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Sipario! Siamo al Sistina

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Poltrone di velluto rosso e grigio, moquette, tessuti, foyer, un palcoscenico centrale, una compagnia e un cartellone di successo. Sipario! Siamo nel Teatro Sistina, il teatro dei romani, il tempio del musical italiano, luogo iconico dedicato al teatro leggero di qualità e di eccellenza, diventato negli anni luogo della cultura a Roma. Ma attenzione, le poltrone, il foyer, la biglietteria, i camerini degli artisti, sono sotto un tendone che si monta e si smonta, si mette in viaggio su 15 tir autoarticolati e da via Sistina a Roma si sposta in altre città italiane per raggiungere anche lo spettatore che il Sistina lo ha sempre solo sognato. È il Sistina che raddoppia e diventa Chapiteau, lo spettacolo itinerante che porta il sogno sotto casa per vivere l’emozione di un vero musical. La nuova dimensione itinerante del Sistina farà il suo esordio a Milano a dicembre con Cats,grande successo della scorsa stagione, proseguirà con Il Marchese del Grillo e con Mathilda. La carovana arriverà portando il saluto, il cuore, l’energia e l’emozione della casa madre, il Teatro Sistina di Roma che continuerà la sua programmazione, raddoppiando l’offerta di grandi musical, con grandi protagonisti e storie di successo. Massimo Romeo Piparo è il direttore artistico del Teatro Sistina, un visionario e creativo imprenditore indipendente che 10 anni fa ha rilevato il Sistina e lo ha traghettato in una nuova storia fatta di successi, qualità e numeri. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero lo ha incontrato per capire come Roma è raccontata nel mondo anche dal suo teatro.

Roma si racconta nel mondo anche grazie al suo teatro?

Verrebbe da dire Roma, basta la parola!  Roma già da sola racconta tutto ma è necessario continuare a tenere viva la storia, la tradizione, la cultura di questa grande città amata in tutto il mondo, soprattutto in un momento storico in cui è diventata meno vivibile per molte ragioni. Il nostro modo di offrire al pubblico, anche a quello che viene da fuori, spettacolo, arte e cultura, mantiene sempre alti standard internazionali per aiutare Roma a essere scelta come meta turistica, preferita rispetto ad altre capitali.

Il pubblico conosce il Teatro Sistina come tempio del musical e del teatro leggero, ma quanti conoscono l’origine nobile e la storia antica tutta italiana del musical che ha le radici nel melodramma?

Mi stupisco sempre che ancora si pensi a un’origine anglosassone e americana del genere musical che mettiamo in scena in Italia. In realtà il musical non è altro che l’erede moderno del melodramma italiano, dell’opera e dell’operetta che poi gli Anglosassoni hanno virato in chiave business, creando un’industria intorno al melodramma, che però la merita tutta.

Una storia italiana da rivendicare

Una storia da conoscere e di cui essere orgogliosi e fieri, soprattutto gli Italiani che vivono in America, dove il musical è un’industria e una grande bandiera nazionale.

Lei ha prodotto i più grandi successi teatrali degli ultimi anni e reso il Teatro Sistina protagonista dello spettacolo internazionale. Come si costruisce un cartellone di successo?

Un direttore deve occuparsi dei gusti del pubblico e non dei propri gusti personali, cercando di capire ciò che il pubblico vuole vedereanche perché oggi la gente può scegliere, non casca per sbaglio in un teatro ma ci va solo se convinto e fortemente motivato, soprattutto in una città come Roma che ha problemi di traffico e mobilità. Serve convinzione e motivazione per alzarsi dal divano di casa e andare a teatro.

Roma come istituzione lo sa che ha un teatro importante che la rappresenta nel mondo e soprattutto riesce ad aver cura del Teatro Sistina e delle sue esigenze?

Roma intesa come istituzione e amministrazione politica, conosce benissimo cosa fa il Sistina per l’immagine di Roma, ma è poco concreta, lascia che tutto si realizzi per magia. Il Sistina è un’impresa privata che con i propri mezzi e le proprie persone porta avanti un progetto che fa bene a tutta la città.

Qual è il profilo dello spettatore del Sistina?

Il profilo è il più ampio possibile, il Sistina è di tutti, deve essere di tutti, aperto a qualunque gusto per accontentare tutta la famiglia perché i nostri spettacoli devono piacere e riunire in platea la nonna ma anche la nipotina. Non a caso al Sistina c’è la corsa ad accaparrarsi il biglietto perché chi va al teatro, sa di trovare uno spettacolo assolutamente fruibile da tutta la famiglia. Del resto una proposta totalmente fruibile è l’anima dell’entertainment, che gli anglosassoni hanno fatto propria.

Includere e raggiungere tutti è l’obiettivo del SISTINA che raddoppia, diventa CHAPITEAU, si fa itinerante  e apre una nuova pagina nella storia del teatro e dello spettacolo italiano

Solo il 25% della nostra platea abituale è costituita da persone che programmano un viaggio o un week end a Roma per assistere a uno spettacolo del Sistina ma sono sicuramente molte le persone che vorrebbero ma non possono. Molti nostri spettacoli girano nei teatri italiani, ma l’idea che potessero cominciare a girare protetti dal marchio Sistina, con una offerta e una proposta chiara e coerente che porta il Sistina direttamente sotto casa, ci è piaciuta molto. È una cosa bella, ambiziosa, un’offerta positiva perché con il Sistina Chapiteau andremo in posti dove non ci sono luoghi adeguati ad accogliere i nostri spettacoli e finalmente una parte di pubblico finora tagliata fuori dalle nostre proposte, potrà finalmente usufruirne.

I protagonisti dei grandi successi del Sistina come hanno accolto la nuova dimensione circense del Teatro?

Per un attore di fama nazionale impegnato nelle produzioni cinematografiche e televisive, fare un musical al Sistina era già un traguardo molto importante che ora si arricchisce di una nuova esperienza in giro per l’Italia, sotto un tendone monografico dedicato interamente ai nostri spettacoli. Tutta la grande famiglia del Sistina ha accolto con gioia il nuovo progetto e di questo sono felice e fiero. Il Sistina Chapiteau è un progetto che offre cultura, spettacolo, divertimento ma è anche una importante occasione di lavoro che alimenterà anche l’indotto delle località nelle quali arriva.

Sipario! Siamo al Sistina anche se a Milano o in Salento?

Esattamente, c’è un ingresso che dà proprio l’impressione di entrare al Sistina, con un palcoscenico centrale rispetto alla gradinata e un sipario di boccascena, una platea di 1.500 posti, un parterre basso centrale con poltrone di velluto rosso e grigio.

E i camerini per gli artisti?

Tutto sarà attrezzato sotto un altro tendone, ci sarà il bar, il parcheggio, la possibilità di prenotare online biglietti e servizi. E così, in posti dove non c’era nient’altro che una spianata, nel giro di 15 giorni sorgerà un grande villaggio del musical che porterà musica, suoni e colori in aree di città dove replicheremo i cartelloni dei musical principali del Teatro Sistina.

Il Sistina raddoppia, a Roma continua la normale programmazione del teatro con proposte sempre accattivanti, in giro per l’Italia arriva il Sistina Chapiteau. Dal Sistina non si scappa?

Al mio segnale, scatenate lo Chapiteau come dice Luca Ward.

Lei è presidente dell’ATIP, l’associazione dei teatri privati italiani che ha fondato nel 2020 con quali finalità?

Il teatro privato è il vero motore dello spettacolo italiano, ma non aveva una sua forte rappresentatività di fronte alle istituzioni e questo deficit di relazione si è rivelato in tutta la sua problematicità durante la pandemia, quando i teatri sono stati chiusi e i lavoratori abbandonati a se stessi. Il lavoro silenzioso e meticoloso delle aziende private che fanno spettacolo in Italia, non era riconosciuto in maniera adeguata dalle istituzioni. La costituzione dell’associazione ha permesso di accendere un faro su un settore strategico che se si dovesse fermare, bloccherebbe il 70% dello spettacolo dal vivo.

Un ricordo della premiata ditta Garinei e Giovannini, di cui lei è erede eccelso, che ha gestito per 46 anni il Sistina?

Garinei e Giovannini hanno creato la grande attenzione sul genere musical e a loro si deve il radicamento del marchio Sistina nel cuore di Roma negli Anni ’70 e ’80 quando non c’era internet, si viaggiava con più fatica, i grandi musical erano a Londra e a New York, ma a Roma c’erano loro che scrivevano, producevano spettacoli e offrivano grandi talenti anche al mondo della televisione. I grandi nomi della televisione nascevano e si formavano proprio sul palco del Sistina. Onore e merito ai grandi fondatori del Sistina che credo di onorare nel modo dovuto.

Anche oggi il Teatro Sistina è una grande scuola di formazione per il musical con l’Accademia Sistina?

L’Accademia Sistina, nata nel 2016, è una scuola incentrata sul futuro del musical, dedicata alle giovani generazioni non  come protagonisti ma come spettatori e appassionati del genere. La scuola italiana purtroppo non si occupa di trasferire agli studenti cognizioni e competenze sulle discipline dello spettacolo, contrariamente a quanto avviene nell’Europa del Nord e in America, per questo noi ci sostituiamo in un ruolo importante, per dare la possibilità ai ragazzi tra gli 8 e i 16 anni di entrare in contatto con il mondo super professionale e di grande richiamo dei musical del Sistina. È un’esperienza che porterà questi ragazzi a non dimenticare mai l’importanza dello spettacolo, dell’arte e della cultura.

L’Accademia Sistina è presente anche in altre città italiane?

Ha già aperto sedi a Milano, in Sicilia, altre sta per aprirne ma soprattutto sarà anch’essa itinerante perché seguirà lo Chapiteau. Ci sarà quindi la possibilità di fare i corsi dell’Accademia Sistina dove arriverà lo Chapiteau.

Il Teatro Sistina offre una programmazione anche per le scuole?

Certamente, quest’anno abbiamo portato 52mila studenti a vedere i nostri spettacoli, offrendo le nostre produzioni principali esattamente come vanno in scena la sera, con lo stesso cast di artisti popolari e conosciuti. È una iniziativa che non ci premia dal punto di vista economico ma ci inorgoglisce e ci premia moralmente perché sappiamo che queste esperienze creano gli spettatori del futuro.

Se dovessero chiedere il Sistina Chapiteau anche a New York?

Saremo pronti a fare le valigie e a partire.

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Chapeau al Sistina Chapiteau!

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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