Il 18 febbraio 1925 nasce l’Istituto per l’Enciclopedia Italiana. Giovanni Treccani degli Alfieri e Giovanni Gentile, un industriale tessile senatore del Regno e un filosofo, avviano il progetto di una grande enciclopedia nazionale. La TRECCANI diventa il più alto punto di riferimento per il sapere certificato. Una istituzione culturale con il pregio di avere un Presidente direttamente nominato dal Presidente della Repubblica per l’alto valore culturale che la nomina riveste. TRECCANI celebra i suoi primi cento anni con una serie di iniziative e una mostra, “Palazzo Treccani” inaugurata alla presenza del Presidente Sergio Mattarella, che parte da Palazzo Treccani in Piazza dell’Enciclopedia Italiana e diventa itinerante. Nei primi cento anni dalla fondazione, TRECCANI ha attraversato un secolo denso di avvenimenti e ha conservato sempre un ruolo di guida culturale a cui gli Italiani si sono affidati con fiducia.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Massimo Bray, direttore della TRECCANI, per approfondire la conoscenza di una istituzione culturale che da un secolo rende orgogliosi l’Italia e gli Italiani.
Massimo Bray
Direttore Bray, in che modo il sapere TRECCANI ha accompagnato il Novecento?
Compito di TRECCANI, sin dalla sua nascita nel 1925, è stato quello di leggere la storia, gli avvenimenti e i grandi nodi problematici del Novecento. Un secolo descritto come un secolo breve ma che ha avuto al suo interno molti momenti di delicatezza, di crisi e di rilancio. TRECCANI ha saputo leggere, interpretare e rappresentare questi momenti nelle sue opere. Il grande sforzo di TRECCANI è stato sin dall’inizio quello di entrare nelle case degli Italiani con l’Enciclopedia, le sue opere e con una serie di altre iniziative editoriali per provare a orientare il pubblico TRECCANI e a formare i cittadini italiani.
Quali sono i compiti, le priorità e le responsabilità di TRECCANI nell’affrontare le sfide del XXI secolo?
TRECCANI arriva al compimento dei cento anni con scenari molto differenti da quelli del 1925. Avevamo raggiunto l’Unità d’Italia e la nascita dello Stato e una delle priorità era la formazione degli Italiani. Era necessario venire incontro ai problemi dei cittadini, segnalati anche dalle commissioni parlamentari e a TRECCANI venne affidato il compito di formare le classi dirigenti. L’Enciclopedia era uno strumento innovativo che poteva fare sintesi dei saperi e avvicinare le scienze umane al sapere scientifico. TRECCANI era anche un osservatorio della lingua italiana, necessario per affermare una lingua che fosse disponibile e familiare ai cittadini italiani. Il Dizionario Biografico degli Italiani ha ricostruito una identità e un percorso che permettesse di tutelare la cultura, con le prime grandi opere sull’arte italiana vista come una delle caratterizzazioni tipiche della nostra storia, della nostra civiltà, del nostro vivere quotidiano.
TRECCANI è impegnata a garantire la qualità delle informazioni e la certificazione delle fonti, in un quadro culturale contemporaneo in cui ciascuno si sente legittimato a creare contenuti. Come si pone TRECCANI?
Abbiamo la consapevolezza di una missione importante da portare avanti. Una missione che si deve adeguare ai cambiamenti storici e a cui ci stiamo preparando da tempo. Nel 1995 Rita Levi Montalcini, Presidente TRECCANI, decise di far entrare TRECCANI nel mondo digitale. Fu un momento di grande innovazione perché la professoressa capisce che c’è un nuovo linguaggio e vuole che TRECCANI abbia un suo sito.
Una prospettiva completamente nuova…
Una innovazione realizzata con grande attenzione. Rita Levi Montalcini è consapevole che bisogna far dialogare il valore del libro cartaceo con i nuovi strumenti digitali. È altresì consapevole che ci siano temi comuni che portano avanti la storia TRECCANI.
Quali sono i temi comuni?
La capacità di certificare il sapere, di affidare la conoscenza a delle competenze, di far diventare un punto di forza la comunità scientifica di TRECCANI. Se non ci impegniamo a certificare il sapere e a fare attenzione alle fonti, apriamo sempre più il nostro vivere, oltre che il linguaggio, al fenomeno delle fake news. È una delle parole più utilizzate e il motivo è che siamo sempre meno abituati a ricercare le fonti e ad affidare lo studio delle parole alle competenze.

Questa attenzione connota il lavoro TRECCANI nelle sue grandi opere. Penso all’ultimo aggiornamento della grande Enciclopedia, pubblicato pochi mesi fa, dove torniamo su alcune parole che TRECCANI ha trattato molte volte. Trattare oggi la parola famiglia che decliniamo al plurale come famiglie, serve a far riflettere e a orientare su come le parole cambino. Per far questo è necessario affidare il lavoro a chi ha delle competenze e sa trattare una fonte. Altrimenti lasceremo libero il campo al proliferare di notizie di cui non possiamo accertare la corrispondenza e la verità di quello che stiamo dicendo.
È un impegno che continua…
È qualcosa che portiamo avanti con determinazione dal 1995. Oggi TRECCANI è presente nel mondo social. Il suo sito supera i 600mila utenti unici al giorno. Ha creato una piattaforma dedicata interamente al mondo della scuola per fornire materiale agli insegnanti e agli studenti. TRECCANI è impegnata con una piccola start-up a far conoscere la lingua italiana agli stranieri interessati al nostro Paese e con una passione per la nostra meravigliosa lingua. È impegnata anche a intuire quali saranno le forme in cui il turismo si svilupperà nel Paese, nella convinzione che sarà soprattutto un turismo culturale per valorizzare le moltissime manifestazioni e gli innumerevoli significati storico-artistici che dobbiamo tutelare e valorizzare con grande attenzione.
TRECCANI è impegnata a costruire le parole altre e a identificare ogni anno con una parola. Rispetto è la parola scelta per il 2024, responsabilità per il 2025. Come si selezionano le parole?
TRECCANI ha un Osservatorio della lingua italiana che ha avuto straordinari linguisti nel ruolo di responsabili. Possiamo citare Bruno Migliorini, Aldo Duro, Luca Serianni, Valeria Della Valle. L’ Osservatorio, con i linguisti che compongono questa nostra redazione, seguono l’evoluzione della lingua italiana che è una lingua viva, cambia e si adatta alle differenti situazioni e alle differenti fonti.
Quali sono le differenti fonti?
Oggi le fonti non sono più solo quelle normative e letterarie ma ci sono le fonti che vengono dal mondo social e anche dalle canzoni. Si lavora su queste fonti, si individuano le parole che hanno avuto un particolare significato nel corso dell’anno. Sottoponiamo le parole a una sorta di attenzione del nostro pubblico digitale, per sentire se abbiamo evidenziato le parole che davvero possono rappresentare l’anno che stiamo vivendo.
Riflessione, esercizio del pensiero e dell’ascolto, lingua chiara, sintassi ordinata. TRECCANI è un’isola felice nel mondo della conoscenza e della comunicazione?
TRECCANI è difficile da descrivere. Non è solo una casa editrice, non è solo un istituto di cultura. È soprattutto una comunità di competenze che sanno stare insieme, capiscono il piacere del lavoro editoriale e sanno guardare avanti. Rita Levi Montalcini ci ha insegnato a guardare avanti.
Professor Bray, Lei in TRECCANI ha avuto un rapporto professionale importante con la professoressa Levi Montalcini, Presidente dell’Istituto per l’Enciclopedia Italiana dal 1993 al 1998…
Sì, Rita Levi Montalcini mi ha formato in TRECCANI e mi ha insegnato a guardare avanti. Nessuno, a pochi mesi dalla nascita del web, avrebbe immaginato quello di cui oggi discutiamo. Aveva visione e capacità di capire che dovevamo difendere i libri anche attraverso il mondo digitale. Oggi la nostra Fondazione Treccani Cultura porta avanti Ti leggo, un progetto di grande qualità che cerca di portare il significato del libro e della lettura, nelle aree più difficili del Paese ma ha affiancato in questi anni l’attenzione al mondo digitale.
TRECCANI come comincia i suoi secondi cento anni?
TRECCANI ha aperto i secondi cento anni con tutto quello che abbiamo voluto mettere in piedi nei cento precedenti. Penso al laboratorio sull’arte contemporanea, alla struttura che organizza mostre in Italia e all’estero. Tutto questo ci può essere utile per intercettare quei bisogni culturali che credo siano fortissimi nel Paese. Continuiamo a conservare il nostro ruolo di antenna e lettura su quello che sta accadendo, sugli impatti e dibattiti sull’intelligenza artificiale, sulle letture che non possono essere affidate solo alla tecnologia ma anche all’etica.

La formazione delle nuove generazioni è un impegno costante ma penso anche alla nostra app che ciascuno può scaricare su Android e Apple, che quotidianamente prova a selezionare con molta serietà una serie di notizie del giorno e prova a dare la sua lettura. E’ una TRECCANI sicuramente diversa da quella del 1925 ma nel suo DNA mantiene alcune di quelle caratteristiche che abbiamo sempre considerato difficilmente superabili.
Un centenario celebrato a Palazzo Treccani con una mostra e cento parole simbolo, proiettate in video mapping sulla facciata, che sintetizzano un secolo di TRECCANI e la forza della parola…
Abbiamo festeggiato con una mostra multimediale, segno di un cambiamento che risale a trent’anni fa ma che si è consolidato. La banca dati TRECCANI conserva un altissimo numero di contenuti che sono stati tutti affidati, nel corso di cento anni, a grandissimi studiosi. Attraverso il portale treccani.it questo è a disposizione di tutti, dalla scuola alle imprese. Attraverso una piccola società Treccani Accademia vuole fare formazione nelle imprese. Con una piccola scuola di scrittura La Scuola del Tascabile, intuisce quanto sia importante oggi porre attenzione alla scrittura. La mostra multimediale cerca di mostrare e indicare quanti di questi sentieri abbiamo provato a percorrere e quanto riteniamo sia importante che una istituzione culturale abbia il coraggio di percorrerli.
Con quale modalità?
Tenendo ferme alcune caratteristiche e priorità ma anche con quel carattere pionieristico e di frontiera che credo sia oggi necessario. Ci sono alcuni punti fermi che mi piace ribadire: sia Giovanni Gentile nel 1929 nell’introduzione al primo volume della Grande Enciclopedia, sia Gaetano De Sanctis per la prima Appendice del dopoguerra, alla fine del regime fascista, ricordano che la politica in TRECCANI non deve entrare. La TRECCANI si concentrerà sulla cultura, sui bisogni culturali e sui bisogni sociali. Sono parole straordinarie che hanno una grande attualità.
TRECCANI a cosa si dedica?
Noi dobbiamo lavorare proprio su quello che la cultura rappresenta e dobbiamo fare in modo che le classi dirigenti abbiano più responsabilità sulla cultura. La cultura è il miglior collante per tenere insieme una comunità e tutti abbiamo bisogno di cultura.
E quindi diplomazia culturale…
La cultura aiuta a presentare la diplomazia come diplomazia culturale. Abbiamo bisogno di dialogo e di ricucire le relazioni tra gli Stati, l’Occidente e i mondi che si affacciano sulla scena internazionale e giustamente chiedono attenzione e rispetto delle loro storie e delle loro tradizioni. TRECCANI può dare un aiuto con l’Atlante geopolitico che è sia su carta, sia sul portale TRECCANI ed è uno strumento che permette di conoscere bene le dinamiche che stiamo vivendo.
La presenza del Presidente Sergio Mattarella alla inaugurazione della mostra “Palazzo Treccani”, cosa racconta della relazione speciale che gli Italiani hanno con l’Enciclopedia TRECCANI?
La presenza del Presidente della Repubblica è stata motivo di orgoglio e commozione. Siamo onorati di sentire l’affetto del Presidente Mattarella verso TRECCANI, Presidente che nomina il Presidente della TRECCANI. Il patrimonio che TRECCANI conserva e rappresenta, viene tutelato dalla più alta istituzione italiana. Nel corso della visita c’è una foto che ritrae il Presidente Mattarella nella nostra Biblioteca mentre si sofferma su un’opera rivolta ai ragazzi, ai più piccoli e a quelli che frequentano le scuole secondarie. È una foto che spiega bene l’attenzione del Presidente verso le nuove generazioni e la formazione nella scuola. TRECCANI vuole essere presente nella scuola, accanto ai professori che sono tra le figure professionali più importanti su cui il Paese può contare. È a loro che affidiamo i nostri figli affinchè diventino cittadini capaci di rispettare la Costituzione.