Gli anni ’10 ci avevano fatto pensare che Takagi & Ketra fossero i migliori produttori discografici dell’universo e gli anni ’20, tutto sommato, non ci stanno facendo cambiare idea, nel senso che Takagi & Ketra saranno anche (generalizzando, perché qualcosina hanno pur fatto) “andati in letargo”, ma altri profili che si sono proposti come “il produttore del momento” non si sono rivelati minimamente all’altezza di essere anche solo paragonati ad Alessandro Merli (in arte Takagi, milanese, ex membro dei Gemelli Diversi) e Fabio Clemente (in arte Ketra, membro dei Boomdabash, di origini abruzzesi ma adottato dal Salento). Il milanese e il salentino, due facce della stessa medaglia (ovvero il nostro Paese): l’Italia che guarda alla Mitteleuropa e l’Italia orgogliosamente mediterranea. Due mondi che si uniscono, nel nome della musica.
La seconda metà degli anni ’10 ha rappresentato un momento d’oro per la musica italiana. Dall’estate 2015 fino al 2019, la qualità della vita degli italiani è stata colorata da un’ondata clamorosa e improvvisa di tormentoni di alta qualità. È nato un microperiodo storico denso di innovazioni nel panorama discografico nostrano. Gli autori avevano tanto da raccontare a livello testuale, dal boom delle interconnessioni (whatsapp, Instagram e via dicendo) fino alle tensioni sociali (la crescente disillusione verso la politica tradizionale, l’affermazione dei partiti populisti, la retorica anti-europeista e il capitolo integrazione).
A livello musicale, l’innovazione è stata marcata: un suono fresco, una vitalità improvvisa, un perenne inseguimento dell’estate. Nella Top 10 dei migliori tormentoni di quel periodo – pur dovendo, per forza, mettere al primo posto “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani – tutte le altre posizioni sono occupate da canzoni che portano la firma di Alessandro Merli e Fabio Clemente. Eppure no: Takagi & Ketra non sono soltanto “autori di canzonette estive”. Non sono, per intenderci, gli Enrico e Carlo Vanzina della musica italiana (come qualcuno di più superficiale vuole far passare). Aver prodotto interamente l’album-bomba “Comunisti col Rolex” di J-Ax e Fedez li proietta senza dubbio nell’Olimpo della produzione discografica italiana: una cura estrema per i dettagli, una modalità totalmente innovativa di approcciare all’arrangiamento di un brano, ma soprattutto tanta competenza musicale, che spazia dalla cultura hip-hop fino ai tormentoni nazionalpopolari, passando per sfumature latin e perfino per un omaggio alla tradizione classica.
Takagi & Ketra non hanno costruito solo un nuovo “sound” nella musica italiana, ma hanno completamente ribaltato il modo di scrivere un brano. L’obiettivo è regalare all’ascoltatore una vera e propria esaltazione, senza addentrarsi nei discorsi eccessivamente pesanti in cui purtroppo sguazzano molti artisti, che sovraccaricano di pressione emotiva i loro progetti e tendono in generale a ingigantire certe dinamiche. Takagi & Ketra si prendono alla leggera nella stesura di un brano, pur avendo una cura maniacale verso il prodotto discografico finale. Quanto alla qualità effettiva delle canzoni, il discorso è semplice: si sa che non è un capolavoro, ma intanto è una figata pazzesca. E con il passare degli anni, quella “figata pazzesca” viene pian piano intesa come un capolavoro. Bisogna svincolare gli artisti contemporanei dal peso dell’eredità novecentesca: alcune vette artistiche raggiunte dai giganti del “secolo breve” sono praticamente irragiungibili, a questo punto tanto vale fare musica totalmente diversa e puntare al divertimento, più che ai virtuosismi sofisticati. Oggi il mondo va veloce e un brano, più che essere “bello”, deve essere “figo”, nel senso di essere trascinante, potente, libero, radiofonico. Non è un caso se Loredana Berté, artista che ha lavorato con i grandi del Novecento, afferma: “Con i Boomdabash e in generale con Takagi & Ketra, mi diverto moltissimo”. È questo il punto: Takagi & Ketra si alzano la mattina con l’obiettivo di far star bene le persone, grazie alla loro musica. Questo vale più di mille notti insonni che i cantautori depressi trascorrono a pensare a una “donna-angelo” che, nella società, ormai non esiste più. È un cambio di paradigma.
Veniamo adesso alla hit dell’estate 2025: “Una stupida scusa” dei Boomdabash in collaborazione con Loredana Berté. Il soggetto è lo stesso di “Non ti dico no”, ma gli ingredienti cambiano notevolmente. Non si parte subito con il ritornello e, soprattutto, non c’è lo special. Prima strofa, ritornello, seconda strofa, ritornello. Stop. L’ascoltatore che ha amato gli anni ’10, a fine canzone resta sospeso: “ma come? tutto qui?” è il pensiero che gli ronza in testa. Potrebbe anche essere stato fatto di proposito: siamo tornati con lo stesso soggetto del 2018, per ora va bene così. Accontentatevi. Perché il meglio deve ancora venire. Romanticamente, speriamo sia così. Il dato di fatto è che un brano che poteva durare 3:35, dura 2:48. La canzone non è triste ma per essere una hit estiva, traspare comunque un velo di malinconia. Il colpo da fuoriclasse è la intro progettata da Takagi & Ketra con un suono magnetico: il refrain iniziale è penetrante ma anche dolce, moderno ma al tempo stesso sinfonico. L’orchestrazione è da autentici fuoriclasse. Pur avendo l’orecchio allenato, un ascoltatore esterno alla produzione non riesce a comprendere quale strumento sia stato utilizzato. Quasi sicuramente sono stati campionati due suoni diversi, che sono stati in seguito “miscelati” insieme: è l’ipotesi più probabile, ma non l’unica. E se fosse uno strumento solo? È un violino equalizzato in modo tale che suoni come uno strumento elettronico? Oppure un sintetizzatore che assomiglia in qualche modo a un fiato? È addirittura un liuto? Non si capisce. Ma suona bene. Benissimo. “Una stupida scusa” è uno dei brani più convincenti dell’estate 2025. È il grande ritorno di Takagi & Ketra.