Signora Feuerman, amo la sua arte e credo che le sia un genio. Comincia così una giornata particolare con Carole A. Feuerman. L’artista, considerata la regina dell’iperrealismo, è arrivata a Roma da New York per seguire da vicino tutte le fasi dell’allestimento della sua prima mostra antologica in Italia. Siamo a Palazzo Bonaparte, una delle sedi espositive più importanti del mondo. Carole A. Feuerman dedica da cinquant’anni grande attenzione alla rappresentazione del femminile. Ha affidato la realizzazione del suo progetto espositivo più importante alla squadra di Arthemisia. Un gruppo di lavoro composto in prevalenza da donne, diretto da Iole Siena, una azienda in festa per i primi 25 anni di attività nell’organizzazione di mostre internazionali.

Se l’arte è donna, Arthemisia lo è anche di più e Carole A Feuerman è l’artista che ha sempre posto le donne al centro del suo lavoro. Carole A. Feuerman nasce in America, cresce a Long Island “in un posto difficile e in una famiglia senza grandi possibilità. Ho cominciato a fare sculture di nuotatrici, attratta dalle donne che uscivano dall’acqua e in cui io mi identificavo”. La sua tecnica iperrealista nasce dall’osservazione minuziosa, riprodotta nei dettagli delle sue sculture. Le ciglia lunghe delle nuotatrici, i ciuffi di capelli che fuoriescono da cuffie colorate e adornate di perline, le gocce d’acqua sul viso, lo smalto sulle unghie, i frammenti di corpo rappresentati con precisione anatomica, i tatuaggi delle ultime realizzazioni, esprimono un afflato alla valorizzazione del femminile.
Il corpo ha una voce e Carole A. Feuerman lo rappresenta. Il corpo è un vettore di sentimenti ed emozioni, comunica, sussurra, riflette. Tuttavia un’artista che ha cominciato a lavorare a metà degli Anni ’70, tra le proteste e le rivendicazioni femminili che scuotevano l’America e riesce dopo cinquant’anni a rappresentare, interpretandolo, il suo tempo, è molto oltre la mera rappresentazione delle grandi sculture, seppur iconiche, di ballerine e nuotatrici. Carole A. Feuerman ne è consapevole ed è per questo che festeggia la sua prima mostra antologica. Un progetto espositivo che racconta l’artista esattamente per quella che è e per tutto ciò che ha realizzato.
Il giorno dell’inaugurazione della mostra Carole A. Feuerman. La voce del corpo, una bellissima signora dall’aspetto giovanile, con una giacca verde sfavillante come il suo entusiasmo, accompagnata da marito, figli, nipoti e staff, accoglie tutti a vedere le cento opere che raccontano la sua storia. E al complimento di essere considerata un genio da chi scrive, risponde: Che emozione sentirlo, grazie! Ma mi raccomando, voglio leggerlo anche nel pezzo che scriverà.
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