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La Carabinierità tutela la biodiversità. Il Calendario CITES lo racconta

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L’Italia ha un importante patrimonio ambientale, costituito da foreste, lagune, laghi, fiumi, abitati da fauna selvatica, risorse preziose e gioielli naturalistici che ne caratterizzano tutto il territorio. Custodisce il maggior numero di specie animali e vegetali del continente europeo, tutelate dall’impegno sinergico tra soggetti istituzionali – Ministero dell’Ambiente, Dogane, Guardia di Finanza, Interpol, Europol, Arma dei Carabinieri – e associazioni ambientaliste. L’Arma dei Carabinieri scrive ancora una volta una pagina bellissima della sua Carabinierità, tutelando la conservazione della biodiversità, fondamentale per la sopravvivenza del genere umano, attraverso la gestione delle 130 Riserve naturali dello Stato e delle 18 aree demaniali di interesse naturalistico, distribuite su 130 mila ettari di territorio ad alta concentrazione di biodiversità, autentici scrigni di bellezza in cui convivono storia e natura, cultura e paesaggio.  

L’impegno prioritario è la lotta al traffico illegale di specie di flora e fauna a rischio di estinzione, in applicazione della CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of flora and fauna), la convenzione internazionale siglata a Washington il 3 marzo 1973 da oltre 180 Stati che, attraverso il principio dell’ “uso sostenibile delle risorse” e un articolato meccanismo di certificazioni e controlli, tutela le specie di flora e fauna in via di estinzione, regolamentando il commercio di esemplari vivi, loro parti e prodotti derivati. Il Raggruppamento Carabinieri per la Biodiversità, con i suoi 28 reparti, è la punta di diamante di un’azione di tutela dell’ambiente che, seppur gestita dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari, in realtà caratterizza tutta l’Arma dei Carabinieri, a partire dalla rete delle stazioni che controllano il territorio. La tutela della biodiversità si è arricchita di nuova linfa vitale dal 2017, con l’unificazione del Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri, diventata oggi una consolidata realtà, confermata anche dalla Corte Costituzionale che, come ricorda il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, “ha dato  piena legittimità alla sostenibilità giuridica e costituzionale di un progetto di legge diventato legge,  che ha anche un significativo ritorno economico perché, proponendo la sostenibilità di un modello di vita e  un nuovo approccio multidisciplinare, ha fatto registrare in due anni, per le casse dello Stato, un risparmio di 21 milioni di Euro a fronte dei 19 preventivati”. Nel 2020 ricorre il quarantennale dell’applicazione della convenzione CITES in Italia, celebrato con una mostra fotografica che ripercorre le tappe salienti dell’iniziativa. Particolare attenzione viene posta alla attività divulgativa ed educativa, soprattutto rivolta alle giovani generazioni, affinchè, attraverso la conoscenza e una adeguata informazione, imparino a preservare l’ambiente e con esso il loro futuro.

Il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari, diretto dal Generale C.A. Ciro D’Angelo, ha realizzato l’edizione 2020 del Calendario CITES dedicato alla tutela delle specie di flora e fauna a rischio di estinzione, con la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare che storicamente sostiene il progetto editoriale, con la partecipazione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che ne ha realizzato stampa e grafica. Il Calendario, presentato a Roma nella sede della Fondazione Bioparco, nata sulla storia illustre del Giardino Zoologico di Roma a Villa Borghese che da più di un secolo e’ impegnato nella conservazione degli animali in pericolo nel mondo e nella tutela della salute animale, nella ricerca scientifica e nell’educazione ambientale, ha l’obiettivo di sottoporre all’attenzione della collettività, l’importanza della conservazione della biodiversità attraverso la protezione delle specie in estinzione e degli habitat nei quali esse vivono. Il Calendario comprende una selezione di specie “bandiera” tutelate dall’opera quotidiana svolta dai Carabinieri nelle aree protette. Le immagini suggestive restituiscono l’idea del rapporto di appartenenza della specie alla Riserva nella quale vive, raccontate con poche ma preziose informazioni. L’immagine di copertina è rappresentata da un lupo che esprime forza e fierezza, ma la foto di ogni mese incuriosisce, intenerisce e informa. Il fenicottero rosa di gennaio porta alla scoperta della Foresta del Circeo, a pochi Km da Roma, il Camoscio d’Abruzzo di febbraio rimanda al Feudo Intramonti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Gatto Selvatico di marzo conduce nella Riserva Naturale dell’Alto Aspromonte, la Foca monaca di aprile porta nell’Isola di Montecristo, vera oasi di biodiversità, la farfalla Apollo di maggio conduce nella Foresta di Sasso Fratino, ricca di faggi vetusti, l’orchidea Scarpetta di Venere di giugno, conduce nei boschi lussureggianti di abeti rossi e larice della Riserva Naturale Somadida, la Vipera dell’Orsini di luglio fa scoprire nella Riserva Naturale del Monte Velino, la Cicogna Nera di agosto ci porta in un’area occupata dall’antico cratere vulcanico del Vulture, nella Riserva Naturale Grotticelle, il Grifone di settembre conduce sul massiccio del Pollino, nella Riserva Naturale “Gole del Raganello”, la Lince eurasiatica di ottobre porta nella foresta del Tarvisio, Patrimonio Europeo di Biodiversità, l’Orso Bruno Marsicano di novembre conduce nella Riserva di Collemelluccio-Montedimezzo, il Lupo di dicembre saluta dalle profondità incontaminate del Parco Nazionale della Sila. Dodici esemplari di specie “bandiera” protette che rappresentano tasselli importanti per la biodiversità, per un progetto didattico di educazione ambientale destinato soprattutto ai giovani. Il Calendario è distribuito gratuitamente ed esposto nelle scuole.

Osservatorio Roma e America Oggi incontrano il Generale Davide De Laurentis, Comandante del Comando Carabinieri per la tutela della Biodiversità e dei Parchi, per approfondire il concetto di biodiversità e la sua importanza per la salvaguardia dell’ecosistema.

Generale De Laurentis, il concetto di biodiversità esprime la ricchezza di vita sulla terra tra piante, animali, microrganismi e complessi ecosistemi. Non rischia di essere percepito come concetto astratto?

La biodiversità non è un concetto astratto. Alla base c’è l’integrità degli habitat che vanno tutelati per migliorare il livello di biodiversità che ha una influenza notevole sulla mitigazione degli effetti climatici, cambiamenti da cui dipendono tutte le trasformazioni ambientali. Ha anche una importanza economica acclarata dal fatto che la sommatoria dei servizi ecosistemici che viene data dal capitale naturale, a sua volta formato dal complesso della biodiversità, conteggiando i costi della depurazione dell’acqua, detossinazione del suolo, produzione di ossigeno, assorbimento di anidride carbonica, sostentamento alimentare di tutti le persone della terra,  fertilità dei suoli, tutte cose che dipendono dal livello di biodiversità, si ottiene una cifra che supera la sommatoria dei prodotti interni lordi di tutti gli Stati del mondo.

È un concetto adeguatamente conosciuto?

È un concetto importante di cui va promossa la conoscenza, perché la complessità degli ecosistemi, dettata dal livello di biodiversità presente, sia animale, vegetale, nell’integrazione con acqua, suolo, elementi naturali, crea una maggiore capacità degli ecosistemi a reagire a qualunque perturbazione esterna, sia naturale sia procurata dall’uomo.  In natura tutto è collegato e niente avviene per caso. E’ necessario operare in modo che tutto sia in equilibrio per tutelare l’ambiente in cui viviamo. E’ una sorta di assicurazione per il futuro.

L’Arma dei Carabinieri che ruolo svolge?

Tutte le attività dei Carabinieri che prevengono un reato in campo ambientale, evitano un inquinamento del suolo o uno sversamento, andando a tutelare l’habitat e la sua integrità, individuando i reati e reprimendoli, indirettamente contribuiscono a migliorare il livello di biodiversità. Non è un impegno che caratterizza solo il Raggruppamento Carabinieri per la Biodiversità, perché l’impegno di tutela è dato dalla vicinanza e prossimità ai territori, con il controllo di polizia e la repressione dei reati, ma prevede anche l’accompagnamento a comportamenti corretti e virtuosi da parte dell’uomo, nel rispetto degli elementi naturali, per contrastare le trasformazioni ambientali in modo intelligente.

Un impegno nella ordinaria quotidianità?

Assolutamente, l’impegno quotidiano è volto all’accompagnamento a comportamenti virtuosi e all’educazione. La repressione avviene quando le illegalità sono perpetrate o sono talmente gravi che si devono perseguire. La prevenzione rimane l’aspetto fondamentale  da valorizzare, per una efficace opera di conservazione dell’ambiente e della biodiversità. Gli equilibri ambientali sono talmente fragili che una volta feriti, occorrono i tempi della natura affinchè siano ripristinati, tempi lunghi decenni e a volte secoli. Per la conservazione dell’ambiente e della biodiversità, più che reprimere è importante prevenire. L’Arma dei Carabinieri è impegnata a 360° attraverso i suoi quattro pilastri operativi, tra i quali il Comando per la Biodiversità è sicuramente più direttamente coinvolto per la sorveglianza dei Parchi nazionali, ma lo è altrettanto il Comando Tutela Agroalimentare perché nel momento in cui si vanno a individuare e a reprimere le frodi alimentari, si tutela la biodiversità. Ogni azione di controllo, monitoraggio e prevenzione influisce sulla tutela della biodiversità

Come è collegata la biodiversità agli effetti dei cambiamenti climatici?

Il rapporto è fortissimo perché la tutela della biodiversità  è connessa alla conciliazione degli effetti dei cambiamenti climatici, e ciò pone anche un problema di sicurezza relativamente alle migrazioni che essi comportano, che oggi riguardano solo poche centinaia di migliaia di persone, ma se non si rispettano gli Accordi di Parigi, che prevedono l’impegno di tutti al fine di evitare che la temperatura climatica media a livello mondiale non superi i 2° nel 2050 rispetto all’età industriale, perché se questo accadesse ci sarebbe un innalzamento degli oceani e una desertificazione di molte aree della terra che provocherebbero la migrazione di milioni di persone. E sarà del tutto inutile innalzare muri, sarebbe come raccogliere l’acqua del mare con un ditale. Bisogna pensare con una visione prospettica e operare correttamente per evitare che questa catastrofe climatica avvenga.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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