast interessante, tra i protagonisti c’era anche Stefano Sattaflores, attore molto famoso negli anni Sessanta e Settanta.

Cosa racconta il film?

Il film è il racconto di un meridione che sembra paralizzato per l’eternità, dove i basilischi, rettili immobili che sembrano non avere vita, sono la metafora per indicare le giovani generazioni che pensano di cambiare, ma non lo fanno, vagheggiano di trasferirsi a Roma o in altre grandi città per affrontare le sfide del futuro ma rimangono ingabbiati e paralizzati in un eterno presente. Il film scelto come simbolo della rassegna, è accompagnato anche da un pamphlet celebrativo di prossima pubblicazione.

Il cinema legato ai borghi può fare da volano al turismo delle radici che nel 2024 celebrerà l’Anno delle radici italiane?

Certamente è una motivazione a tornare nei paesi di origine, a riappropriarsi di tradizioni e consuetudini, della cultura identitaria di una terra che suscita l’interesse degli italiani emigrati all’estero ma anche nelle regioni del Nord Italia.

Film ma anche musiche da film. Il valore evocativo delle colonne sonore è una ulteriore occasione di riscoperta?

Ciak si gira è il concerto di musiche da film diretto dal M° Gabriele Pezone, eseguito dal SoundTrack Ensemble nell’ambito del Cilento Fest, dedicato alle colonne sonore del cinema realizzate da Nino Rota, Ennio Morricone, Piovani. Una pagina di storia musicale che ha emozionato e riproposto una musica immortale.

Il cineturismo quando nasce come fenomeno?

Il turismo cinematografico in realtà nasce alla fine dell’800 con il cinema, anche se in forma inconsapevole. Con le prime riprese degli operatori dei Fratelli Lumiere, il mondo si offrì per la prima volta agli occhi delle persone, in una maniera non immobilizzata come era stato fino ad allora il racconto visivo offerto dai quadri. L’evoluzione del racconto cinematografico la conosciamo, oggi tutti possiamo dire di conoscere New York anche se non ci siamo mai stati perché abbiamo visto i film che ce l’hanno mostrata, da C’era una volta in America di Sergio Leone, ai film di Woody Allen e Martin Scorsese. Il cineturismo in Italia ha cominciato a elaborarsi da un paio di decenni ma è da sempre una motivazione al viaggio molto importante. I luoghi de Il Postino sono famosi in tutto il mondo, la serialità televisiva su Montalbano e Don Matteo ha fatto conoscere piccoli paesi bellissimi, ma non può mancare il riferimento storico a Sperlonga oggi considerata tra le prime venti località turistiche italiane come borgo di mare e perla del Tirreno, che prima di essere scelta nel 1950 dal regista Giuseppe De Santis come luogo, vicino alla Piana di Fondi, in cui ambientare un suo film, era solo un villaggio di pescatori.  Il successo del film la fece scoprire a Raf Vallone che si fece costruire a Sperlonga una villa e poi arrivarono le star internazionali, da Arthur Miller a Marlene Dietrich. Anche oggi ci sono esempi di città scoperte grazie al cinema, come  Crema, una piccola cittadina lombarda con  circa 35mila abitanti, raccontata nel 2018 da un film di Luca Guadagnino, Chiamami con il tuo nome, che ha suscitato l’interesse di turisti provenienti da tutto il mondo, desiderosi di rivivere le atmosfere delicate del film. Arrivati a Crema, visitano i luoghi che hanno visto nel film, noleggiano le biciclette come i protagonisti del film, cercano di ripercorrere idealmente gli ideali romantici dei due protagonisti del film. Il cineturismo è un fenomeno contemporaneo che ha un ruolo davvero importante nella scoperta e nella promozione dei luoghi.

Chi sceglie i luoghi dove girare i film?

Oggi le Film Commission, prima i registi e gli scenografi  andavano in giro per l’Italia a cercare i luoghi in cui ambientare le storie. Le Film Commission riescono a indirizzare gli autori di film alla scoperta di luoghi ancora poco esplorati. Un dato recente racconta come oltre il 30% dei turisti internazionali ha scelto almeno una volta per un viaggio, una meta protagonista di un film o di una serie televisiva. Il dato restituisce l’importanza del cinema e dell’audiovisivo per il marketing territoriale e la promozione turistica del territorio, soprattutto dei borghi. Oggi la Puglia è una delle regioni che attrae maggiormente le produzioni cinematografiche e le serie televisive che vanno a scoprire luoghi inesplorati, portano visibilità, offrono linfa economica e lavoro agli artigiani del posto, creano nei borghi una impressionante economia diffusa. Se poi il film diventa famoso e resta nella memoria degli spettatori, il desiderio di visitare quei luoghi si trasforma in realtà.  

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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