Nel 2022 ricorre il 200esimo anniversario dalla emanazione del primo Regolamento Generale dell’Arma dei Carabinieri e il Calendario Storico ricorda e celebra l’attualità di uno spirito di servizio che protegge con immutato ardore l’Italia e gli Italiani da oltre due secoli. “Il Carabiniere e le persone” è il tema della 89esima edizione di un calendario iconico nella semplicità della sua realizzazione, sei fogli illustrati tenuti insieme da una cordicella rossa e blu, che nasce dall’incontro tra arte pittorica e narrazione letteraria.
Il Calendario Storico 2022 è bellissimo da sfogliare e da leggere.
La copertina, un puzzle colorato e ricco di volti raccolti attorno a un carabiniere con i colori e i simboli dell’Arma, abbraccia dodici tavole pittoriche e altrettanti testi letterari, affidati a due importanti personalità della cultura. L’artista Sandro Chia, uno dei principali esponenti della Transavanguardia italiana, fiorentino di nascita, cosmopolita per vocazione e newyorkese per approdo, ha realizzato un racconto per immagini focalizzato sul carabiniere tra le persone, per esprimere i valori caratterizzanti una presenza che sa di prossimità, vicinanza e umanità. I racconti di Carlo Lucarelli, scrittore di romanzi noir e storici, autore di programmi radiotelevisivi, sceneggiatore e conduttore, trasformano vicende reali, accadute in tempi e luoghi diversi, in storie. L’anno degli Italiani è scandito da un viaggio attraverso la quotidianità di un servizio che accomuna l’appointè dei Carabinieri Reali del 1836 alla mamma carabiniere che protegge i cuccioli dal contrabbando, all’operatore della Centrale Operativa che decodifica prontamente il grido di aiuto di un bambino, alla scorta d’onore della Carica di Pastrengo del 1848, al maresciallo di “Pane, amore e Fantasia”, ai catturandi degli anni duemila, ai militari di squadriglie in Aspromonte negli anni ’80, alla polizia militare nelle colonie di fine ‘800, al maresciallo che sembra quello interpretato da Turi Ferro nello sceneggiato televisivo, all’infiltrato tra i briganti sardi, all’appuntato soprannominato Occhio di Falco o Polaroid per la capacità di intercettare banditi prima di ogni futura tecnologia, alla campionessa nazionale di fondo che consegna i farmaci sciando il giorno di Natale e ricorda a se stessa prima che agli altri “Sei un carabiniere, la tua famiglia è la gente”.
America Oggi e Fondazione Osservatorio Roma incontrano il Generale Massimo Mennitti, già Capo del V Reparto del Comando Generale Arma dei Carabinieri e coordinatore della pubblicazione editoriale, Carlo Lucarelli e l’artista Michelangelo Pistoletto, autore del quadro specchiante dedicato a “Il Carabiniere e le persone”.
Generale Mennitti, come possiamo declinare il tema che caratterizza il Calendario Storico 2022?
“Il Carabiniere e le persone” è un tema importante che abbiamo affrontato con Sandro Chia e Carlo Lucarelli, un artista e uno scrittore straordinari. Sandro Chia ha avuto la capacità di disegnare, con il suo tratto, la società attuale, multicolore, multietnica, con il carabiniere al centro delle persone, delle storie umane e del bisogno che ha la gente di stare insieme e di sentirsi protetta. Siamo in un’epoca in cui tutti hanno bisogno di sentirsi protetti, c’è quasi una teologia della sicurezza a cui i Carabinieri devono rispondere. Il nostro Paese è molto sicuro, ma se c’è bisogno e richiesta di sicurezza, noi dobbiamo saper rispondere e cercare di fare sempre meglio.
Quale messaggio lancia l’Arma dei Carabinieri attraverso il Calendario storico?
Anche attraverso il Calendario, rinnoviamo un impegno, a fare meglio, a stare insieme alle persone e a raccontare le storie di piccolo eroismo quotidiano che caratterizzano il lavoro di tutti i giorni di 110mila carabinieri su tutto il territorio italiano.
Nel segno di un Regolamento che compie 200 anni?
Nel segno dei 200 anni dal Regolamento dell’Arma dei Carabinieri che è stato adeguato via via, ma che è rimasto uguale come spirito e principi fondanti.
Il Calendario è in tutti i luoghi pubblici e di aggregazione, in molte case degli Italiani, anche degli italiani all’estero. Un importante veicolo di italianità
I nostri Italiani all’estero possono scegliere la versione italiana o quella della loro lingua di adozione in quanto il calendario è stampato anche in inglese, francese, spagnolo, tedesco e molte altre lingue, perfino arabo e cinese. Ciò consente a tutti di conoscere una realtà straordinaria, l’Italia e i Carabinieri per l’Italia.
L’Arma dei Carabinieri presenta anche il nuovo sito www.carabinieri.it
Il nuovo sito è diverso dal precedente, è più accessibile soprattutto ai giovani che in tanti si rivolgono al nostro portale soprattutto per conoscere le modalità per arruolarsi e diventare carabiniere. Pertanto lo abbiamo reso più accessibile in modo che i giovani più piacevolmente possano apprendere cosa fanno i carabinieri e decidere eventualmente di far parte della nostra grande famiglia.
20mila accessi al giorno è un numero significativo
E’ un numero che racconta come l’Arma dei Carabinieri sia una istituzione che funziona bene e che per l’Italia ha un significato importante, sia storicamente che culturalmente.
La pandemia restituisce un rinnovato amore per chi indossa la divisa. Come se lo spiega?
C’è un afflato istituzionale e un rispetto diverso, c’è la voglia delle persone di essere circondati da regole, che sono rassicuranti in ogni caso.
Si riconosce nella definizione di “Arma materna” del critico d’arte Achille Bonito Oliva?
Per certi aspetti sì, perché l’Arma è materna nel senso che abbraccia questo Paese che ha bisogno di essere abbracciato e di essere tenuto fra le braccia e custodito.
Una storia antica che guarda al futuro?
Necessariamente, guardiamo al futuro restando sempre vicini alle persone che ogni giorno hanno bisogno di noi.
Carlo Lucarelli
I testi del Calendario storico da cosa nascono?
Nascono da una serie di spunti che mi sono stati offerti e anche dalla limitazione dei duemila caratteri necessari al racconto, per non uscire fuori dal progetto grafico, tutti stimoli che a uno scrittore come me fanno venir voglia di andare a caccia, dentro la prateria bellissima dell’Arma dei Carabinieri.
Prateria perché?
Perché è un insieme di tante cose diverse e di tante umanità, rappresentate da mestieri che sono diversi a 360°. L’Arma dei Carabinieri è stata per me una bellissima scoperta.
C’è una linea narrativa che racconta i 12 mesi o ciascun mese ha proprie suggestioni?
Ogni mese ha proprie suggestioni. La linea narrativa, che ho scoperto scrivendo, era quella di andare a cercare l’umanità che è in ogni episodio. Io mi sono lasciato prendere totalmente da quello che ho trovato, non avevo idee preconcette.
Lei ha scritto e descritto ispettori di polizia, commissari…arriverà un maresciallo dei carabinieri?
Si, penso proprio di sì. In realtà ho scritto di un capitano dei carabinieri ma il mio personaggio era in Eritrea, nelle colonie, all’inizio del Novecento e già in quella occasione mi sono confrontato con un certo modo di pensare e di vedere che è diverso da quello del classico detective del giallo di cui di solito scrivevo. Ma prima o poi, appena riesco a saperne abbastanza e a sentirmi in grado di farlo, parlerò di un maresciallo dei carabinieri.
Come si è rapportato con la carabinierità, intesa come espressione di militarità?
All’inizio mi bloccava, perché pensavo che non ero un militare e non conoscevo quel tipo di esperienza. In seguito, quando ho cominciato a scrivere di un carabiniere, anche se storicamente ambientato nel passato e ho dovuto chiedermi cosa sapesse fare perché a un certo punto della sua storia il mio carabiniere racconta cosa sa fare, sono andato a vedere cosa serve per preparare un carabiniere, fin dai primi anni della sua formazione e mi sono accorto che a un carabiniere serviva una preparazione che a un militare normale non era richiesta, compresa la possibilità che un militare poteva dire “mi vanto di non aver mai letto un libro nella mia vita”, al contrario di un carabiniere che per accedere a certi gradi, di libri ne doveva aver letti tanti. A quel punto ho capito che la carabinierità, cioè l’aspetto militare, diventa qualcos’altro, di molto più profondo e complesso e questa cosa mi ha sempre incuriosito.
Le piace il termine carabinierità?
Si, è una parola che stiamo utilizzando nel modo appropriato.
Che effetto le fa sapere che i suoi racconti arriveranno dappertutto, in Italia e all’estero, insieme al Calendario Storico, icona di italianità?
Sono contentissimo e mi piacerebbe tanto incontrare un giorno qualche carabiniere che mi dicesse come una storia scritta da me sia vicina a una storia che ha conosciuto personalmente o in cui si è riconosciuto. Sono davvero felice e onorato di far parte di questa che considero una bellissima avventura.
Michelangelo Pistoletto
L’arte come sottolinea la vicinanza e la prossimità dei Carabinieri alle persone?
Il quadro specchiante che ho realizzato e che oggi è in mostra lo racconta attraverso due carabinieri, un uomo e una donna, e in mezzo a loro ci rispecchiamo noi entrando a far parte dell’opera. I carabinieri accolgono noi dentro l’opera, ci guardano mentre siamo dentro, si occupano di noi così come lo fanno nella vita. Noi siamo parte dell’opera dei carabinieri nella loro quotidianità.
Cos’è un quadro specchiante?
E’ lo specchio della realtà, della vita, del mondo, è un quadro tipico perché fatto di una superficie con immagini che non sono solo statiche ma anche dinamiche in quanto vediamo dentro al quadro lo specchio del tempo, lo spazio. Tutto ciò che esiste nella realtà si immedesima nel quadro stesso e lo spettatore diventa parte dell’opera, non è più solo davanti all’opera ma è dentro l’opera. Il quadro specchiante mette per la prima volta in gioco lo spazio tempo introducendo la quadridimensionalità, la quarta dimensione che nell’arte non c’era mai stata in precedenza, perchè c’era solo la bidimensionalità della pittura e la tridimensionalità della scultura. Ora qui c’è la quadrimensionalità che contiene anche la bidimesionalità del quadro e la profondità scultorea perché sembra di avere uno spazio intorno all’oggetto ma in realtà abbiamo la quarta dimensione.
Il quadro dove sarà collocato?
Al Museo Storico dei Carabinieri e sarà collocato all’ingresso.
Dal 2020 il Calendario Storico ha testi letterari e tavole pittoriche. L’arte raggiunge un’ampia platea
L’illustrazione dei fumetti, delle immagini e delle persone emoziona, fa sì che si riesca ad avere un contatto piacevole e il racconto diventa amichevole attraverso l’arte. Il calendario fa percepire l’arte come amica.
L’arte deve avere la responsabilità di non essere cercata ma di cercare, arrivando possibilmente a tutti?
L’arte, soprattutto l’arte moderna, è arrivata a molti. All’inizio del secolo scorso era considerata qualcosa per dementi perché resisteva il concetto della classicità, di un’arte preconcepita. Nella modernità tutte le immagini si sono mosse, sono in rapporto con la realtà, con l’intimità del pensiero e con la dinamica dell’emozione. La gente ha cominciato pian piano ad apprezzare l’arte moderna e questa ha cambiato anche lo stile, il modo di disegnare i mobili, il modo di concepire ambienti e architetture. Il mondo è evoluto grazie all’arte e la gente forse non ha ancora capito specificatamente tutto quello che può essere espresso da chi fa la critica d’arte ma il mondo oggi sta finalmente vivendo l’arte moderna.
Qual è il ruolo della Transavanguardia?
Gli artisti della Transavanguardia che hanno realizzato la trilogia dei calendari dal 2020 a oggi, riprendono il discorso della pittura in maniera semplice e diretta, raccontata velocemente, in modo quasi elementare per far sì che la comprendano tutti, non solo chi conosce le sottigliezze della transavanguardia. E’ una forma di comunicazione bella e diretta proprio perché consente a tutti facilità nel riconoscere l’opera e nel riconoscersi. In ognuno di noi c’è una capacità di creare, anche in chi è distante dall’arte, perché quotidianamente creiamo rapporti, stabiliamo prospettive comuni, in qualche maniera noi tutti creiamo e gli artisti devono portare al mondo la capacità di prendere coscienza di questa capacità di creare. Tutti dobbiamo non solo guardare le opere degli artisti ma tentare di entrare nel quadro che in realtà è il grande quadro della vita.