fbpx
5.9 C
Rome
spot_img

VIVE, Vittoriano e Palazzo Venezia

Data:

Condividi sui social:

Ci sono nomi che colpiscono per la concretezza del messaggio e per l’immediata percezione di un progetto. Accade con il VIVE, acronimo nato per indicare un monumento, Il Vittoriano  e un palazzo, Palazzo Venezia, storicamente ingombrante, che si ripensano e rinascono come importante polo culturale nel cuore di Roma. Il VIVE vive, finalmente. Dopo decenni di silenzio e grigiore, con sale svuotate di opere e spazi non completamente vissuti, Palazzo Venezia assume una nuova dimensione museologica e museografica, sensibile alla sua vocazione originaria e ai settori delle arti applicate. Nel progetto di riallestimento in corso, assume particolare importanza la valorizzazione del Fatto-in-Italia, per raccontare, attraverso l’esposizione delle opere, la straordinaria tradizione artistica e artigiana del nostro Paese. Palazzo Venezia cambia abito attraverso un nuovo allestimento che tende a farne il luogo del Fatto-in-Italia, di tutto ciò che viene realizzato lavorando le materie prime e utilizzando tecniche differenti. Il piano nobile del Palazzo e le sale che affacciano su Piazza Venezia e su Via del Plebiscito, vuote da molti anni, saranno riallestite con quadri, sculture, ceramiche, armi, mobili, gioielli, tessuti e altri esemplari di arti applicate e decorative. I saloni monumentali e tutti gli ampi spazi saranno aperti al pubblico che potrà ammirare opere finora sconosciute perché conservate, ma forse confinate, nei depositi del Palazzo. Un patrimonio straordinario rimasto a lungo invisibile, restituisce vita al VIVE e racconta secoli di storia. Il progetto di riallestimento è curato per la parte museologica dalla direttrice del VIVE Edith Gabrielli e per la parte museografica dall’architetto Michele De Lucchi. Il progetto interessa l’ala di rappresentanza di Palazzo Venezia, costruita nella seconda metà del ‘400, che comprende l’appartamento di Papa Paolo II Barbo, con la Sala delle Fatiche di Ercole ornata da affreschi del XV secolo, e le tre monumentali Sale del Mappamondo, delle Battaglie e Regia. L’ala di rappresentanza del Palazzo è sempre stata piena di opere d’arte, fin dal tempo di Paolo II, dei suoi successori e degli ambasciatori della Repubblica di Venezia e dell’Impero Austro-Ungarico. Le opere d’arte continuarono a essere esposte anche quando il Palazzo divenne un grande museo nazionale con il passaggio allo Stato Italiano, nel 1916 e continuò a esserlo anche durante il ventennio fascista e nel secondo dopoguerra. Lo svuotamento delle sale, con il confinamento delle opere d’arte nei depositi del Palazzo, ha una datazione certa, il 1982, anno in cui fu allestita in questi spazi una grande mostra su Giuseppe Garibaldi. Smontata la mostra, le opere spostate per far posto all’allestimento temporaneo, non furono ricollocate nelle sale e per 40 anni un patrimonio inestimabile è stato sottratto alla conoscenza dei visitatori. E’ per questo che il nome VIVE diventa evocativo di un ritorno alla vita di opere, spazi e sale che accogliamo con grande piacere. Il progetto di riallestimento verrà eseguito   in 3 fasi di cantiere per consentire al Palazzo di restare sempre aperto. La prima fase interessa circa 250 opere,  dall’età classica fino alla conclusione del XV secolo e sarà pronta per la fine dell’anno. La seconda fase prevede l’allestimento delle opere cinquecentesche, pronte per la primavera 2023. La terza fase comprende gli oggetti dal ‘600 fino ai primi del XX secolo e terminerà alla fine del 2023.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Edith Gabrielli, direttrice del VIVE e appassionata promotrice della rinascita di uno dei luoghi simbolo di Roma destinato a diventare polo culturale di eccellenza italiana e internazionale.

Edith Gabrielli

Come sarà l’allestimento che verrà?

Il progetto di allestimento a cui stiamo lavorando mira a fare di Palazzo Venezia un luogo del Fatto-in-Italia, un luogo che racconti la grande tradizione artistica e artigiana italiana, la capacità di realizzare opere d’arte con le tecniche e i materiali più disparati, tenendo sempre un filo rosso e una unità d’intenti.

Per realizzare cosa?

Per creare un percorso fatto di dipinti e di sculture ma anche di armi, gioielli, tessuti, ceramiche, avori e cosi via. Molti oggetti, grazie anche alla campagna di ricerca scientifica che stiamo conducendo, arriveranno direttamente dai depositi e saranno in mostra accanto agli altri oggetti che sono già in esposizione. Ci sarà un percorso tutto nuovo che sarà basato sulla seduzione degli oggetti.

Il VIVE si ripensa e riprogetta come polo culturale strategico?

Il VIVE si configura come un luogo indicato a fornire un’esperienza culturale completa. E’ già uno dei siti museali più visitati d’Italia, un luogo dove si tende a tornare più volte. Questo risultato rimarchevole è stato raggiunto in poco più di un anno, essendo il VIVE divenuto operativo solo nel novembre 2020.

A quale platea si rivolge?

Il VIVE cerca di intercettare diversi pubblici attraverso un sito web in gradi parlare a tutti, intercettando le specifiche necessità di ciascuno e una campagna di comunicazione integrata che riesce a farlo conoscere e a comunicare le sue attività, corredate da esperienze di apprendimento ed educazione. Stiamo valorizzando moltissimo il fattore umano, potenziando i servizi educativi con operatori culturali e guide turistiche che ci permettono di soddisfare le esigenze di pubblici diversi, dai ragazzi delle scuole fino ai visitatori adulti.

Intercettare diversi tipi di pubblico cosa comporta?

Significa coinvolgere eminenti studiosi e invitarli a fare attività che aiutino a conoscere il patrimonio e a fare di questo sito un luogo fisso di incontri culturali. Sono molte le personalità del mondo della cultura che hanno accolto il nostro invito per conferenze di arte, architettura, storia e musica.

I depositi di Palazzo Venezia che storia raccontano?

Sono un tesoro tutto da scoprire e rappresentano la parte più segreta del museo a cui i visitatori avranno finalmente accesso. Saranno visitabili  pregevoli collezioni  di argenti, con pezzi prodotti dalle maggiori manifatture d’Europa e realizzati dal XVII al XIX secolo ma anche avori, porcellane con preziosi pezzi giapponesi e cinesi e raffinati vetri di produzione veneziana. La ricerca scientifica ha reso possibile tutto ciò, grazie a un piccolo esercito di studiosi, specializzati e dottorandi di età compresa tra i 25 e i 35 anni che fanno capo a università importanti e che si stanno occupando della ricerca sulle migliaia di opere d’arte conservate nel Vittoriano e a Palazzo Venezia. Grazie a loro stanno emergendo elementi nuovi che saranno presentati nel corso delle nostre conferenze.

 Le aperture il sabato a un pubblico di ogni età avvicinano alla conoscenza di Palazzo Venezia?

Certamente, soprattutto alle zone meno conosciute del Palazzo, con cammini che portano i visitatori alla scoperta di spazi poco noti.

Palazzo Venezia conserva un patrimonio artistico di inestimabile valore. Come ci si può orientare nella conoscenza?

Palazzo Venezia vanta un legame profondo con il mondo classico e conserva un patrimonio considerevole di pezzi classici, una selezione dei quali sarà compresa nel percorso di visita. Più esteso sarà lo spazio dedicato al Medio Evo perché Palazzo Venezia conserva una collezione di opere medievali fuori dal comune che possono raccontare fatti, cose e persone straordinarie. E’ considerevole anche il numero dei pezzi del ‘400, opere del periodo gotico e opere già rinascimentali.

Tra le tante preziosità, esempi di opere importanti che saranno esposte nell’ala nobile?

Tra gli oggetti unici per bellezza, storia, rarità e provenienza prossimamente visitabili, ricordo la scultura in legno raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, conosciuta come Madonna di Acuto, la Lunetta della Nicchia dei Palli, uno straordinario esempio di oreficeria medievale che proviene direttamente dall’antica San Pietro in Vaticano, lo Stocco di manifattura italiana della prima metà del XV secolo, la Madonna in trono con il Bambino di Zanino del 1429 e il Volto di Cristo di Beato Angelico datato tra il 1445 e il 1450.

L’Istituto VIVE quali obiettivi si pone?

La promozione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale dei due Monumenti, ciascuno con una doppia anima. Il Vittoriano è Altare della Patria e polo museale nazionale internazionale e Palazzo Venezia, palazzo storico e contenitore di straordinari capolavori d’arte.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

━ Articoli suggeriti

La RAI è donna

Settant’anni di storia della Rai raccontata al femminile, con un focus sulle donne che lavorando in televisione, hanno costruito un modello di riferimento, tracciato...

L’introspezione di Paolo Fichera

Dal 9 novembre è visitabile a Roma, in viale Mazzini, la mostra "Interiormimetico" dell'artista Paolo Fichera, a cura di Laura Catini per le iniziative...

Si è spento il microfono di Sal Palmeri

Microfono, cuffia, consolle e una grande intuizione, parlare  in italiano agli Italiani d’America. Nasce così nel 1983 la prima radio italiana a New York...

Roma Imperiale Virtual Bus. Viaggio nella storia millenaria della città eterna

Visitare Roma è nei sogni di milioni di viaggiatori. I dati diffusi da Enit, l’agenzia nazionale del turismo, incrociano le richieste e le aspirazioni...

Casa del Podcast. Nasce a Roma un luogo dedicato al podcastingCasa del Podcast

Find people with high expectations and a low tolerance for excuses. They'll have higher expectations for you than you have for yourself. Don't flatter...

━ Seguici sui social

Iscriviti alla nostra newsletter!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here